ALLIE'S POV
Sono felice di vedere Liam e il sorriso contagioso sulle sue labbra quando mi apre la porta di casa, è un ottimo sollievo.
"ehi, come stai?" il ragazzo di fronte a me apre le braccia e accolgo con entusiasmo il suo affetto, un affetto che poco mi capita di ricevere.
"bene e tu?" strofino la guancia sulla sua maglietta. Il corpo di Liam non è come quello di Harry, lui ha i lineamenti più scolpiti e il petto più tonico. Quello di Harry è muscoloso ma non a tal punto, il suo corpo è diverso.. è più famigliare e mi manca. Prima era così strano quando l'ho chiamato, spero che non si sia cacciato in un altro guaio.. non so se lo sopporterei, ma per ora voglio lasciare tutto nel dubbio. Non voglio correre alle conclusioni affrettate, non questa volta.
"bene, ora entra. Il tempo non sembra promettere bene" Liam mi raccoglie dai miei pensieri e lo vedo osservare sospettoso le grandi nuvole grigie sopra le nostre teste.
Annuisco in accordo indesiderosa di prendere l'acqua e lo seguo oltre le mura calde e accoglienti di quella che è la sua casa.
I miei piedi mi trascinano impazienti sulle piastrelle della cucina di Liam in cerca della donna col grembiule floreale che mi sorride amorosamente non appena si volta nella mia direzione.
"è bello averti di nuovo qui cara" Karen appoggia alcuni utensili e si pulisce le manine minute nell' indumento casalingo.
"scusate per il disturbo" mi affretto ad essere la persona educata che mia madre ha cresciuto "ho finito le lezioni più tardi e non sapevo davvero dove poter andare" sento il rossore accrescersi sulle mie guancie quando penso ad Harry. a quest'ora potrei essere nel suo appartamento con una pizza e una coperta, ma soprattutto lui. L'ansia mi inghiottisce e voglio solo sperare che stia bene, non so se sarebbe peggio dover sopportare un'altra bugia o lui nei guai.
"non scusarti tesoro, sei sempre la benvenuta" la madre di Liam dice contenta "ho appena finito di sfornare la cena" sorride lasciando che la pelle le venga scavata da delle deliziose rughe d'espressione.
Mi ricordano terribilmente quelle di Harry, quelle che gli vengono di fianco agli occhi ogni volta che sorride. Mastico l'angoscia acuta all'interno del mio corpo e mando un veloce messaggio ad Harry, solo per togliermi lo sfizio, so che non risponderà.
La serata continua tranquillamente, Liam e la sua famiglia sono davvero bravi a tirare su il morale alle persone. riesco a sentirmi più leggera e dopo due ore di chiacchiere il mio magone è stato leggermente inghiottito.
"ti aiuto con i piatti" dico a Karen e seguo la donna in cucina lasciando Liam e suo padre in salotto."una scala di assi!" grida Liam muovendo le sue carte nell'aria, il suo sorriso contagioso.
Ben sbuffa e butta la propria perdita sul tavolo di legno lucido. Karen mi guarda sospettosa e io le strizzo l'occhio.
"pronto a lavare i piatti per le prossime due settimane?" ghigno a Liam.
"non è.."
"una scala reale" metto in mostra la mia vittoria e Liam cade all'indietro sulla sedia. Una fragorosa risata si rovescia dalla bocca di Karen quando vede il figlio appoggiarsi goffamente alla sedia.
"chi l'avrebbe mai detto!" Ben sembra metà compiaciuto e metà sorpreso dalla mia conquista e non posso non sorridere nel vederlo consolare Liam. non sono un asso con le carte ma Liam non è quel genio che pensava di essere e ho fatto guadagnare a Karen due settimane di lavatrici cariche e piatti splendenti gratis.
Ridacchio "mi dispiace"
Liam mi guarda corrucciato ma le labbra gli si distendono e appoggia una mano sul mio ginocchio, sento calore attraverso i suoi polpastrelli che si muovono lentamente sul tessuto dei miei pantaloni e un brivido mi percuote al pensiero di Harry.
Affondo frettolosamente le mani nelle tasche dei miei jeans e controllo i messaggi, niente. Il panico mi consuma lentamente ma questa volta è una sensazione diversa. È più silenziosa e quasi disprezzante. Sento che non devo lasciarmi trasportare dal pregiudizio ma sento anche che qualcosa non va, che Harry ha bisogno di qualcuno che lo tiri verso la sponda asciutta invece che quella bagnata e per una strana assurda ragione, mi ritrovo a credere di essere l'unica in grado di farlo.
