CAPITOLO 41

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HARRY'S POV
Il familiare bruciore nel mio stomaco quando ingoio il bicchiere pieno di vodka, mi ricorda quanto sono patetico e quanto l'alcol sia l'unica cosa in grado di ripagare ogni mia merdata.
Faccio un cenno alla cameriera ultraottantenne di versare ancora la bottiglia e lei mi guarda di sottecchi per tutto il tempo fino a quando il fottuto bicchiere non è pieno.
Il sapore frizzante della vodka mi inebria i sensi lasciandomi sgorgare alcol e cazzate da ogni poro.
"mi stai facendo del male in questo modo Harry"
Butto giù un altro sorso così che la mia testa aumenti i giri e la velocità di rotazione in queste piccole e luride mura.
L'aria si è appesantita ed è quasi del tutto irrespirabile se non fosse per la porta aperta sul retro.
Un campanello accoglie una donna in tiro che si siede di fianco a me su uno sgabello, so come mi sta guardando ma decido di concentrarmi sul mio fottuto bicchiere di nuovo mezzo vuoto invece che sul suo seno fuoriuscente ridicolamente dalla t-shirt piccola.
"perché ti interessa di me solo quando il mio tempo non ruota intorno a te?"
"senti, dolcezza, dovresti prendere qualcosa" la voce oltremodo orribile della donna bionda e rifatta accanto a me mi fa voltare verso di lei, ha tutta la fottuta borsa dei trucchi in faccia.
Mi stringo nelle spalle cercando di far scivolare lo sgabello più in la. I miei occhi minacciano di chiudersi da un momento all'altro da quanto sono pesanti e mi bruciano fastidiosamente ad ogni sorso in più.
"un altro" richiamo la cameriera che da quel che mi è sembrato di capire si chiama Page o qualcosa del genere.
"non credi che dovresti.."
"risparmiamelo" la zittisco prolungando il bicchiere verso di lei che svuota la bottiglia di vodka premiandomi egoisticamente del più sudicio e malato premio.
Il liquido mi scende lento nella gola, bruciandomela, stordendo ad ogni centimetro in più il mio senso di ragionamento, sento la testa girare vorticosamente mentre sbatto più volte gli occhi cercando di stabilizzare la vista.
"non ce la faccio più Harry"
Strofino le dita sulle tempie cercando di dar fine a questo strazio, la mia mente sta accelerando ed impazzendo troppo velocemente.
Sento di dover urlare e spaccare tutto ma l'alcol in circolo nelle mie vene me lo impedisce, impedisce quasi completamente ogni mia capacità di movimento e i miei riflessi sono oltremodo andanti quando la donna mi da un colpetto sulla spalla
"che cazzo.." sibilo rifilandole un occhiataccia.
"stiamo chiudendo"
"senti Patty.."
"Page"
"come vuoi.." alzo gli occhi al cielo. lei mi guarda di sottecchi e io seguo il suo dito sul grande orologio metallico e colorato in cima alla parete ed è quasi l'una.
Non ricordo a che ora sono venuto qui, dopo che Allie se n'è andata sono stato delle ore con Austin e Brittany poi mi stavano iniziando ad irritare e sono venuto qui, da allora il tempo è volato veloce.
Faccio strisciare lo sgabello indietro sul pavimento lucido solo per guadagnarmi una smorfia da parte di Page e dopo aver lasciato la mancia sul bancone esco barcollando dal sudicio locale che ormai è diventato la mia unica consolazione.
Accendo l'auto e giro al massimo la rotellina del riscaldamento.
"la cosa è così infantile, Harry. non sono il tuo stupido giocattolo"
Il clacson suona quando impreco sbattendo le mani sul volante.
"cazzo!" urlo, il sangue confluisce velocemente e sento il cuore pulsare in ogni parte del corpo mentre la mia mente ubriaca fa capolino su Allie. Sento la testa scoppiare, letteralmente, forte, e non riesco a controllare il respiro affannato.
Strizzo gli occhi palpitando con le labbra cercando di tornare in me, sono ubriaco marcio, troppo fottutamente ubriaco per tornare in me.
Spengo istintivamente la macchina.
