CAPITOLO 22

2.3K 108 4
                                    

ALLIE'S POV

L'ultima cosa che ricordo prima di essermi addormentata, è Harry che mi prende in giro per essermi arrotolata fra le coperte e che mi spinge a bordo del letto per avere più spazio.
Quando apro gli occhi, sento i brividi incombermi sul copro e mi rendo subito conto di quanto egoisticamente Harry si sia accaparrato tutte le coperte e mi abbia lasciata senza. Inizio a tiare il lenzuolo mugugnando infastidita e lo faccio rotolare su un fianco mentre sbuffa ancora mezzo addormentato.
Conquisto un quarto del tessuto caldo e tiro finché non molla la presa e mi consente di coprirmi. Sono felice di aver lezione nel pomeriggio, in questo modo posso posticipare la mia sveglia mattutina.
"smettila"bofonchia dandomi una piccola spinta ed io faccio lo stesso di conseguenza scalciando contro le sue gambe, il mio piede arriva troppo in alto e lo sento imprecare sotto voce mentre allunga una mano per fermarmi. "non li" mi blocca e sorride leggermente premendo la fronte contro il cuscino.
"scusa" sussurro rotolando più vicina a lui e si volta. "cos'è tutta quest'agitazione?" mi prende lasciandosi ricadere dei ciuffi disordinati sul viso. "ti eri preso tutta la coperta" glieli sistemo e quando mi vengono rivelati i suoi occhi, mi sento sprofondare. Ha lo sguardo attento ma sembra rilassato dopo il mio gesto.
"avevo freddo" si difende.
"grazie della considerazione" mi metto su un fianco e faccio un finto broncio, tanto per stigarlo un po'.
"vieni qui" porta la mano sulla mia schiena e mi tira verso di se. Mi avvicino e appoggio le mani al suo petto nudo, è caldo e sento le mani formicolare.
Continua a fissarmi negli occhi ed è talmente persuasivo da farmi girare la testa, le labbra perfettamente bagnate fanno viaggiare i miei pensieri altrove non appena colgo il suo profumo.
Sistema entrambi le mani sulla parte bassa della mia schiena e mi costringe ad alzarmi leggermente per appoggiarmi al suo torace col mio.
Sento il cuore battere, battere inesorabilmente veloce quando le sue iridi verdi si incidono nelle mie. Ha lo sguardo tenue e concentrato su di me quando muove piano le dita alzandomi leggermente la maglietta.
Sento l'elettricità più totale scoppiarmi nel corpo e mi agito per un istante mentre il suo tocco caldo mi manda a fuoco i sensi. Fa uno scatto verso l'alto col corpo appoggiandosi meglio allo schienale e mi tira con se, permettendo così alle sue mani di scivolare più dentro la maglia.
"Harry" lo richiamo timidamente ma non sembra darmi retta. Mi posiziona gentilmente un ciuffo dietro l'orecchio e porta le dita a tracciarmi una linea sulla mascella.
Sento il suo cuore sotto di me, e se non fosse che è lui, potrei dire di sentirlo battere più velocemente.
Mi tiro il labbro inferiore fra i denti ed apre la mano stringendomi leggermente i fianchi.
"cosa sei?" dice quasi come se fosse folgorato. Ma da cosa? Da me? Non ne capisco il senso eppure il suo sguardo è così brutalmente iniettato nel mio.
mi guarda intensamente, quasi delicatamente come se fossi un oggetto prezioso. È uno di quegli sguardi strani il suo, non capisco se intimidatorio o di sfida.
Non lo capisco, davvero.
Riesco solo a concentrarmi sui suoi occhi come se fossero la cosa più bella vista da tempo e mi fa ridere il fatto che si impegni a mascherarli così tanto.
Sono convinta che Harry sia un perfetto idiota, una persona dalla quale dovrei stare lontana, un prepotente ed arrogante ragazzo e ciò che di peggio possa esistere.
Ma come poteva un essere talmente perfetto ridursi a lui? Semplicemente l'esatto contrario di perfezione?.
Noto un scintillio nei suoi occhi prima che prema le labbra sul mio collo. Chino leggermente la testa all'indietro assaporando la sensazione del suo tocco. "cosa stai facendo?" sibilo fra i denti.
"Allie .." indurisce la presa divaricando leggermente le gambe così che una mia vi vada nel mezzo. Non so dove mettere le mani e sento le ginocchia tremarmi irrefrenabilmente al contatto più accesso con le sue cosce nude.
