CAPITOLO 59

1.2K 45 3
                                    

ALLIE'S POV

Con il mio "vado a casa" intendevo davvero vado a casa. Ed è per questo che ora sono sulla superstrada da all'incirca un ora.
Liam ha acconsentito a prestarmi la macchina visto che sono stata tanto stupida e distratta da non comprarmene una mia, preferisco pensare di essere stata più stupida che distratta perché la distrazione è una sola e mi brucia il petto solo a pensarci.
Ho bisogno di staccare la spina, di provare a capire cosa voglio davvero, se stare dove sono è la cosa giusta. Andare a casa è l'unica cosa che mi resta da fare se non voglio soffocare in me stessa. Devo riaprirmi e rilassarmi se voglio davvero dare una svolta a tutto ciò. Harry o non Harry che sia, devo pensare anche a me stessa. So perfettamente che con mia madre in torno sarà difficile affrontarmi da sola o provare a starmene semplicemente sdraiata sul divano in pigiama ma ho Gabe li, e Gabe può semplicemente essere il mio Liam per un po', non so per quanto, ma starò li fino a quando ne avrò bisogno.
Non voglio che Harry lo sappia, non voglio che lo venga a sapere ed è per questo che non ho detto a Katie che sarei venuta qui ma semplicemente che sarei stata fuori città per un po'.
Non posso davvero credere che sia successo tutto così velocemente, ho rimuginato le sue parole per almeno una buona mezzora mentre guidavo e ancora non hanno preso un senso preciso, non possono avere senso. Come ho potuto essere così ingenua? Ma soprattutto come ho potuto anche solo pensare che Harry potesse cambiare, per me?.
Devo riassestarmi e riprendere il controllo, di me stessa e della mia vita. Non posso orbitare intorno a lui, fa troppo male ed è troppo pesante, continuamente troppo pesante da riuscire a sostenere.
Il dolore non se n'è andato nemmeno dopo un'altra mezzora di macchina ma più ho continuato a pensarci, più trovavo un senso alla mia stupidità e auto compiacendomi, sono riuscita a rastrellare la rabbia, o almeno in parte.
È più o meno l'ora di pranzo quando parcheggio l'auto di Liam nel vialetto di casa mia. In realtà, non mi sento davvero di chiamare casa questo posto. Se non fosse stato per Gabe, non la considererei nemmeno un posto di appartenenza. Mi sono sentita più a casa in questi due mesi con Harry che in diciotto anni qui.
Smettila Allie. Mi ricorda la mia coscienza. Harry non c'è e casa mia non è con lui, non posso permettere che sia con lui.
Percorro a grandi passi il vialetto desiderando di lasciarmi alle spalle tutto il resto una volta entrata nelle mura solide del mio piccolo nido d'infanzia.
L'aria di casa è la stessa, stesso profumo, stesse cose e stessa atmosfera più o meno accogliente. In un certo senso, sono sollevata di vedere che le cose non sono cambiate al di fuori di questo posto quando entro in soggiorno. Sono felice di poter dire di essere l'unica a girare continuamente in vortice.
"mamma?" chiamo silenziosamente. È tutto così silenzioso e ordinato qui, ora mi rendo conto da chi davvero ho preso la mia "ossessione" come la chiama Harry sull'ordine.
Pensare ad Harry nella mia testa è così strano perché fino a ieri, non mi sembra davvero passato così poco tempo, lo sentivo vicino, più o meno.
Qui non ci sono vestiti buttati sul pavimento o tazze e piatti lasciate nel lavandino, non c'è nessun profumo di menta o aria calda, non c'è nessun uomo arrabbiato e nessun letto confortevole, qui non c'è nessun Harry e non so se esserne sollevata o distrutta.
"ma-" faccio per chiamare di nuovo quando entro in cucina ma la figura minuta e acconciata di mia madre mi si presenta davanti in un attimo.
"Allison!" esclama, non riesco a capire se entusiasta o sorpresa, forse entrambe.
"ciao, mamma" sorrido, o almeno provo a farlo ma credo di risultare abbastanza convincente visto che il profondo cipiglio sulla sua fronte svanisce e mi butta le mani sulle spalle attirandomi in un abbraccio. Non un caldo abbraccio ne uno che mi da l'idea di sentirmi tra le braccia di qualcuno di desiderato ma è un abbraccio, un po' rigido e distaccato ma ugualmente un abbraccio e da mia madre è raro ricevere attenzioni di questo tipo.
"che ci fai qui? hai guidato? Da sola? O c'è qualcuno.. oh. Hai portato qualche ragazzo a casa, Allison.. io"
Mi gira la testa per le troppe domande e quasi le rido in faccia per la mimica facciale che sta assumendo. Tipo statua di cera ma con più luce in viso. Il suo tono è diventato arrabbiato quando ha menzionato un ragazzo ma no, tranquilla mamma, non c'è nessun ragazzo. O non più almeno.
