HARRY'S POV
"questa dannata cosa non da resto" mi lamento sbattendo il pugno contro il vetro della macchinetta nella mensa.
Sono passate ore da quando sono arrivato questa mattina ma il tempo sembra comunque rifiutarsi di collaborare. Sono stato seduto per quasi più di un ora in quella dannata stanza con la speranza che qualcuno uscisse e mi dicesse che stesse bene, ma non è andata così.
Ho deciso che starmene seduto non avrebbe aiutato a contenere i nervi quindi ho fatto un fottuto giro lungo i venti, se non di più piani di questo maledetto coso. Che è davvero enorme, davvero troppo enorme.
La madre di Allie è ancora seduta là, lo sguardo fisso e le labbra tese e increspate in una linea dura, sembra sconvolta. Anche io sono sconvolto, anzi probabilmente sono molto più che semplicemente sconvolto, forse è per questo che ho mandato a fan culo ogni singola persona che ho incontrato nel giro di tre ore e forse è per questo che mi sento come se qualcuno fosse dannatamente pronto a strapparmi un pezzetto di me. ed è orribile, totalmente.
Prendo la merendina dal distributore e torno al mio tavolo in fondo a questa stanza caotica, cazzo non dovrebbe essere caotica. Siamo in un dannato ospedale, un fottuto cazzo di ospedale e la gente si preoccupa di mangiare? Non so nemmeno perché ho preso questa schifezza, forse per togliermi lo sfizio ma non ho nessuna intenzione di mettere in bocca questa merda.
Ho come la maledetta impressione di poter esplodere da un momento all'altro, ed è strano perché di solito sono io che ho questo effetto sugli altri. Sono abituato a non preoccuparmi troppo delle conseguenze perché so che tanto non avrebbero quel riscontro amaro su di me. ho imparato a non affondarci insieme e so che sarei abbastanza violento contro me stesso per respingere i disastri, ma ora, seduto in un dannato tavolo in attesa di un qualcosa di così imprevedibile, mi rendo conto di non essere un fottuto niente.
Mi ripeto sempre che sono forte perché ho già perso chi amo,sono già sopravvissuto,so come si reagisce e so che non si muore. Fino ad ora ne ero così terribilmente convinto, ero accecato dalla presunzione che il peggio verso di me fosse già arrivato e che l'unico tempo e spazio che rimaneva era quello per me e la mia vendetta verso il resto delle stronzate che ho affrontato in questi anni ma ora capisco che non è così. Che questa dannata schifosa vita del cazzo non ha finito con me e vuole mettermi alla prova di nuovo ma non so se sono capace di combattermi adesso,perché non l'ho mai davvero fatto e non sono pronto a lasciare da parte i miei demoni, ho sempre lasciato che prendessero ogni cosa di me e che ne facessero ciò che volessero. Mi sono aggrappato ai miei tormenti con la stessa velocità con la quale ho iniziato ad odiarli. Perché era più facile e di cose facili nella mia vita ne ho vissute davvero poche. Non erano una sfida, non erano dolore, erano solo assoluta complicità con me stesso e mi capivano, cristo.. non vedevo più una madre in lacrime o una famiglia distrutta, ero semplicemente concentrato a pensare a me stesso e a quanto realmente avessi perso, a quando tutto mi fosse stato strappato così velocemente che non ho esitato a farmi trafiggere dagli stessi errori che mi hanno portato ad odiare mio padre e che mi hanno reso esattamente uguale a lui. ad essere l'uomo che sono ora. Un bastardo fottuto uomo.
Vorrei semplicemente essere di più per lei, ma so che non lo sarò fino a quando non sarò di più per me stesso.
Due ore dopo, sono di nuovo seduto su quella merda di sedia blu fuori dal reparto di Allie, sinceramente? Preferirei tutto, dico davvero, preferirei di tutto piuttosto che questo assurdo e assordante malato silenzio,è così rumoroso.
Gabe ha le gambe incrociate, la schiena dritta, e gli occhi fissi sulle proprie ginocchia mentre è intento a sfilacciare i fili dei suoi jeans marroni.
Ho visto la madre di Allie parlare un paio di volte con le infermiere, nessuno mi ha ancora rivolto la parola, nessuno si è ancora preoccupato di venirmi a dire qualcosa, qualsiasi cosa. E giuro che se nessuno alzerà il proprio culo e verrà da me per dirmi come cazzo sta Allie, farò una scenata proprio qui, su questa merda di sedia blu.
"credo sarebbe meglio che tu te ne andassi" mi dice la madre di Allie.
"non vado da nessuna parte"
"perché sei qui comunque? Sono sicura che mia figlia me lo avrebbe detto se ci fosse stato qualcuno" oh no, non lo avrebbe fatto si fidi.
"perché ne è così convinta? Sua figlia è stata lontana da casa per due mesi" mi metto seduto meglio sulla sedia, mi fa terribilmente male la schiena e sento le gambe indolenzite e ho un fottuto bisogno di muovermi da qui.
"cosa vorresti dire? Conosco mia figlia più di chiunque altro" alza un sopracciglio, convinta e autorevole mentre mi osserva con disprezzo.
"non credo"
Non è fottutamente vero. se mi dicessero che l'Allie che ho conosciuto due mesi fa è la vera Allie, non ci crederei neanche a morire. Non potrei mai, non dopo aver visto chi è quando è con me. quando è insieme a me è più libera, più forte, meno condizionata dall'omologazione di figlia perfetta che le è stata data. Lei è la seconda donna più incredibile che io abbia mai conosciuto e se questa donna davanti a me in questo momento crede di aver visto il meglio di sua figlia, si sbaglia di grosso.
"come ti permetti?!" mi guarda in cagnesco ed è dannatamente divertente il modo in cui non ci arriva da sola.