Arranca un respiro e il fiato sul collo mi riscalda dall'interno, lo sento arricciare le labbra mentre preme ancora contro la mia pelle e sento che potrei prendere fuoco da un momento all'altro, tutto pare scottare troppo per osare oltre.
"devo fare pipì" sussurro facendolo distaccare e mi rivolge uno sguardo confuso.
I suoi piedi quasi si intrecciano coi miei sotto le lenzuola e un gesto gentile mi accarezza la schiena. Sento la sua mano soffermarsi per alcuni istanti sul mio reggiseno e rabbrividisco ma sfila il tutto dalla mia maglietta permettendomi di tornare a respirare.
Mi lascia e gli rivolgo un sorriso imbarazzato mentre gli scendo di dosso ed esco dal letto.
Mi tiro la maglia per sistemarla e sento il suo sguardo bruciare ardentemente su di me alle mie spalle, tiro un sospiro e cammino a piedi scalzi per raggiungere la porta di fronte a me.
"qui non potevo venirci anche ieri sera?" alzo un sopracciglio e mi volto verso di lui mentre poggio la mano alla maniglia. Si alza appoggiandosi sui gomiti e si stringe nelle spalle in segno di consapevolezza.
Allungo la maglia sulle cosce mentre apro. "non coprirti" dice alle mie spalle e dopo aver chiuso la porta, mi appoggio sul legno. Mi trema ancora la pelle mentre vi colgo il suo profumo, e penso a quanto disumano possa essere.
Cinque minuti dopo, un rumore fastidioso rompe il silenzio fra queste piccole e confortevoli quattro mura.
Questo bagno è più piccolo di quello al piano di sotto, ma mi piace di più. È un luogo che, se fosse casa mia, riconoscerei più famigliare.
"ci stai mettendo un eternità" si lamenta Harry battendo le nocche contro la porta. "aspetta" piagnucolo.
"anch'io ho una vescica, e sta esplodendo" brontola e il ticchettio cessa.
"ho quasi fatto" dico velocemente passandomi una manciata d'acqua sul viso e raccogliendo i capelli in una crocchia disordinata.
"hai dei pantaloni?" lo richiamo a voce più alta sperando sia ancora dall'altra parte della porta.
"se mi facessi entrare non credi potremmo comunicare meglio?" dice sarcasticamente facendomi alzare gli occhi al cielo.
Chiudo il lavandino e apro velocemente. Lo ritrovo appoggiato ad un lato col braccio alzato e teso sulla parte superiore della porta. "finalmente"
"i pantaloni" dico quando entra. "perché vuoi dei pantaloni?" chiude la porta. E non posso immaginarmi in un bagno con un ragazzo, con Harry.
"sono in mutande, Harry" gli ricordo e ridacchia scostando le tendine della doccia e richiudendole dopo aver aperto l'acqua. "io non ho niente al contrario"mi lancia un occhiatina e mi vibra il petto.
Sbuffo lasciando da perdere i suoi interventi pervertiti.
"stai sprecando acqua" lo riprendo avvicinandomi alla doccia e spostandolo per chiuderla.
"devo lavarmi" cerca di fermarmi ma lo schivo. "e nel frattempo uccidi milioni di bambini" scosto le tendine senza guardarlo.
"fermati" mi tira da un gomito e mi appoggio con le gambe al piccolo rialzamento che separa doccia e pavimento mentre mi sporgo in avanti.
"mollami" cerco di scrollarlo di dosso e faccio un verso di lamento dal momento che non riesco ad arrivare alla maniglia dell'acqua, mi sto bagnando la mano e l'altra e scomodamente tirata indietro da Harry. "Allie.." continua e faccio un movimento netto portando avanti anche il braccio tenuto da lui e raggiungendo la manopola. Ma quando mi stacco, mi ci vogliono due secondi prima di rendermi conto di star cadendo e con me, Harry.
Precipito nella doccia dopo essermi sbilanciata a causa della scossa ottenuta da lui che tirava ed io che opponevo resistenza. Emetto un grido ed Harry mi cade addosso portandosi con se metà della tendina.
"cazzo" geme ed io mi tocco la testa dopo averla sbattuta contro il muro.
Il pavimento interno è fradicio e il peso di Harry sul mio corpo non aiuta. "te lo avevo detto di star ferma" fa forza sui polsi, uno da una parte e uno dall'altro dei miei fianchi, e alza lo sguardo verso di me.