Passa un'altra ora e la leggerezza è stata sopraffatta dall'orribile senso di panico che sento, non so davvero perché mi ritrovo a ritorcermi ogni volta come uno strofinaccio impregnato d'acqua per Harry ma è l'unica cosa che sono in grado di fare. Non posso rovesciarmi in questo modo ma quando si tratta di lui, quando si tratta di lui ogni mia piccola nuvola viene rimpiazzata dal più grande uragano. Mi ritrovo a lottare per una boccata d'aria, ma l'acqua spinge verso il basso con potenza e io mi sento così fragile. Mi sento come se potesse uccidermi con una sola mano, ma amo drasticamente troppo stare tra le sue braccia. Così forti, così grandi, così famigliari ormai da far male, ma lui è l'unica persona che abbia mai davvero desiderato in tutta la mia vita.
"vuoi che ti riaccompagni al campus? Posso prendere l'auto di mio padre" sento Liam avvicinarsi dall'altra stanza mentre passo per l'ultima volta lo strofinaccio sul tavolo della cucina.
"lo faresti davvero?" gli chiedo dolcemente. So che lo farebbe, ma voglio comunque essere educata. Visto che si tratta di lui, l'unica persona che posso sentire realmente sempre vicina.
"certo, quanto ti manca qui?" indica davanti a se osservando i piatti ben impilati e puliti nel lavello e i fornelli lucenti.
"sono pronta, lasciami solo salutare tua madre prima di andare" gli dico e lui annuisce uscendo dalla stanza.
Mi giro verso la piccola porta che da sul portico ed esco percorrendo il prato in un passo verso l'orto ben curato di Karen.
È indaffarata nella raccolta di qualche verdura, tanto che non si accorge subito della mia presenza quando mi avvicino e mi siedo su un piccolo muretto.
"grazie davvero per avermi fatto restare"
"oh, quante volte dovrò dirtelo ancora? Sei la benvenuta qui Allie. Puoi venire quando vuoi" mi sorride. Questa donna è così raggiante, così sprizzante di vita che mi ricorda mia madre. Non di certo per il modo di essere, me la fa ricordare ed insieme ad essa mi rende consapevole di ciò che non ho mai realmente avuto, una famiglia.
"sai" la donna bionda in ginocchio di fianco a me attira la mia attenzione di nuovo "dovrai venire per cucinare quelle aragoste" sorride.
"non vedo l'ora" non posso far altro che ricambiare il gesto contagioso e affettuoso, nessuno mai mi aveva fatto sentire come se fossi davvero accettata all'interno di qualcosa. Qualsiasi cosa, e la famiglia di Liam sono le persone più genuine e gentili che abbia mai incontrato.
"puoi venire quando vuoi, solo non nei prossimi tre giorni. Io e Ben andremo a casa dei suoi genitori" mi informa Karen estirpando una povera carota.
"dove abitano?"
"qualche ora da qui, non è lontano e non saremmo costretti a fermarci così a lungo se non fosse per le condizioni del padre di Ben"
"cos'ha?" sento un improvviso groppo in gola al pensiero del nonno di Liam. non so perché, alla fine non lo conosco nemmeno ma il mio migliore amico gli vuole bene e non posso che sentirmi triste per lui.
"ha dei problemi ai polmoni, sai è già qualche anno. Fa terapie in continuazione, avanti e indietro da ogni ospedale ma niente" posso sentire la sua voce spezzarsi al pensiero del suocero malato.
Non so davvero cosa dire, o fare, o anche semplicemente provare in questo momento. Quindi appoggio una mano sulla sua spalla e lei sorride debolmente tornando a raccogliere le proprie verdure ben curate.
"che ci fai qui?!" sento urlare Liam attraverso la porta che separa questo piccolo paradiso e il resto della casa "sei pazzo se pensi che ti farò entrare!" la voce più forte.
Appoggio le bietole nel cestino di Karen e mi alzo girandomi verso la piccola porta.
"dov'è lei?" un famigliare accento mi scuote. Sento il corpo tremare all'accenno della sua voce.. ubriaca.
"lei non.." Liam non fa in tempo a finire la frase che il corpo massiccio e ponderoso di Harry si trascina nel piccolo cortile, seguito da Liam in preda al panico.
"Allie, io.. non capisco, che succede?" mi chiede agitato il mio amico.
Che succede? Cosa dovrebbe succedere? Io non lo so.
Guardo Harry velocemente, perplessa e al contempo leggermente spaventata. Il suo petto si muove veloce sotto la t-shirt nera e un inconfondibile taglio sul labbro rotto mi porta ad osservare il suo viso arrabbiato.