"ho ancora rispetto di me stessa, Harry"
Non sento più ragioni quando esco dall'auto e sbatto violentemente la portiera, per un attimo temo che il vetro si rompa a causa del ciocco troppo violento ma nemmeno una crepa appare sotto i miei occhi rossi quindi continuo il mio spostamento.
L'aria è pesante e sento il corpo sgretolarsi ad ogni passo mentre cammino esasperato avanti ed indietro per il grande parcheggio, non esiste che prenda anche una fottuta multa da aggiungere alla collezione, ne ho già abbastanza di essere sbronzo all'una di notte in mezzo ad un cazzo di parcheggio deserto.
Allie.
"non sono il tuo stupido giocatolo"
Il mio pugno affonda ferocemente contro il muro in mattoni e il bruciore famigliare delle nocche spaccate mi fa ardere d'adrenalina, urlo con tutta la mia forza mentre sferro il secondo, terzo, quarto e fottuto decimo colpo.
Il mio battito cardiaco è aumentato precocemente, è tutto così maledettamente pesante cazzo. Il sangue che mi ricopre le mani e gran parte della parete mi fa perdere maggiormente il controllo.
Il mio corpo risponde agli istinti quando attacco il muro macchiato di rosso davanti a me, il bruciore e le macchie violacee sulla mia pelle me ne fa desiderare ancora, odio tutto questo ma il secondo colpo non tarda ad arrivare e le mie urla strazianti riempiono il parcheggio freddo.
Sento il cuore pompare forte, contribuendo all'accelerazione del processo di scompartimento dell'alcol in tutto il mio corpo, non sento più ragioni o motivazioni per fermarmi, fino a quando le urla fastidiose di Page non boccheggiano nell'aria gelida.
"che stai facendo?!" grida alla mia feroce lotta.
Mi volto di scatto verso di lei, che istintivamente indietreggia. Studio la sua espressione ed è ovviamente terrorizzata dall'uomo che si trova davanti.
"chiamo la polizia, cazzo! Sei un fottuto squilibrato" Page muove le mani avanti ed indietro osservandomi basita, spaventata.
Si, sono un fottutissimo squilibrato.
Mi passo il palmo della mano sotto l'attaccatura del naso e il sangue mi sporca la pelle quando ritiro il gesto, non posso far altro che osservare la donna in panico armeggiare col cellulare.
La scarica d'adrenalina che sentivo inizia ad affievolirsi al contrario del dolore sulle mani che inizia a bruciare terribilmente, sono così dannatamente sbagliato.
"smettila di urlare, cazzo" ringhio contro Page quando mi chiama e stridulamente mi dice di entrare, non esiste che alzi le mani su di lei anche se la cosa mi è passata più volte per la testa nei precedenti tre minuti.
Sbatto la porta alle mie spalle e mi siedo su un piccolo divano rotto, macchiandolo di sangue e l'occhiata assassina di Page mi fa mugugnare un ridicolo mi dispiace.
"dov'è?" sento la voce di un uomo fischiarmi nelle orecchie.
"li, sul divano"
Sul tuo fottuto rotto e scomodo divano.
Una mano ruvida e callosa mi stringe il braccio facendomi alzare, sbatto gli occhi più volte come se al poliziotto grasso fosse appena cresciuta un'altra testa.
"cosa abbiamo qui?" l'uomo col distintivo si pizzica i peli scuri sul mento con una mano mentre l'altra è agganciata alla cintura dei pantaloni.
"ha dato di matto come un pazzo in mezzo al parcheggio del mio bar!" risponde Page muovendo le mani nell'aria.
"ubriaco?" l'agente mi guarda ed io mi scrollo di dosso le sue mani unte barcollando sui miei piedi.
Vedo come guarda allarmato la mia maglietta sporca di sangue quando lo fulmino con lo sguardo.
"ubriaco" afferma, senza scomporsi mentre armeggia con una radiolina.
"non è comunque successo niente" sbotto stringendo le braccia sul petto.
Sono fottutamente ridicoli se pensano che me ne starò con le mani in mano mentre mi accusano, anche se questo più o meno non posso davvero evitarlo. Ho appena infranto una sorta di stronzata sulla proprietà privata e merdate varie quindi ritengo giusto che Page abbia chiamato la polizia, ma i fottuti soccorsi mi stanno fottutamente irritando.

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