Che poi Harry non è mai stato il mio ragazzo, non è mai stato un bel niente. Condividere del buon sesso non vuol dire stare insieme. Penso furtivamente, vergognandomi immediatamente dei miei pensieri e mi ritrovo con le mani sulla bocca per paura di aver pronunciato le parole ad alta voce e se solo potessi, tapperei ogni buco nel mio cervello e smetterei di pensare, sarebbe così facile.
Quello con Harry non è stato solo del buon sesso come la me infuriata e umiliata ha pensato, quello con Harry è stata la miglior esperienza della mia vita, forse l'unica, ma comunque la migliore. Non voglio e non posso negarglielo.
"mi hai sentito?" mia madre muove la mano davanti ai miei occhi e torno alla vita reale.
"mi sono fatta prestare l'auto" la informo, cercando di tranquillizzarla.
"ti sei fatta prestare l'auto? Vuoi dirmi che in due mesi non hai avuto ancora la decenza di comprartene una tua?" mi rimprovera. Ecco che ci risiamo, e questo è l'esatto motivo per cui io e mia madre non potremmo mai andare davvero d'accordo. Per quanto abbia provato a rendermi simile a lei, non c'è riuscita, non del tutto, e questo ancora le fa male o non riesce ad accettarlo o è troppo accecata dal desiderio di perfezione che vorrebbe vedere in me. ma io non sono perfetta, neanche lontanamente perfetta. Nessuno lo è, neanche l'angelo più bello del mondo può esserlo. anche lui si è rivelato dannato.
"ho intenzione di fermarmi per un po', se questo non ti crea problemi.." ammicco, sperando di cambiare argomento.
"sei mia figlia Allison, ovvio che non crei problemi e comunque, sono felice di vedere che hai avuto almeno la più minima decenza di farti viva" mia madre increspa le labbra ben truccate e mi guarda con ombra di giudizio attraverso i piccoli occhi grigi.
Alzo gli occhi al cielo e la supero, prendendo una bottiglietta di succo d'arancia dal frigo. Devo staccarmi dal mondo, almeno per un po', vi prego.
"porto le mie cose di sopra" la informo e sorseggiando esco dalla stanza, rifilandomi un occhiataccia da parte sua perché sto bevendo dal collo della bottiglia.
Sento un strano senso di nostalgia quando entro nella mia vecchia stanza, è rimasto tutto come lo avevo lasciato solo pochi mesi fa. Il letto perfettamente fatto e le lenzuola ripiegate in ogni angolo, i cuscini ammucchiati in cima e le mie vecchie cose sulle mensole.
Appoggio il borsone che era destinato a stare in casa di Harry ai piedi del letto e mi ci siedo a mia volta. Respiro. Mi sento così sfatta al momento e ho come l'impressione di star andando a rallentatore, mentre il resto del mondo continua a correre e non mi aspetta, penso che non mi aspetterà mai.
Harry, le sue bugie, le truffe, il suo passato, Liam e la sua famiglia, io e la mia famiglia, o almeno quel che ne resta, il college, Harry di nuovo. È tutto così incasinato, lui è così incasinato.
Il suo sguardo era perso, o meglio era vuoto, quando gliel'ho detto. L'ho fatto perché ero certa di poterlo colpire almeno un pochino ma lui è rimasto li, in silenzio, mentre mi guardava provare rimorso nei suoi confronti. Stupida, sono una stupida anche solo per aver tentato. Harry è un male, non una cattiva persona ma è una minaccia, per me. lo sapevo prima e lo so adesso, ero solo troppo accecata da lui per potermi fermare.
Da quando ho conosciuto Harry, mi sento come se fossi continuamente in alta marea, nessun mare calmo, nessuna striscia di sabbia, solo onde e continue tempeste. È come se lottassi per tornare a galla ma ogni volta che penso di toccare la cima, vengo ritirata sotto, soffocando e rimanendo incastrata tra le onde. Harry è un mare meraviglioso e pieno di terrore allo stesso tempo, il mio mare perfetto e terrificante che continua a buttarmi dentro e fuori con ogni portata d'acqua, ogni volta con più forza e senza tendere le mani per salvarmi. Ogni volta, scendo più in profondità, pezzo per pezzo, sotto la schiuma, vengo gettata in questo mare profondo che è Harry e nessuno si butta per salvarmi.