"non eri al campus quando sono venuto a prenderti" posso sentire le rotelline girare nella sua testa e strizza gli occhi stanchi e rossi cercando di guardarmi.
"era tardi, ho solo pensato di venire a mangiare qualcosa" mi difendo. Sono insolitamente calma, Harry non mi spaventa più come avrebbe fatto soli pochi mesi fa e a dirla tutta sono egoisticamente sollevata di vederlo.
"saresti dovuta restare fottutamente ad aspettarmi" scatta.
"stava per venire a piovere, Harry" mi sento irritata nei suoi confronti "mi stai davvero dicendo che sarei dovuta restare fuori?"
"si"
Posso sentire la puzza di alcol anche attraverso i due o tre metri che mi separano da lui, posso vederlo rimuginare per tenere il cervello accesso in un qualche malsano modo e posso vedere quanto il suo temperamento stia scoppiano per il fatto di essere qui.
Harry si gratta gli occhi e fa alcuni passi verso di me, non mi muovo. Aspetto solo che sia abbastanza vicino per afferrarlo quando rischia di finire per terra sul prato del giardino di Liam.
"dove sei stato?" sono consapevole del mio basso tono di voce mentre lascio che si regga a me, le sue grandi mani stringono le mie braccia mentre cerca di trovare un equilibrio, ma qualcosa mi dice che non c'è nulla da poter riequilibrare, non ora.
"ho un dannato bisogno di andarmene" tira fuori le parole a fatica "e che tu venga con me"
Voglio andare con lui, solo non voglio essere di nuovo il mirino del suo bersaglio.
Guardo Liam e lui sembra con capire, il suo sguardo ricade sull'Harry ubriaco tra le mie braccia e posso vedere la disapprovazione nei suoi occhi.
So che è dalla mia parte ma francamente, non lo biasimerei se fosse contro a tutto questo. A me, ad Harry, e a qualsiasi cosa o persona che stiamo trascinando lentamente nell'abisso insieme a noi.
"avanti, piccola" sento il bruciore all'interno della gola quando le parole escono dalla sua bocca, è ubriaco, totalmente. E percepisco solo l'enorme ironia e sporcizia dietro questo suono.
Harry fa strisciare le dita sul mio polso e me lo stringe, forte e mormoro per il fastidio quando mi usa come piccolo bastone per la sua enorme stupidità.
"credo che dovresti riposare" guardo Liam, ma la voce non è la sua e nemmeno la mia, quindi mi volto velocemente osservano sorpresa la donna dietro di noi.
Karen è a pochi passi da me e il corpo poco stabile di Harry, i suoi occhi nocciola incisi in quelli burrascosi del ragazzo aggrappato alle mie braccia.
Lui non sembra concepire a pieno la situazione quindi lo smuovo leggermente, facendolo girare e lui si tira i ricci folti e scuri all'indietro roteando nella direzione da me decisa.
Il broncio sul suo viso si mescola insieme ad un profondo cipiglio quando i suoi occhi assimilano ciò che gli è davanti:Karen.
"andate dentro" la madre di Liam è passata da una donna sprizzante di vita a gelida, totalmente ed inspiegabilmente congelata e la cosa mi spaventa. Guardo velocemente in direzione dei suoi occhi, cercando di capire ma non capisco un bel niente invece.
Sta guardando Harry e percepisco un tremolio del labbro inferiore. Lui pare privo di emozioni. Harry è così da quando lo conosco, un enorme buco nero, che trascina al suo interno chiunque gli si avvicini ed io ci sono cascata, letteralmente.
Ora, mentre osserva la donna minuta davanti a se, il suo viso sembra sbiancato e i suoi occhi ancora più scuri, un solo segno rosso sotto ognuno di essi mi fa rendere conto che non sia solo un cadavere in mezzo al nulla.
"mamma, non credo che.." Liam si intromette, la voce insicura e guardo prima lui, poi Karen ed infine Harry. ed ho la sgradevole sensazione di essermi appena persa qualcosa.
HARRY'S POV
I miei occhi bruciano e sento tutto il fottuto peso del mio corpo su quello di Allie mentre cerco di mettere a fuoco. Sapevo che fosse la famiglia di Liam, cazzo lo sapevo eccome ma non avrei avuto la più straminima intenzione di presentarmi qui se avessi saputo di ritrovarmi davanti sua madre. E con lei tutti i dannati viali dei ricordi.
Sento la manina calda di Allie sul mio braccio, mi sta sostenendo meglio di quanto pensassi che una ragazza della sua statura potesse fare. Quindi mi aggrappo a lei e cerco di non dare di matto quando sento la voce di Karen nelle orecchie.