Mi acciglio per alcuni secondi poi constato che non si sia fatto niente. "i bambini" mi scappa una mezza risata e il suo sguardo va alla mia testa, non mi sono fatta niente. Solo una piccola botta, non è così?
Mi tasto la fronte e quando tolgo le dita sono macchiate di sangue.
"vaffanculo ai bambini, stai fottutamente sanguinando nella mia doccia" si agita e si tira duramente su, lasciando cadere le tendine sul pavimento.
Mi porge una mano e mi alza tirandomi fuori, ora oltre a non avere neanche dei pantaloni, sono anche bagnata.
Le sue dita sono attentamente attorcigliate intorno ai miei polsi mentre riprendo stabilità e lo vedo aggrottare le sopracciglia quando lo guardo. "non è niente" cerco di rassicurarlo mentre mi tiro senza curarmene la maglia lungo i fianchi, la sua attenzione si sposta sui miei gesti e annuncia un mezzo sorriso.
"credo mi servirà più che un paio di pantaloni"
"e un cerotto"
"non ho bisogno di nessun cerotto, Harry" alzo gli al cielo spostandomi da davanti a lui e sedendomi sul WC chiuso. "allora resterai bagnata"
"ti bagnerei il pavimento" alzo un sopracciglio riprendendolo scherzosamente perché sono abbastanza sicura che lo odi.
"mi hai appena distrutto la doccia, questo sarebbe niente" cerca di restare serio ma quando mi rivolge uno sguardo, la sua espressione si rilassa ed è quasi dolce.
"devo vestirmi" piagnucolo. "ed io volevo farmi una doccia" enfatizza quel "volevo" rinfacciandomi il fatto di avergli distrutto i piani ma non posso far altro che ridacchiare alle sue parole.
"quindi?" incrocio le braccia al petto guardandolo dal basso verso l'alto.
"quindi ti metti un cerotto e prendi i vestiti"
"sei troppo ansioso" sbotto. "qui non sono io quello con dei disturbi ossessivi-compulsivi" si avvicina ed io mi alzo.
"simpatico" ruoto gli occhi prima che possa afferrarmi le mani bagnate. "come sempre" il suo sorriso sghembo scombussola i miei pensieri e le labbra piene intorpidiscono la mia vista e devo scuotere la testa prima rispondere. "vada per il cerotto" sussurro arrendendomi ai suoi modi più che scorretti di ottenere quello che vuole, in un modo o nell'altro, sa che mi è difficile stargli accanto e lo usa a suo favore per ottenere le cose. Ma è troppo bravo nel farlo per provare ad impedirglielo.
"i vestiti sono nel primo cassetto" sono felice che le regole fossero chiare per entrambi. "grazie" gli lascio la mano e faccio alcuni passi indietro, non mi volto mentre esco.
Qualcosa mi sta rodendo nello stomaco, e quali farfalle? Che metafora idiota. Sono api assassine queste.
Dieci minuti dopo, sono vestita e asciutta mentre scendo le scale. Ho lasciato Harry in bagno senza preoccuparmi di dirgli che sarei scesa, ma non credo sia un problema.
Sto morendo di fame e ho davvero bisogno di una tazza di caffè. Quando entro in cucina, raggiungo la credenza e vi tiro fuori il barattolo del caffè , mi ci vuole un eternità solo per trovare la moca ma non me ne sorprendo dal momento che parliamo dello stesso ragazzo che ha una pila di vestiti sporchi in camera sua.
Quando sento il liquido scoppiettare sul fuoco, cerco una tazza e la trovo su uno dei ripiani più alti di una mensola. Mi ci vuole un po' per raggiungerla ma ce la faccio abbastanza innocuamente.
Verso il tutto e fuma per circa cinque minuti prima che possa prendere il primo sorso. La sostanza bollente mi scivola nel corpo bruciandomi nella gola.
Mi siedo sul bancone e soffio un po' prima di bere di nuovo, quando alzo lo sguardo, Harry è in piedi davanti a me.
"vedo che ti piace mettere le mani nelle mie cose" entra.
"se fossi meno disordinato, ci riuscirei meglio" alzo un sopracciglio mentre la tazza scotta ancora sulle mie labbra e mi lancia un occhiatina tirando fuori dal frigo un contenitore di latte e dalla dispensa dei cereali.
"vuoi dello zucchero?" mi chiede prima di sedersi.