La mia mente ingarbugliata martella e lavora per altri interminabili minuti, prima di darmi tregua, una tanta e desiderata pace che mi consente, finalmente, di addormentarmi. Senza il profumo di Harry tra i cuscini ma, per mio piacere o orrore, forse entrambi, incastrato e condensato sulla mia pelle.
"non così" rido di fronte alla scena ormai famigliare davanti ai miei occhi
"lasciami fare" si difende Harry litigando con una tazza e del sapone. Non posso evitare di scoppiare a ridere quando lo vedo passarsi il dorso della mano sul naso e sporcarsi di schiuma.
"non è divertente" fa un finto broncio.
"è molto divertente" ridacchio allungando una mano verso di lui per pulirlo.
Harry continua a rigirare i piatti nel lavandino creando un grande disordine ma la cosa in un certo senso non mi interessa più, non trovo nulla di più interessante che guardare Harry alle prese con le faccende domestiche e come il suo sorriso raggiante sia così ben predisposto sul suo viso.
"smettila di ridere e dammi una mano" dice
"hai detto che lo avresti fatto da solo" gli ricordo, coprendomi la bocca per non ridere troppo forte.
Harry alza gli occhi al cielo e chiude le labbra in una smorfia deliziosa, i capelli ormai troppo lunghi gli ricadono sulla fronte e quasi anche sugli occhi, la cosa è la cosa più tenera del mondo, soprattutto se si parla di Harry.
Glieli tiro all'indietro e lui mi guarda dolcemente lasciando andare la tazza nel lavello. Il rumore del piccolo schianto viene attutito dalla troppa schiuma che ha usato per il lavaggio e i suoi occhi sono meravigliosamente persi nei miei.
"che c'è?" giro la testa confusa quando continua a fissarmi "perché mi guardi così?"
"sei bellissima Allison Dowson"
Sento un irrefrenabile calore dentro di me e le sue parole dolci ondeggiano nella mia testa.
"vieni qui" Harry apre le braccia e non ci penso due volte prima di buttarmi in esse. Le sue spalle ampie mi avvolgono e mi sento finalmente a casa.
Le dita lunghe di Harry si strofinano dolcemente sulla mia schiena e io premo la guancia al suo petto, respirando il suo profumo sul tessuto della maglietta bianca che sta indossando.
Non mi rendo conto di aver chiuso gli occhi fino a quando non mi ritrovo costretta a riaprili. Harry mi sta stringendo con più forza adesso, le sue mani ad incavare la mia pelle e sento dolore quando le sue unghie graffiano la mia schiena.
"Harry.." lo richiamo, quasi stizzita mentre cerco di liberarmi.
Alzo lo sguardo verso di lui, confusa e mi sento congelare quando i suoi occhi scuri e profondi mi guardano, un sorrisetto compiaciuto sul suo viso.
"che stai facendo?" mi agito mentre lui sembra alzarsi a dismisura, il mio corpo minuto sotto il suo e tra le sue braccia possenti, che mi stritolano sempre più forte.
"Harry!" grido "non farlo, ti prego, io.." ansimo, in preda al panico mentre le prime lacrime sono in procinto di scendere.
Il dolore sta diventando insopportabile, l'orribile sensazione che mi manchi il respiro mi assale, mentre il corpo di Harry diventa sempre più alto e scuro, quasi nero. Solo una gigantesca ombra.
Inizio a muovermi impulsivamente e sbarro gli occhi dall'agitazione e la paura mentre sento le sue dita conficcarsi nella mia carne.
"Harry" dico di nuovo, questa volta è più una supplica.
Alzo la testa verso di lui ma non riesco a vedere il suo viso, neanche intravedere, solo un ombra, una terrificante figura nera che mi schiaccia.
"mi dispiace" la sua voce quasi inudibile mentre mi sento stritolare.
Le lacrime scendono burrascose e sento il cuore potermi esplodere da un momento all'altro, prima che la figura informe di ciò che era Harry non si trasforma in cenere davanti ai miei piedi.
"Allie!"
"Allie svegliati" sento delle potenti mani a scrollarmi le spalle e sbarro velocemente gli occhi, il respiro quasi nullo.
"che.." ansimo.
"tranquilla, hai fatto solo un incubo" i pollici ormai non così famigliari di Gabe asciugano alcune lacrime sui miei zigomi e lo guardo confusa.
"tua madre ti ha sentito urlare dal piano di sotto" vedo come un profondo cipiglio prende vita sulla sua fronte e mi alzo leggermente appoggiandomi sui gomiti.
Il ricordo del sogno è leggermente sfocato, nella mia testa girando vorticosamente immagini di ombre e promesse spezzate. Harry. era lui, ne sono certa.
"ti prego parla" dice Gabe nel panico.
"sto bene"
"ti prendo un bicchier d'acqua"
Prima che possa rispondere che non ne ho bisogno, è già uscito dalla stanza.