"che succede?" Allie sembra spaesata e non posso biasimarla, lo sono anch'io. Un fottuto ubriaco e con la mente in delirio non può ritrovarsi davanti il proprio brutale e incasinato passato, non è giusto.
"Non è stata colpa tua" una piccola voce dolce e famigliare all'interno della mia testa mi attraversa e se non fossi sicuro di star respirando, mi recluterei morto. Proprio come lei.
Lascio le braccia di Allie e scivolo sul gradino umido e freddo del porticato, mani arrabbiate si incastrano velocemente tra i miei capelli e posso sentire ogni singolo errore sbandierarmi davanti alla faccia quanto realmente faccio schifo.
Nel giro di pochi secondi, posso solo sentire la voce preoccupata di Allie e le sue dita tirare la mia maglietta. La donna davanti a me, invece, è immobilizzata. Quindi decido di essere il tale codardo che sono e non la guardo, non negli occhi per lo meno.
I miei piccoli piedi mi portano lentamente nel soggiorno di casa e più voci risuonano attraverso le pareti d'intonaco bianco. Mia madre è seduta su una sedia quando attraverso la soglia ed è nella stessa posizione di sempre, le dita a premere sulle tempie e la testa rivolta verso il basso. Robin è sempre così premuroso con lei.. la sua grande mano poggia dolcemente sulla sua spalla, anche lui sembra triste. Da qualche giorno a questa parte, tutta la casa sembra triste.
"dov'è gemma? Voglio giocare con lei" chiedo, e mi avvicino alla mia famiglia insolitamente strana. Una signora non troppo alta e con i capelli biondi siede di fronte a mia madre. Anche lei è triste?
Mi guarda dolcemente, è carina e vorrei poter giocare anche insieme a lei una volta che Gemma tornerà a casa.
"Harry, piccolo mio" mia madre allunga una mano verso di me, stringo volentieri le sue grandi dita nelle mie piccole mani e mi attira più vicino. I suoi occhi sono rossi, e anche un po' gonfi. Forse è una reazione allergica, magari alla polvere, è da un po' che nessuno pulisce più qui in casa.
"che succede ai tuoi occhi mamma?" le chiedo.
"è solo un po' stanca" mi dice Robin. Anche i suoi occhi sono strani ma non come quelli della mia mamma. Anche gli occhi e la faccia della signora bionda sono strani ma non come i suoi. La guardo e lo trovo buffo, è tutta rossa.
"posso andare a giocare con Gemma adesso?"
La mano di mia madre lascia debolmente la mia, le sue belle labbra sempre piene di lucidalabbra sono secche. Il sorriso sulla mia faccia sparisce leggermente e mi guardo in torno. Non riesco a capire.
È tutto così uguale, la mia casa è sempre la mia casa e miei giochi sono dove li ho lasciati l'ultima volta che ho giocato con Gemma.
"Karen.." mia madre si rivolge alla signora bionda che mi sembra dolce. Lei annuisce e mi guarda, che c'è? Perché dovrebbe guardarmi, perché in quello strano e affettuoso e spaventoso modo?
"sai, Harry" sorride debolmente "tua sorella non giocherà più con te" un insopportabile verso esce dalla sua gola, sta singhiozzando.
"perché? È arrabbiata? Che le ho fatto?" perché mai mia sorella maggiore dovrebbe essere arrabbiata con me? Abbiamo contato i fiocchi di neve giusto ieri mentre eravamo in macchina.
"oh, no. No piccolo non è arrabbiata" gli occhi di Karen luccicano, così come quelli di mia madre quando mi volto a guardarla.
Mi avvicino a lei e cerco di salirle sulle ginocchia ma Robin mi fa un piccolo cenno, un cenno da uomini per cui capisco che non è il momento di disturbare la mamma. Non voglio che anche lei si arrabbi con me.
"dov'è Gemma?" chiedo di nuovo.
"lei.." Robin prende la parola. Guardo il mio patrigno e gli faccio un cenno, noi uomini dobbiamo farci rispettare. "lei non tornerà più Harry" dice e anche i suoi occhi si trasformano.
È fastidioso, tutti sembrano sul punto di piangere. Perché? O meglio, perché non lo fanno? È per me, non è vero?
"che vuol dire che non tornerà più?" guardo la mia mamma e lei scoppia. Un terribile singhiozzo esce dalla sua gola e crolla in lacrime appoggiando i gomiti al tavolo e coprendosi il viso con le mani.
"non tornerà, piccolo. Però sta bene, è in un posto migliore adesso" Karen appoggia una mano sulla mia piccola spalla. Alzo lo sguardo verso di lei, anch'essa sull'orlo e mi sento inadatto.
