CAPITOLO 38

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ALLIE'S POV
La macchina di Harry è calda mentre percorriamo le strade silenziose e poco trafficante di Londra di prima mattina.
Sono piacevolmente sorpresa da come si sono messe le cose adesso, vorrei essere sicura che non si ribalteranno di nuovo ma anche non avendone la piena convinzione, non voglio doverci pensare adesso.
Harry pare così rilassato mentre fa scorrere le mani sul volante in pelle.
"dove stiamo andando?" gli chiedo, osservando la strada ormai non più famigliare attraverso il finestrino.
"in un ufficio per poter pagare le bollette" mi informa Harry.
"non c'è n'era uno più vicino?"
"non lo so ma non mi interessa, questo è l'unico in cui vado da quando ho una casa tutta mia" mi dice allungando una mano sulla rotellina per spegnere il riscaldamento.
"abbassa il finestrino, non si respira qui dentro" piagnucola e obbedisco facendo abbassare il mio finestrino.
L'aria leggera e fresca riempie velocemente l'auto e vedo Harry rilassarsi.
"come mai non mi hai mai detto di essere stata invitata da Liam?" mi chiede, lo guardo di sottecchi per un attimo non capendo la motivazione di questo suo intervento.
"non abbiamo mai avuto l'occasione di parlare molto" sussurro, mettendo ben in evidenza che le mie conversazioni con Harry, fino a ieri, non uscivano dalla gabbia dell'urlarsi addosso.
"avresti dovuto dirmelo comunque, non mi è piaciuto il modo in cui ti sei lasciata andare così" la voce seria graffia nella sua gola, aggrotta le sopracciglia senza degnarmi di uno sguardo.
"non puoi dirmi cosa posso o non posso fare " lo riprendo, leggermente irritata dalla sua presa di posizioni inappropriata.
"ti sei fottutamente ubriacata e quel bastardo di Liam ha permesso che tornassi a casa da sola" scatta, il nervosismo ben evidente nella sua voce. Mi chiedo da quanto si stesse trattenendo.
Stringo i pugni e mi preparo ad affrontare una discussione, non voglio rovinare questo momento con Harry quindi cercherò di non dargliela vinta arrabbiandomi con lui.
"lo so, io non avrei dovuto pensarci" rispondo, calma. In fin dei conti la colpa non è di Liam.
"esatto, non avresti dovuto e sei stata imprudente, cazzo" Harry stringe le mani sul volante girando impetuosamente ad una curva e voglio poter allungare una mano verso di lui e toccarlo.
"so di esserlo stata, ma non c'è bisogno di arrabbiarsi tanto" mantengo un ritmo ragionevole e lui sbuffa alzando gli occhi al cielo.
"c'è bisogno invece, vuoi dirmi che cazzo avevi per la testa? Se fosse sbucato qualche maniaco mentalmente disturbato? Che avresti fatto?!" Harry alza la voce, il tono duro riempie l'auto e mi sento una fitta allo stomaco alle sue parole.
Mi sposto sul sedile e allungo una mano verso di lui, appoggiandola alla sua coscia. Harry guarda dall'alto il mio gesto mantenendo una mimica facciale severa e rigida ma un respiro più tenue gli scivola fuori dalle labbra è questo è un buon segno.
"non è successo niente, Harry" lo rassicuro sfregando timidamente la mano sui suoi jeans.
"avrebbe potuto ed io.. io non avrei potuto impedirlo" dice tra i denti, l'espressione ferita e frustata capovolge quella arrabbiata di poco fa.
I sensi di colpa evidenti nella sua voce mi traballano in testa e non posso credere che Harry si senta realmente in questo modo, è arrabbiato con se stesso perché non mi avrebbe potuto proteggere.
"tu non centri nulla, comunque. Non avercela con te stesso" rifletto una voce calma nel tentativo di abbassare il suo temperamento irritabile.
"centro sempre quando si tratta di te"
"non voglio che sia così" ribatto, non voglio dover dipendere da qualcuno, Harry o meno che sia.
"è più forte di me, te l'ho già detto.. divento molto protettivo nei tuoi confronti" ora il respiro è rallentato e la sua mano ha raggiunto la mia sulla sua coscia.
Harry è talmente frustato e non so cosa fare per impedirlo. "posso badare a me stessa"
"no, non puoi, non se si tratta di qualcosa di pericoloso" le sue dita stringono le mie, preme con tutta la sua forza e gemo silenziosamente pregando che mi molli.
allora dimmelo" la ruota ha continuato a girare subdolamente per tutti questi giorni, ed ora sono qui, al punto di partenza con un ragazzo impestato di strazianti segreti.
Quando non risponde, decido di riprendere la parola "ti ho detto che ti avrei parlato di me, ricordi?"
"si"
"bene, lo farò solo se tu farai lo stesso"
Desidero conoscere Harry molto più in profondità, la messinscena del cattivo ragazzo non mi basta più.
"è diverso, Allie. Tu puoi parlarmi di te" dice, avvilito.
"perché tu non puoi?"
"ti farei del male, e non è questo ciò che voglio" Harry allunga lo sguardo verso di me e il verde smeraldo è caldo nei suoi occhi.
"non lo farai" sussurro ma Harry scuote il capo in segno di disapprovazione.
Quando spegne l'auto, scende velocemente lasciandomi sola nell'andirivieni di domande impetuose in circolo nella mia mente.
Dieci minuti dopo, non posso ancora credere che mi abbia sul serio lasciata qui da sola. Harry è l'insieme di chiaroscuro più grande che abbia mai visto in tutta la mia vita, mi lacera i pensieri e mi fa desiderare semplicemente di non aver fatto ciò che ho fatto, sempre, ogni volta, come ora. Sto desiderando di aver tenuto la bocca chiusa e non aver rovinato quel clima piacevole che si era creato durante la mattina, spero di non averlo rovinato.
Dopo altri interminabili cinque minuti, vedo Harry trascinare la sua alta figura attraverso il parcheggio.
Sale in macchina dopo alcuni istanti, lo sguardo ancora cupo mentre appoggia sui sedili anteriori un paio di buste.
"tutto bene?" gli chiedo.
"quelli stronzi non accettano le carte di credito" è innervosito, irritato mentre mette in moto l'auto.
"quindi?"
"quindi devo tornare qui domani è finire il fottuto versamento" si lamenta.
Resto zitta cercando di affievolire la tensione, so quanto Harry possa essere irritabile in momenti come questi e l'ultima cosa che voglio è che si arrabbi di nuovo con me, sempre che non lo sia ancora.
"perché non sei venuta?" rompe il silenzio dopo alcuni minuti, ha la voce severa e buia.
"non credevo volessi" sussurro.
"smettila di credere che ogni volta che mi arrabbio, non ti voglio" ringhia, le nocche gli si sbiancano contro il volante e mi costringo a distogliere lo sguardo prima che la sua testa possa compiere il giro concreto per incontrare i miei occhi.
"non credevo ti avrebbe fatto piacere, tutto qui" ammetto, sono dispiaciuta di non averlo seguito all'interno dell'ufficio ma credevo davvero di fare la cosa giusta.
"probabilmente hai ragione, ma voglio comunque averti sempre sottocontrollo" mi avverte severamente e sento una scossa all'interno dello stomaco.
Pensieri di Harry iperprotettivo e più asfissiante di quanto non sia già mi fanno bramare un desiderio di rabbia e terrore. In un certo senso amo il fatto che Harry voglia prendersi cura di me, anche se a modo suo, ma nell'altro odio dover essere dipendente da qualcuno anche se di Harry, in un verso più o meno stabile, mi piace.
"mi dispiace" concludo, poco sicura di cosa vuole sentirsi dire.
"smettila di scusarti" mi sgrida e io inizio a contare le strisce sulla strada che sfreccia sotto di noi, se la situazione non si smuove alla svelta, credo che potrei impazzire.
Harry si mette sulla superstrada e il traffico diventa ingombrante solo alcuni minuti dopo. Mi ritrovo a fantasticare su cosa starei facendo adesso se fossi al campus, nella mia stanza, con Katie.
Probabilmente i compiti, o guarderei un film e invece sono qui, con Harry, dopo una notte passata insieme ed infiniti sensi di colpa per tutto ciò che è successo nelle ultime ventiquattro ore. Ho bisogno che Harry sappia che mi dispiace averlo irritato poco fa e che Liam non centra niente con la storia che me ne sono andata da sola da casa sua. Sicuro come la morte, odierei il fatto che Harry potrebbe far del male a Liam per questo.
Non voglio pensarci ma più ci penso e più immagini del pugno di Harry che entra in collisione con il viso di Liam diventano chiare e precise nella mia testa, mi convinco sempre di più che se non faccio qualcosa ma permetto ad Harry di crearsi ulteriori dubbi e frustrazioni, sarebbe capace di farlo.
"Harry" lo richiamo, è indubbiamente assorto nel suoi pensieri quando gira la testa verso di me.
"mi dispiace per prima, non avrei dovuto tirare in ballo l'argomento. So che non vuoi parlarmene e cercherò di rispettarlo, solo ti prego non metterti nei guai" lo guardo, la sua espressione tesa si addolcisce tremendamente dopo che ha assorbito la mia piccola supplica.
Harry rimane in silenzio, tornando a fissare la strada e le macchine in colonna davanti a noi. Deve sentirsi dire altro, deve sentirsi tranquillo, io devo farlo sentire tranquillo.
"perdonami, me ne starò fuori, ci proverò almeno.
E per quanto riguarda il parlarmi di te, non voglio costringerti, non lo farei mai. Solo amerei poterti conoscere meglio" dico, calma. Un respiro gli cade dalle labbra dopo che la mia mano si è appoggiata alla sua coscia.
Ho bisogno che mi parli, ho bisogno che mi dica che non devo preoccuparmi e che sta bene. Ma so che non è così, qualcosa in Harry lo sta turbando talmente tanto da avere così paura anche solo di parlarne con qualcuno, con me. Vorrei poterlo aiutare ad esternarsi ma è così difficile abbattere una barriera che lui stesso si è costruito intorno, è così difficile riuscire a capirlo dal momento che nemmeno lui riesce a farlo.
"anche io amerei poterti conoscere meglio" la voce bassa di Harry mi richiama dai miei pensieri e lo guardo, così come guardo la sua mano aprirsi grande sulla mia e stringermi.
"possiamo trovare dei compromessi, provare a non litigare più per delle sciocchezze. Non voglio farti arrabbiare" muovo la mano sotto la sua e la prendo meglio, arricciando le nostre dita insieme.
"è così difficile per me pensare che a qualcuno possa davvero fregare qualcosa di come mi sento" Harry ha la voce calma e non posso credere a quanto radicalmente il suo temperamento si sia sbollito.
Odio vederlo così. Così affranto e distrutto da se stesso.
"a me importa, Harry. lo sai" lo rassicuro, facendo del mio meglio per fargli credere alle mie parole sincere.
"perché?"
Perché si, non c'è una ragione. Perché amo il modo in cui mi fai sentire ogni volta.
"perché tutti meritano qualcuno che li ami" rispondo. La conversazione di questa mattina mi balena nella mente, quando Harry mi ha detto che non si merita e mai meriterà niente, non volevo credergli perché semplicemente non è giusto.
Cos'ha fatto questo ragazzo di così sbagliato?
So che Harry può avere dei brutti comportamenti ed essere davvero scortese ma non voglio credere che non si meriti qualcuno anche lui, che non abbia bisogno di una persona che lo aiuti. Magari un amico, magari un famigliare, magari me.
"io non ho nessuno che mi ama" le sue parole mi svuotano. Letteralmente, lasciandomi con un immenso ed incommensurabile vuoto.
"devi permettere alle persone di farlo" gli sussurro, restando calma davanti ai suoi occhi oscillanti tra la via del bene o quella delle risse e dei brutti vizi.
Non sto pretendendo che Harry cambi da un momento all'altro, non è questo che voglio. Vorrei che la smettesse di prendersela con se stesso per qualcosa che non so, che non vuole dirmi, e vorrei lo facesse anche se probabilmente sto aspirando a troppo.
Harry tira un sospiro e toglie la sua mano dalla mia, lascio che il piccolo senso di panico si dissolva dentro di me e mi ritiro sul sedile.
"Possiamo parlare d'altro, per favore?" si lamenta.
Non voglio degradare maggiormente la situazione quindi mi limito ad annuire, ho solo bisogno di mantenere una conversazione più sana ed equilibrata con Harry.
"di cosa vuoi parlare?" gli chiedo.
"non lo so, dimmi qualcosa per distrarmi"
"il mio professore di letteratura è davvero strano, l'altro giorno ci ha dato un compito sulle condizioni del dopo guerra da dover collegare alla letteratura inglese. Quindi ora mi ritrovo a dover consegnare un compito senza avere la minima idea di cosa fare" dico velocemente, abbozzando un tentativo di farlo rilassare.
"qualche argomento in particolare?" la voce di Harry è più rilassata e la cosa mi tranquillizza maggiormente mentre prendo un profondo respiro.
"ha detto che dobbiamo fare alcune ricerche su internet su persone famose che hanno in un qualche modo fatto parte sia della seconda guerra mondiale sia del mondo della letteratura inglese" lo informo.
"compito difficile" si pizzica l'attaccatura del naso ruotando il volante verso sinistra.
Il resto del viaggio passa con Harry che cerca di convincermi sull'utilizzare Gandhi ma non ha capito che non ha a che fare con la letteratura, ho cercato di spiegarli che il suo concetto della non violenza non sarebbe stato abbastanza per soddisfare le richieste del mio insegnate e lui ha fatto l'offeso quando l'ho ripreso per i suoi interventi scortesi nei suoi confronti.
"vuoi che ti riporti al campus?" mi chiede Harry una volta tornati in città.
"si, devo preparare delle cose per le lezioni"
"ti ho già detto come la penso su quel progetto, Gandhi farebbe il suo fottutissimo effetto" è fiero della sua idea e non posso evitare di non ridere quando mi fa una smorfia per non volergli dare ascolto.
"vedrò, per ora mi affiderò ai libri di storia e a internet ma grazie della collaborazione" ridacchio e Harry stringe la mano sulla sua coscia facendomi sussultare.
I nostri sguardi si incontrano e mi sento fremere al contatto col verde ficcante nei suoi occhi.
"questo vestito è stato testato per mettere alla prova la mia fottuta ed inesistente capacità di auto controllo" sibila facendomi letteralmente venire la pelle d'oca.
Sfrego le mani sulle mie cosce nude e pensieri delle mani di Harry su di me mi fanno immergere nella sensazione inebriante delle sue labbra e del suo fiato frizzante su di me, sento ancora la scossa per ciò che è avvenuto questa mattina, sento ancora quell'elettricità scoppiettarmi sotto la pelle mentre le sue dita lunghe corrono sulla mia coscia scoperta.
Harry gira ed entra nella via del campus, rispetto alle ultime volte in cui sono stata portata qui da lui, non sento quel senso di sollievo ma invece un senso di vuoto mi invade quando mi rendo conto che dovrò allontanarmi da lui.
L'auto si ferma ed io guardo Harry, è così bello da star male.
"credo che dovrei andare" sussurro, osservando la sua mano ancora aperta sulla mia gamba.. le dimensioni del copro di Harry fanno apparire il mio così piccolo e fragile sotto di lui.
"si, dovresti"
Appoggio la mano sulla maniglia della portiera ma Harry mi ferma dal gomito. quando mi giro verso di lui, il suo sguardo sta bruciando nel mio.
"che c'è?" gli domando.
"dovresti anche salutarmi"
"ciao, Harry" il calore sulle mie guance prende forma e mi sento così in imbarazzo davanti a lui sapendo che sta assistendo per l'ennesima volta alla mia fragilità.
"sai che non è questo quello che intendo" dice severamente.
È veloce ad allungarsi verso di me, appoggiandosi contro la separazione tra i sedili e non posso formulare un pensiero deciso che le sue labbra sono già sulle mie.
Il piacevole ardore che sento pulsare sulla mia bocca fa scattare ciò che temo sempre scatti con Harry, tutto di lui mi fa uscire completamente di testa, spazzando via la mia razionalità lucida e coerente.
Quando sono con lui, niente è lucido e coerente, proprio come in questo momento, in cui le nostre lingue si annodano insieme.
Le labbra di Harry si muovono piano e dolcemente sulle mie, il tocco essenziale e repentino mi trasmette calore e passione solo attraverso i piccoli ansimi che gli cadono dalle labbra.
"ora devo andare" respiro sulla sua bocca distaccandomi pochi istanti dopo, Harry mi guarda con disaccordo ma sono già scesa dall'auto quando fa per raggiungermi di nuovo. "ci vediamo, okay?" sussurro.
"va bene" Harry mi sorride provocatoriamente e rastrella il mio copro con lo sguardo prima di strizzare l'occhio e sfrecciare via a bordo della sua macchina scura.
Quando entro in camera, sbatto la porta e mi lascio scivolare sul legno scuro liberandomi dei respiri che avevo trattenuto per i precedenti cinque minuti.
Non riesco a credere in che situazione ci siamo messi io ed Harry, non voglio che qualcuno creda che sono un'altra ragazza caduta nel suo giochetto, non voglio farlo pensare ad Harry e non voglio permetterlo a me stessa.
Solo che le sensazioni che mi fa provare sono troppo forti da poter essere lasciate da parte, non ho mai sentito neanche la metà di quello che sento con Harry con nessun altro ragazzo.
Il corpo di Harry è così attraente ed accattivante come non lo è mai stato quello di nessun altro per me.
Raccolgo i battiti e cerco di calmare i pensieri impazziti all'interno della mia mente non appena il rumore di nocche sbattere contro il legno mi richiama.
Sussulto e il mio cuore accelera smisuratamente all'idea che possa essere Harry, magari vuole passare con me anche il resto della giornata.
Apro velocemente ma il sorriso a trentadue denti sulla mia faccia sparisce e la delusione mi invade quando incontro gli occhi grigi di mia madre.

SPAZIO AUTRICE
Buon giorno ragazze❤️ecco il nuovo capitolo! Spero possa piacervi, fatemi sapere cosa ne pensate.. Voglio tantissimi commenti! :)
Vi amo❤️

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