"dico solo che non credo lei conosca sua figlia così a fondo"rifletto per un attimo se è giusto o no discutere davvero di questa merda in questo momento, si lo è. "se così fosse si sarebbe accorta che qualcosa non andava e le avrebbe fottutamente impedito di andarsene da sola!" la mia voce si alza e sento un maledetto macigno schiacciarmi il petto quando mi rendo conto che ciò che non andava ero io. Allie è caduta da quelle fottutissime scogliere per colpa mia e ora non so quando e se potrò vederla di nuovo.
"non posso crederci.."dice sconvolta. sua madre si alza in piedi, l'altezza minima e i capelli aggrovigliati in dei ricci scuri "sei così irrispettoso ragazzo!" muove le mani piccole nell'aria e io incrocio le braccia sul petto.
Non me ne fotte un cazzo di quello che questa donna pensa di me, e anzi non trovo tanto difficile pensare che Allie se ne sia voluta andare via di casa così presto. Ricordo che solo una volta mi ha parlato della sua famiglia, è stato quando ho trovato quella foto nella sua stanza. Mi aveva attirato soprattutto per quella bimba dai lunghi capelli castani nel centro,sapevo fosse lei, solo non riuscivo a staccare gli occhi da quell'immagine. Le braccia di suo padre intorno alle sue piccole spalle e la rigidità di sua madre era impressionante.
Ricordo come Allie fu titubante sul raccontarmi o meno la sua storia, non che l'abbia ancora fatto in realtà, so solo che suo padre se n'è andato quando lei era ancora piccola e che da quel momento sua madre ha sempre cercato di renderla la sua esatta fotocopia. Sono dannatamente felice non ci sia riuscita.
"e lei è davvero irritante, qual è il punto?" dico alla madre di Allie che ora sta camminando avanti e indietro davanti all'enorme finestra che si affaccia sulla città.
"mia figlia è in coma e tu hai il coraggio di venire qui e parlarmi in questo modo?" sembra in procinto di piangere, il labbro inferiore le trema in un modo che ho visto fare solo ad un'altra persona.
"smettetela di dire che è in coma.. tutti quanti" dico piano,socchiudendo gli occhi, quasi come se tirassi le parole fuori a fatica. Questo nuovo orribile sentimento mi sta divorando vivo da tutto il dannato giorno.
Prima che la madre di Allie possa protestare alla mia protesta, Cristina o come merda si chiamava esce dal portone del reparto e viene verso di noi. Una cartellina in mano
"come sta?" la madre di Allie chiede per prima. Io mi limito ad osservare i nomi sui fogli che l'infermiera tiene in mano, non vedo da nessuna parte quello di Allie e non so se esserne sollevato o terrorizzato.
"le condizioni sono stabili, per fortuna l'abbiamo ricoverata prima che potesse degenerare. Non è ne un coma vegetativo ma nemmeno un coma a breve termine. In realtà, non possiamo dire con certezza quando e come si sveglierà"
"che significa come?" chiedo passandomi una mano fra i capelli.
Cristina mi guarda, ovviamente sorpresa di vedermi ancora qui dopo quella che sembra una vita
"è una situazione delicata" i suoi occhi oscillano dai miei a quelli della madre di Allie per poi soffermarsi solo sui suoi "mi dispiace signora,la terremo informata di qualsiasi miglioramento"
"o peggioramento" commento.
Le due donne mi guardano, quattro dannati occhi che rifiutano la verità ecco cosa sono.
"o peggioramento, certo" Cristina annuisce, portandosi al petto la propria cartellina.
Quando fa per andarsene, e quando mi assicuro di essere abbastanza lontano dalla madre di Allie, la raggiungo e la fermo prima che possa uscire dalla porta.
"quando potrò vederla?"
Lei si gira verso di me, mettendo una mano nella tasca del camice bianco
"quando le sue condizioni saranno più stabili" mi informa , abbassandosi gli occhiali viola sul naso.
"ha detto che sono già stabili"
"lo sono, si. ma in casi come questi potrebbero peggiorare in un attimo" Cristina allunga lo sguardo verso la madre di Allie, noto quanto sia a disagio a parlare con me ma non mi interessa. Ho solo un dannato bisogno di vedere Allie.
"è questione di quanto tempo?"sembro un fottuto bambino in attesa delle sue caramelle e lei mi guarda accigliata prima di sospirare spazientita e darmi una risposta "non lo so, mi dispiace, davvero ma non c'è nulla che io possa fare per aiutarti"
"questa merda non può davvero continuare così.." sento la rabbia raccogliersi dentro di me e se non fossi in un cazzo di ospedale,avrei già tirato un pugno al muro bianco di fronte a me.
"mi dispiace."
Cristina se ne va dopo pochi secondi e io mi ritrovo a cercare di mantenere il mio temperamento sottocontrollo, ma chi diavolo voglio prendere in giro? Non sono capace di tenermi sottocontrollo normalmente, figuriamoci adesso.
Mi risiedo al mio posto fissando la finestra davanti a me, il mio sguardo riposto sull'enorme palazzo dall'altra parte del vetro. Le braccia a schiacciarmi il petto e le gambe accavallate l'una sull'altra. Prima che riesca a pensare a come cazzo ho potuto rendere tutto una merda in questo modo, chiudo gli occhi e cerco di rallentare il battito cardiaco come la voce assordante del casino che ho in testa.
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SUDDENLY
FanfictionAllison Dowson ha 18 anni e le idee ben chiare, frequentare il college non è mai stata un'alternativa e non vede l'ora di lasciarsi tutto alle spalle e rincominciare. ma i suoi piani verranno presto intralciati quando un ragazzo rude e arrabbiato si...