"posso andare a trovarla anch'io?"
"un giorno, prima o poi. La incontreremo tutti di nuovo" accenna un fragile e casto sorriso.
Se posso andarla a trovare perché piangono? La rivedremo, ha detto Karen. La mia mamma sembra così triste, appoggio la mia manina sul suo ginocchio e lei alza lo sguardo, verso di me. Le sue morbide e calde dita mi accarezzano le guance e io allungo il braccio per fare lo stesso.
"non piangere Mamma" la rassicuro, raccogliendo una piccola lacrima."Harry!" sento qualcuno chiamare, so benissimo di chi si tratta, è lei ma non ho le forze per aprire gli occhi.
"Harry, ti prego" singhiozza Allie, non di nuovo. Per favore.
Quando apro gli occhi, sono disteso su un grande letto e lei è accanto a me, soltanto lei per fortuna.
"stai bene? Oddio sei svenuto per almeno cinque minuti" dice velocemente, le sue braccia intorno al mio collo nel giro di qualche secondo. Sento le sue lacrime salate sulla mia pelle bollente e non riesco a sopportarlo. La scosto leggermente e mi metto seduto sul materasso, la mia testa sta fottutamente scoppiando e sbatto più volte le ciglia cercando di capire.
Non sono nel mio appartamento e questa non è la mia stanza, sono ancora a casa di Liam e questo è probabilmente il suo dannato letto.
"che c'è?" mi chiede Allie, ancora nel panico.
Sento la gola e la bocca secca, non riesco a parlare adesso. Non voglio parlare. I miei vortici girano e ruotano veloci e burrascosi, le mie dita si premono sulle tempie cercando di calmare le pulsazioni dolorose ma non diminuiscono. Non succede un bel cazzo, l'alcol all'interno del mio corpo è ancora troppo e mi sento tutto intorpidito, è una sensazione dannatamente schifosa.
"vuoi un po' d'acqua?" Allie si alza dal materasso guardandomi confusa. Credo di fare un piccolo cenno col capo perché lei esce dalla stanza alcuni secondi dopo.
Quando raggiungo finalmente un po' di silenzio, tutto mi si ribalta in testa ed è troppo fottutamente chiaro.
È stata colpa mia, lo è sempre. Mia sorella non c'è più ed è stata colpa mia. Per colpa mia, ho rovinato la mia vita e tutto ciò che mi stava attorno, ho rovinato ogni persona e ogni cosa, iniziando da me stesso.
La porta si apre ed Allie entra con un bicchiere d'acqua gelida tra le mani. La guardo e non riesco a muovermi, la sua pelle perfetta è accaldata sotto la maglia a maniche lunghe che sta indossando e le guance sono rosse. I suoi lunghi capelli scuri raccolti in una coda e lei è perfetta, cazzo si. È perfetta, ecco perché non può stare con me.
"bevi un po', ti farà bene" mi dice premurosamente. Afferro il bicchiere e bevo tutta l'acqua in un solo sorso.
"credo che tu abbia bevuto troppo" dice Allie. So che ha ragione, lei ha sempre dannatamente ragione ma non lo ammetterò.
"tu resti qui, con me vero?" la mia voce è quasi una cazzo di supplica infantile e sto letteralmente sperando che nessuno mi dica che non tornerà più. Lei deve tornare, sempre.
"si" risponde e scivola accanto a me, appoggiandosi al mio corpo e sono straordinariamente sollevato di sentire la sua pelle e il suo profumo buonissimo. Allie si accoccola contro il mio petto e porto un braccio a reggerla dalla vita mentre lei mi abbraccia. È tutto ciò di cui ho bisogno, per ora un suo abbraccio o anche solo sapere di averla con me è abbastanza.
"non andartene mai Allie" respiro sulla sua fronte mentre le bacio la pelle calda.
"sono qui" risponde lei e posso sentire il battito regolare del suo cuore contro di me, mentre si addormenta fra le mie braccia.SPAZIO AUTRICE❤️
Eccomi! Sono viva Ahaha :)
Scusate ancora se non ho aggiornato in questi giorni ma ho avuto tanto da fare.. Ad ogni modo, ecco il capitolo e spero che vi piaccia! ❤️❤️ fatemi sapere cosa ne pensate 😊
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SUDDENLY
FanfictionAllison Dowson ha 18 anni e le idee ben chiare, frequentare il college non è mai stata un'alternativa e non vede l'ora di lasciarsi tutto alle spalle e rincominciare. ma i suoi piani verranno presto intralciati quando un ragazzo rude e arrabbiato si...