"no" sorseggio ancora e appoggio la tazza sul tavolo. "non mi sorprendo che tu sia così acida" ridacchia senza guardarmi mentre mescola i cereali col latte in una ciotola. "sei sempre così di prima mattina?" lo riprendo. Fa spallucce portandosi il cucchiaio alla bocca.
Passano alcuni secondi di imbarazzante silenzio. "perché sei venuto ieri sera?" gli chiedo e sento lo stomaco stringersi in una morsa quando alza lo sguardo verso di me.
"e tu fai sempre così tante domande?" se lo fa scivolare addosso cercando di cambiare argomento e decido che non è il momento giusto.
"scusa per la doccia" le guance mi si riscaldano mentre lo guardo tirarsi i capelli all'indietro.
"dovrai trovare il modo per ripagarmela" le labbra gli si piegano per metà verso l'alto ed io mi acciglio non sicura di ciò che sta pensando, ma cerco di scrollarmi di dosso pensieri che di certo non fanno bene ad entrambi. Si alza e scompare per alcuni minuti prima di ritornare con un pacchetto in mano.
"scherzi?" mi acciglio. "se vuoi, puoi tranquillamente tornare a stare in mutande" risponde mentre lo apre e vi estrae un cerotto.
"non voglio dover andare in giro con un cerotto sulla fronte, sembrerà ridicolo" piagnucolo mentre mi si avvicina scartandolo. Faccio una smorfia e lo nota ma decide di lasciar perdere i miei capricci. "stai ferma" mi ferma la testa e me la gira da un lato bloccandomi piano sulla mascella, mi arrendo e attacca il cerotto.
"fatto" butta le carte e si risiede davanti a me. Mi tasto la fronte e spero di non sembrare una perfetta idiota, anche se mi è difficile crederlo.
"devi riaccompagnarmi" mi alzo e poggio la tazza nel lavandino.
"devo?"
"per favore?" lo assecondo e fa una smorfia soddisfatto. "bene" striscia la sedia all'indietro e mi raggiunge mettendo le proprie cose nel lavello.
Lo guardo con la coda dell'occhio poi indietreggio facendolo voltare. "andiamo?" gli domando quasi impaziente.
"si"
Esco dalla cucina prima di lui e mi dirigo velocemente verso la porta aspettandolo prima di uscire.
L'ultima volta che me ne sono andata da questa casa, mi ero ripromessa di non tornarci, ero arrabbiata con Harry.
Così come lo ero fino a ieri sera e così come mi sono ripetuta per giorni di stargli lontano e allora perché pare non volermi dar retta? Sembra una calamita dalla quale non riesco a staccarmi. Neanche standogli lontana interi chilometri e, sicuro come la morte, la cosa deve cessare al più presto.
Quando raggiungiamo l'auto, mi ci siedo silenziosamente all'interno e aspetto che il rumore del motore dissolva il silenzio fra di noi.
"hai lezione?" ci pensa Harry a farlo e mi allaccio la cintura mentre parte e prima di rispondergli. "nel pomeriggio"
Annuisce e torna a concentrarsi sulla strada. Sembra piuttosto pensieroso e mi sorprende dire che è più gentile del solito oggi.
Il viaggio continua silenziosamente fino all'arrivo al campus e mi sento sollevata quando l'auto si ferma.
Mi slaccio la cintura e mi volto verso di lui prima di scendere. Sta fissando davanti a se e non sembra molto preso dalla situazione, forse è meglio così.
"grazie per il passaggio" quasi sospiro mentre le parole fredde escono dalle mie labbra. Era troppo bello per essere vero.
Non risponde, quindi decido di metter fine a questa agonia e scendo dall'auto sbattendo la portiera alle mie spalle.
Arranco alcuni passi e sto per voltarmi e la sua voce da il via alla mia iniziativa.
Mi volto per vederlo venirmi incontro e fermarsi a pochi e pericolosi centimetri dal mio viso.
Il movimento lento dei suoi occhi mi mette in soggezione e non capisco dove voglia arrivare ma mi perdo nell'intensità di questo verde suicida.
"cosa?.."
"l'ho fatto per te, Ieri sera" mi interrompe velocemente ma le parole non sono altrettanto veloci ma anzi, camminano lentamente verso di me, fino a oltrepassarmi il petto e a inondare il mio cuore di una strana sensazione.
Non so cosa dire e vorrei trovare la cosa giusta da dirgli ma mi batte sul tempo e prima che possa farlo, la portiera sbatte e la sua auto corre lungo la strada.
Che diavolo mi ha fatto?.

SUDDENLYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora