CAPITOLO 58

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ALLIE'S POV
Il mio pugno chiuso bussa sulla porta in legno davanti a me e devo aspettare solo qualche minuto prima che venga aperta.
Liam ha gli occhi stanchi e l'aria ancora assonnata quando mi guarda sorpreso.
"Allie? Che succede?" mi chiede sgranandosi gli occhi e sbadigliando per l'ora. Sono più o meno le sei e mezza adesso ed Harry è andato a prendere la sua auto nel parcheggio di fianco, mi sento un egoista ad andarmene in questo modo dopo che i genitori di Liam mi hanno accolto così premurosamente ma stare con Harry è l'unica cosa che mi sento davvero di fare in questo momento. Giusto o sbagliato che sia.
"scusa se ti ho svegliato, oddio sono di un tempismo pessimo" mi pizzico da sola scrollando la testa cercando di farmi perdonare. Liam sospira ma non c'è ombra di giudizio nel suo sguardo, lo adoro anche per questo, Non mi ha mai giudicata per le mie scelte e spero che mai lo farà, ho bisogno di averlo accanto.
"dov'è Harry?" si passa una mano fra i capelli corti
"ha bisogno di andarsene da qui, Liam. non so cosa sia successo ma so che ha bisogno di uscire da questa casa e non sarò di certo io ad impedirglielo"
Liam mi guarda confuso ma dentro di se cresce una perla di consapevolezza a me sconosciuta. E più continuo a guardarlo, più mi rendo conto che forse anche lui è a conoscenza di qualcosa che a me sta sfuggendo.
"che succede?" gli chiedo. Ho un disperato bisogno di sapere, sono nel centro esatto di questa situazione senza essere davvero al corrente di tutto ed è straziante non sapere, so che se ne parlassi con Harry non la prenderebbe bene, l'ho visto. Ho visto come mi ha guardata e come stava supplicando che mi concedessi a lui per renderlo meno vulnerabile e ho visto la paura nei suoi occhi, quindi no, non voglio parlare di questo con lui in questo momento.
"ti prego, dimmelo. Harry non mi dirà nulla e se solo glielo chiedessi si arrabbierebbe con me" sospiro guardando gli occhi nocciola e caldi del mio unico vero amico qui.
"so come è fatto Harry" Liam mi guarda e i suoi occhi oscillano in un modo che non avevo mai visto
"cosa? Che vuol dire che sai come è fatto Harry?" mormoro
"i nostri genitori erano amici un tempo" ammicca "mia madre e quella di Harry erano praticamente inseparabili" rompe l'acqua e la confessione brucia sulla punta della sua lingua.
Cerco di raccogliere le poche e confuse informazioni appena uscite dalla bocca di Liam e esamino la situazione. Se i loro genitori si conoscevano, allora un piccolo Harry e un piccolo Liam erano amici un tempo.
"vuol dire che tu e lui.. voi.."
"si" annuisce Liam sedendosi sul bordo del suo letto "eravamo amici, per quanto due bambini di cinque anni possano esserlo" sorride fissando i suoi piedi nudi e entrando nei suoi ricordi.
Resto zitta cercando di immaginarmi due bimbi alle prese coi giocattoli. Uno sicuramente più ordinato ed educato dell'altro.
Mi avvicino al letto e mi siedo accanto a Liam, desiderando di sapere di più.
"non so se dovrei parlarti di questo, è stato un momento così difficile per la famiglia di Harry.."
"so già di sua sorella"
"te lo ha detto lui?" Liam si volta verso di me perplesso. Annuisco sentendo uno strano calore dentro di me per poter dire per la prima volta si sapere già qualcosa sulla vita di Harry.
"non credevo ne parlasse con qualcuno"
"non ne parla con nessuno in fatti, lo ha detto solo a me."
"stiamo parlando di Harry, questo non rientra nella sua tipologia di azioni"
Lascio da parte il malato egoismo dentro di me alle sue parole e per essermi resa conto che posso ritenermi la prima persona con cui Harry si è più o meno lasciato andare.
"quindi" incalzo "è per questo che ha reagito così ieri quando ha rivisto tua madre?"
"immagino di si" dice Liam "lui e Gemma erano così attaccati. Dopo che se n'è andata, Harry non è più stato lo stesso"
Non riesco a non sentire un magone prominente bruciarmi nella gola al pensiero di un bambino riccio felice e sorridente amato da tutti. Harry sembra aver passato le pene dell'inferno e più lo conosco, più me ne convinco. Non deve essere per niente facile perdere un famigliare, figuriamoci a quell'età e non posso biasimarlo per la sua reazione. Non lo sto giustificando, dico solo che so come ci si sente.. in un certo senso, anche io ho perso mio padre e non è la migliore delle sensazioni.
"per mia madre è stato uno shock rivederlo" ammette Liam
"la capisco"
Ricordo con estrema chiarezza l'espressione di Karen quando ha visto Harry ubriaco nel suo giardino ieri sera e la mia sensazione di essermi persa qualcosa è stata leggermente sanata.
"credo sia stato totalmente insostenibile per lei, dopo che Harry ha perso i sensi e sei venuta qui con lui, credevo che sarebbe scoppiata in lacrime da un momento all'altro. Lei e la madre di Harry erano così amiche un tempo" commenta Liam.
Posso dire che sta cercando di ricordare con precisione i pochi e nitidi ricordi che deve avere un bambino di cinque anni e la cosa mi fa tenerezza, nonostante la storia tragica di questa famiglia mi piace immaginare un piccolo Liam alle prese con un bambino totalmente opposto a lui.
"ora tutto ha più senso" dico "quando l'ho vista guardare Harry in quel modo non me ne capacitavo, è stato così strano e assurdo allo stesso tempo"
"lo so, non posso immaginare come andrà d'ora in poi.. ora che mia madre l'ha rivisto, vorrà delle spiegazioni"
"spiegazioni?" domando nello stesso istante in cui la porta della stanza di Liam viene aperta.
"Allie?" Harry entra nella camera e mi guarda, per poi fermarsi sul ragazzo accanto a me.
Mi volto perplessa verso Liam quando noto lo sguardo inquisitore di Harry e mi rendo conto che la situazione possa essere presa facilmente dall'altro lato della corda, Liam è senza maglia e indossa solamente un paio di boxer.
"che cazzo.." scatta Harry
"va tutto bene, andiamo" lo zittisco e mi alzo velocemente dal letto, Liam fa lo stesso e Harry lo inchioda con lo sguardo.
"che cazzo stai cercando di fare?" si avvicina di più ma Liam è troppo gentile per dargli questa soddisfazione e resta zitto, solo mi rivolge un occhiata di scuse e io annuisco debolmente facendogli cenno di non preoccuparsi. Non riesco davvero a credere al modo in cui fanno finta di non aver niente a che fare l'uno con l'altra, al modo in cui Harry sembra rifiutarlo categoricamente.
"adesso smettila, Harry. ho svegliato Liam alle sei e mezza del mattino e siamo già stati abbastanza maleducati non credi?" lo rimprovero
"no, dannazione è fottutamente con un solo dannato paio di boxer addosso" muove le mani drasticamente nell'aria e non posso contenere un risolino quando guardo Liam confuso e sconvolto allo stesso tempo.
"non è successo niente" lo rassicuro appoggiando una mano sulla sua, sentire la pelle di Harry è probabilmente una delle sensazioni che preferisco al mondo.
Lui mi guarda furioso ma la sua espressione si addolcisce quando gli sorrido e sento le sue dita stringersi protettivamente intorno alle mie.
"grazie di tutto e scusa ancora" dico velocemente a Liam mentre Harry mi trascina fuori dalla stanza.
Nel giro di due minuti siamo nella sua auto e sfrecciamo sulla superstrada, allontanandoci il più possibile dai ricordi del suo passato doloroso.
HARRY'S POV
"Voglio solo dirti che qualsiasi cosa sia tutto questo, di qualsiasi cosa siano fatti i nostri sentimenti in questo momento, io non desidero altro che questo" le sue parole troneggiano nella mia mente mentre la guardo buttare roba a caso in una borsa.
Allie mi fa sentire così vivo che alle volte penso che tutto ciò che c'è stato prima di lei non sia stata vita, e in un certo senso è così. Non che mi ritenga degno di poter avere una vita felice comunque, ma quando sono con lei sento che qualcosa, forse un giorno, potrebbe esserci anche per me.
"devi portarti dietro tutto l'armadio?" la prendo in giro, consapevole che non ne sarà felice ma è dannatamente divertente vederla accigliarsi in quel modo ogni volta che faccio qualche battuta di cattivo gusto.
"sto prendendo solo qualche cosa, Harry" sbuffa infilando una maglietta color carne nel mucchio. Non voglio pensare a come debba stare con quella cosa addosso e più cerco di non farlo, più il suo corpo formoso si fa strada nei miei pensieri e le mie mutande.
"per quanto resterai?" le chiedo, sedendomi sul divano. In realtà, non voglio davvero saperlo. Se fosse per me, potrebbe restare sempre ma so che è solo questione di tempo prima che compia altre sciocchezze e se ne vada di nuovo.
"non lo so, qualche giorno immagino" Allie litiga con qualche ciuffo di capelli mentre si china per raccogliere delle scarpe dal pavimento, il bisogno di alzarmi e sistemarle i lunghi ciuffi dietro le orecchie mi sovrasta ma resto seduto a guardarla, mentre raccoglie il necessario per venire da me.
Quindici minuti dopo, il sole è ormai alto nel cielo e le strade iniziano a riempirsi di impegnati uomini che cercano di arrivare prima al lavoro, di mamme alle presenze e coi bambini e studenti coi libri fino al collo e poi ci siamo noi. Io ed Allie, all'interno della mia auto, riscaldamento al massimo, la radio accesa, che andiamo in direzione opposta, in contro corrente, per raggiungere l'unico posto in cui ci è permesso stare insieme senza errori.
Il viaggio è durato silenziosamente, Allie non mi ha davvero parlato dopo che l'abbiamo fatto nella doccia di Liam e non riesco a leggerle dentro come ho il disperato bisogno di fare.
scende dall'auto e posso notare la sua espressione pensierosa mentre chiude la portiera e si incammina lungo il vialetto di casa mia, la guardo scomparire attraverso la porta e cerco di non impazzire al solo pensiero di averla in casa in modo più o meno permanente.
È seduta in cucina quando la raggiungo, un bicchiere d'acqua in mano e le gambe accavallate sullo sgabello di legno.
"dovrei iniziare a nascondere meglio le mie cose" dico scherzando cercando di smorzare un po' l'aria.
In un modo o nell'altro, dalla nostra piccola scappatella nella doccia questa mattina, mi sento più leggero e la rabbia si è dissolta quasi completamente dentro di me ma più guardo Allie e più capisco che qualcosa non va.
Abbozza un timido sorriso appoggiando il bicchiere ancora mezzo pieno sul tavolo e portandosi le piccole mani sul grembo, osservo le sue dita intrecciarsi lentamente e i piccoli polsi piegarsi quando alza le mani sulle gambe.
"qualcosa non va?" chiedo, e me ne pento nell'istante in cui capisco che è successo qualcosa nei dieci minuti in cui l'ho lasciata sola con Liam.
Allie scuote la testa, in silenzio, rifiutandosi di guardami. Sento una leggera adrenalina sotto pelle quando i suoi occhi mi congedano con freddezza. Ma in un certo senso, non me ne sorprendo nemmeno più di tanto e sinceramente dovrei considerarmi fortunato solo per il semplice fatto che sia qui con me e non nella sua minuscola schifosa stanza al campus o ancor peggio con la fottuta famigliola felice dei Payne.
Voglio fottutamente sapere cosa quello stronzo le ha messo in testa e perché ora e qui e si comporta in questo modo. Cazzo. Sono già abbastanza incasinato di mio senza che sia lei a crearmi altri problemi, ho bisogno che mi regga non che mi butti giù.. questo e ciò che sarò io a fare con lei, prima o poi.
"dimmelo" ordino.
Lei mi guarda con una smorfia e gira la testa.
"e non te lo sto chiedendo" aggiungo, digrignando i denti e la mia rabbia in accumulo.
Allie sembra rifiutare le mie parole e se non fosse che è una dannata femmina e io non sono stronzo o malato o pazzo a tal punto da picchiare una femmina, le avrei già spaccato il setto nasale ma non posso. Cazzo non posso e in un certo senso non voglio ma è così facile immaginarsi il viso di quel bastardo di zayn o Austin e desiderare di rovinarglielo a pugni.
Ad ogni modo, il viso che ho davanti è di Allie e non di un maledetto idiota quindi devo tenere le mani a posto.
"non te lo chiederò di nuovo" ringhio, avvicinandomi a lei che tenta di fuggire quando capisce che le sono troppo vicino per permetterle di farlo.
"Allie?" la scuoto dalle spalle alzando leggermente la voce. "Allie" la chiamo di nuovo quando non risponde, solo le labbra increspate.
"Allison cazzo" sputo. Stringendo la sua pelle morbida sotto le mie dita e girandola bruscamente perché mi guardi negli occhi.
"Mi fai male!" sento il suono della sua voce per la prima volta da quando ce ne siamo andati da casa di Liam ed è fottutamente orribile.
"Harry" piagnucola declinando il collo come se fossi in procinto di spezzarglielo, le mie mani cadono dalle sue spalle e lei sospira facendo un veloce passo all'indietro.
"mi dispiace okay? Voglio solo sapere cosa cazzo ce che non va e perché cazzo da un momento all'altro sei così istericamente incomprensibile!" urlo, muovendo le mani nell'aria tra di noi, un aria troppo pesante e troppo piena di lustri problemi e meravigliose prese per il culo.
"sei davvero incredibile.." sbuffa una risata. Che cazzo?
Non faccio in tempo a spiaccicare mezza parola, o insulto o qualsiasi cosa la mia bocca avesse intenzione di dire che Allie sta di nuovo parlando "credi davvero che sia io quella "istericamente incomprensibile"?" imita dannatamente troppo irritantemente le virgolette e devo contenermi dal non urlare contro "non hai idea di quanta fatica faccia ogni giorno per cercare anche solo di farti sputare una parola!" grida e se ricordo bene, non l'ho mai sentita gridare in questo modo. Mentre si strofina le spalle arrossate mi rendo conto di cosa cazzo ho fatto, tre segni rossi sono ben evidenti su ognuna delle sue spalle e mi si contorce la gola al pensiero di averle fatto del male.
Le mie rotelline girando velocemente, impazzendo, degenerando, facendo scattare anche l'ultimo meccanismo che forse era ancora sano dentro di me e mi sento un fottuto lurido pezzo di merda per lei.
La rabbia cresce, pesante e più diventa grande, più io mi sento piccolo. Schiacciato e sottomesso da questo enorme mucchio di stronzate dentro la mia testa che in uno strano modo, sembrano sempre avere la meglio su di me.
"vorrei davvero sapere come si sente, sai?" la voce di Allie incazzata attira di nuovo la mia attenzione.
"come ci si sente a fare cosa?" dico, sbattendo le ciglia velocemente cercando di far diventare quell'immagine più sfocata ma allo stesso tempo il più chiara possibile, per auto commiserarmi ancora e ancora, fino a non sentire nemmeno più quel rimorso.
Nella mia mente girano e rigirano immagini di una Allie a terra e con lividi ovunque, a partire dalle spalle, fino al petto e poi al viso e in fine dentro di lei.
Credo di emettere un verso di disgusto perché Allie inarca un sopracciglio e mi guarda confusa, ma la sua espressione incazzata c'è ancora.
"vorrei sapere come dannazione ci si sente ad avere una povera ed illusa ragazza intorno che cerca come una stupida di farti star bene" scatta. Le lacrime in procinto di scendere. Lo so, lo sento dalla sua voce rotta, per colpa mia.
Tu mi fai star bene, cazzo si. Vorrei dirle, ma taccio e faccio il codardo come ho sempre fatto.
"sei un tale casino Harry" le trema la voce mentre continua. Mi costringo ad alzare la barriera, di più, di nuovo, affinché io non possa sentire anche il piccolo e minuscolo accenno di dolore che ho avvertito non appena le ha pronunciate.
So che sono un casino, lo so dannatamente troppo bene ma ho bisogno che tu non te ne vada, mai. La guardo e i suoi occhi grigi sono raccolti da un velo di lacrime così fragile, che potrebbe scoppiare da un momento all'altro.
Per un momento, desidero che succeda, desidero che pianga, che si senta una merda proprio come mi sento io ogni giorno della mia vita e ogni giorno moltiplicato per cento da quando la conosco.
Desidero che crolli, così che possa concentrarmi sul casino del suo trucco colato sulle sue guance anziché che sul mio casino.
"è straziante.." sospira Allie in fine, quando non rispondo "vorrei solo poter sapere cosa pensi"
Non so nemmeno io cosa penso.
"vorrei poterti conoscere meglio"
Anche io.
Un secondo di silenzio seguono le sue parole, e mentre mi guarda immobile e zitto posso percepire un briciolo di speranza attraverso i suoi occhi. Una speranza che non è destinata a crescere, non con me.
Allie sospira e fa cadere per un attimo la testa verso il basso.
Continuo a guardarla e continuo a restare zitto, ho bisogno che sia lei a decidere di andarsene. Non voglio essere io a cacciarla, non potrei mai ma ho bisogno che accada.
"ricordi quando mi hai detto che sarei potuta essere il tuo motivo per tutto?" chiede, è imbarazzata e timida quando mi guarda di nuovo e la cosa in un certo senso mi infastidisce.
Si, certo, come potrei non ricordarmelo? Eravamo nel retro di quel cazzo del nostro campus e lei mi aveva seguito dopo lezione. Ricordo anche che ha detto si alla mia domanda sull'essere disposta a combattere i miei fantasmi.
In un certo senso, non è colpa sua, lei sta davvero cercando di farlo, sta cercando ci capirmi ma io non glielo permetto. Non posso, non posso rovinarla così. Non posso semplicemente prenderla e buttarla dentro di me come se fosse carne da macello, perché è questo se diventerebbe se si concedesse a me come vorrei. È questo che succederebbe se diventasse il mio incontro pomeridiano con il sacco da boxe ed è questo che succederebbe se fossi così talmente stupido ed egoista e anche maledettamente stronzo da permetterle di rovinarsi i tanto attesi anni del fottuto college di ogni ragazzina per me.
"Harry?"
sussulto quando sento le dita di Allie toccarmi le guancie.
Quando si è avvicinata così tanto? E perché non me ne sono accorto? In ogni modo, posso respirare e liberare almeno un po' la mia mente in delirio quando la sento pelle contro pelle.
La guardo zitto, aspettando che parli di nuovo.
"devi smetterla di combattermi, devi smetterla di combattere chiunque" Allie è così dolce, così piccola e una così facile preda per il mio grande ego e il mio ancor più grande orgoglio.
"non provare a cambiarmi" dico quasi come se stessi sputando fuori le parole a fatica.
"Non è questo che sto cercando di fare, oddio non potrei mai" dice "non voglio cambiarti, vorrei solo capirti"
"non mi capisco neanche io, come diavolo puoi pensare di farlo?" dico bruscamente, senza pensare, ma forse è meglio così se voglio davvero che si allontani da me.
"non vuoi che lo faccia, non è così?" mi chiede piano, quasi come se avesse paura di quale potrebbe essere la risposta.
"è così." Rispondo.
Gli occhi di Allie mi abbandonano, le sue mani scivolano via dalle mie guance e il suo profumo si allontana da me. in un nano secondo, mi ritrovo più solo di prima.
"è così, allora? Nulla di quello che abbiamo fatto o.. "
"o?" la interrompo prima che possa finire
"o provato" dice, la tristezza nella sua voce. "nulla di tutto ciò ha mai avuto davvero importanza per te."
Per mio orrore, non me lo sta chiedendo ma lo sta affermando.
Non riesco neanche a rispondere perché non saprei cosa dire.
Allie attraversa silenziosamente la cucina e afferra la borsa sul bancone.
"dove stai andando?" le chiedo ridicolamente. So dove sta andando, via da me
"a casa" respira.
Doveva essere questa la tua casa.
Doveva essere questa la tua casa se non fossi stato così sbagliato durante tutta la mia vita. Aggiungo quando sento la porta d'ingresso sbattere.

SPAZIO AUTRICE ❤️
Eccoci qui ragazze! Da oggi sarò di nuovo attiva e puntuale con la pubblicazione dei capitoli (ogni 3 giorni)
Comunque ecco qui il nuovo aggiornamento! Spero col cuore che vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate ❤️

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