Quel sogno è esattamente ciò che è stato Harry per me. un affascinante ed intrigante desiderio incontrollabile ma che mi ha schiacciata con forza e molto più velocemente di quanto non abbia fatto per farmi entrare tra le sue braccia. Sono una sciocca, mentre mi ripetevo di non concedermi a lui, lo avevo già fatto. L'ho fatto dalla prima volta in cui l'ho incontrato.
"prendi, ti farà bene" Gabe mi allunga premurosamente il bicchiere d'acqua e gli accenno un sorriso stanco prima di bere. È un sollievo sentire la gola meno in fiamme e l'acqua fredda che mi scivola in bocca aiuta in un qualche modo.
"tutto bene?" mi chiede di nuovo, non posso non sorridere. Gabe è sempre stato così, sempre molto attento ad ogni mio bisogno fisico ed emotivo e non glielo negherei mai, è stato ed è importante per me.
"si, sto bene credo" premo le dita sulle tempie cercando di scacciare le immagini movimentate nella mia testa.
"forse dovresti riposare un po'"
"No" rispondo istintivamente "non voglio dormire"
So quanto tutto questo suoni stupido e senza senso ma so di per certo che se mi addormentassi di nuovo, lo sognerei ancora e con lui un altro incubo, un nuovo frammento di me stessa che gli viene donato per l'ingenuità dei miei sentimenti verso di lui. Mi avvolgerebbe tra le sue fiamme e questa volta mi trasformerebbe in cenere insieme a lui quindi no, non voglio dormire, non voglio vederlo, non voglio sognarlo. Devo togliermi Harry e le sensazioni infuocate che è lui per me dalla testa.
"non credo ti faccia bene in questo momento, Allie" Gabe mi raccoglie dai miei pensieri "devi riposare, sul serio, non so cosa ti succeda ma non sei in te in questo momento e dopo avrai tutto il tempo per dirmi cos'è successo, se lo vorrai, ma ora ti prego, riposa" Gabe appoggia le sue mani sulle mie e quasi le tolgo per non riconoscerne il tocco famigliare e morbido di Harry.
Sento i conati salirmi velocemente in gola e il corpo tremare, c'è caldo, fin troppo caldo e no, non voglio dormire. So quanto la smorfia sulla mia faccia possa rendere ancora più strana la situazione ma non mi importa, o meglio si, ma ora non voglio che mi importi.
Se non è Harry il ragazzo di fronte a me non sono obbligata a fare nulla, se non è lui posso stendermi sul letto in silenzio e raccogliermi, raccogliere ogni pezzettino di me stessa che se n'è andato in questi ultimi mesi. Posso pensare senza voci arrabbiate nella testa e senza essere preoccupata che si sia cacciato in un guaio. Posso fermarmi, rallentare. Posso concedermi un po' di tempo per me stessa ed è l'unica cosa di cui ho davvero bisogno adesso.
"mi riposerò, te lo prometto" sorrido a Gabe, ancora confuso ma sospira quando sente le mie parole.
"l'hai promesso"
"l'ho promesso"
"sono qui se hai bisogno di qualcosa, lo sai non è vero?" dice dolcemente mentre si alza dal letto.
"certo" sorrido.
Pochi minuti dopo, vengo lasciata di nuovo da sola e finalmente mi concedo un po' di silenzio.
"sono qui" mi ripeto nella mente le parole di Gabe . Glielo avevo promesso, avevo promesso ad Harry che non me ne sarei andata.
Sono qui. gli ho detto quando era praticamente ansante tra le mie braccia e ubriaco.
Sono qui. gli ho detto quando più aveva bisogno di distrarsi, di dimenticare e gliel'ho concesso.
Sono qui. gli ho detto dopo aver intravisto in lui un po' di luce in tutta quell'oscurità.
E ora sono qui, lontana da lui, per colpa sua, per la sua freddezza e il suo essere così egoista. Non posso e non voglio davvero credere a come si siano ribaltate le cose in così poco tempo, a come un secondo prima sia in grado di dirmi che con me si sente nel posto giusto e quello dopo buttarmi in faccia il crudo e spietato se stesso che non lascia entrare i sentimenti, che alza ogni volta di più quelle dannate mura.
Non posso crederci e fa male, il dolore brucia lentamente mentre permetto alla mia mente di annaspare, sempre di più, intorno a lui e la minaccia che Harry styles rappresenta per me.

SPAZIO AUTRICE❤️
Buon giorno splendori ❤️ come state??
Ecco il nuovo capitolo, spero infinitamente che vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti mi raccomando ;)
Vi voglio bene! Passate una bella giornata ❤️

SUDDENLYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora