6. La base

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Impiegammo circa una mezz'ora per arrivare alla cosiddetta "base" di Luke. In macchina, io ed il signor Carter, non abbiamo aperto bocca neanche una volta. Dietro all'Audi, ci seguono le macchine dei suoi tre amici. Ancora non riesco a credere a tutta questa storia: missioni, basi segrete, Luke. Mi sento in un film d'azione.

Continuo a torturarmi le mani a causa dell'ansia. Il fatto di dover incontrare questo Luke, mi innervosisce parecchio. Sono un tipo a cui piace avere il controllo della sua vita, organizzando ogni minimo minuto della giornata, e tutta questa faccenda non era prevista. Sento quel controllo scivolarmi dalle mani, ed ho come una brutta sensazione che non riesco a scrollarmi di dosso.

Dopo che la macchina è accostata, scendiamo. È una zona poco movimentata. Ci sono alcuni palazzi e delle macchine, ma nessuna persona che cammina per strada. L'unica cosa a risuonare è il fischiettio del vento. Ci raggiungono i due avvocati ed il signor James.

<<Siamo pronti?>> chiede quest'ultimo con tono serio ed autoritario. Mai sentito fino a questo momento. I quattro iniziano ad incamminarsi, ed io mi affretto a seguirli. Ci avviciniamo verso la porta di quello che sembra...un magazzino? Sono confusa.

Il signor Carter inserisce una specie di codice su un pannello accanto alla porta. Questa, appena qualche istante dopo, inizia ad aprirsi automaticamente. È grande e in metallo. In effetti, una volta dentro, si rivela essere un vecchio magazzino. E aggiungerei anche abbandonato.

Sempre più incuriosita da tutto ciò, continuo a seguirli in religioso silenzio. Rimbombano solo i nostri passi. Ci fermiamo davanti un'altra porta in metallo, ma che, ben presto, mi accorgo essere un ascensore.

Hayley ed il signor Christian sono già dentro, quando esclamo <<Io là dentro non ci salgo>>
Mi guardano tutti in modo strano, tranne il capo.
<<Ah vero, la tua fobia per gli ascensori>> già il tono con cui lo pronuncia, mi fa venire voglia di tirargli un ceffone.
<<Hai paura degli ascensori?>> ripete il signor Collins, come per accertarsi di non avere capito male.

Annuisco brevemente.
<<Non c'è altro modo per scendere al piano di sotto. Significa che oggi è il giorno buono in cui affronterai la tua paura>> parla il capo.
Che maleducato!

Scuoto la testa.
<<Non ci salgo>> ripeto.
<<E invece lo farai. Luke sta aspettando, ed odia farlo, proprio come me che sto anche perdendo la pazienza. Quindi sali in questo dannato ascensore>>
Questa sua frase mi manda proprio su tutte le furie.

<<Ascolti bene, Carter, lei sarà anche il mio capo, e in azienda può obbligarmi a fare qualsiasi cosa-sempre in termine di lavoro, sia chiaro- ma qui non ha alcun potere su di me. Ne lei>> lo indico con un dito <<Ne il suo amichetto di nome Luke. Nessuno può obbligarmi ad incontrarlo. Se sono qui, è per pura gentilezza nei vostri confronti. Quindi, o mi trova un altro modo per scendere là giù, o Luke potrà conoscermi meglio nei suoi sogni>> il mio tono è furioso, così come lo sguardo dell'uomo di fronte a me.

<<Ha fegato, la ragazza>> ridacchia Collins.
Le espressioni di tutti i presenti sono divertite.
<<Cosa c'è di divertente?>> sbotta il loro amico, incavolato nero.
<<Niente. Ma devi ammettere che ha ragione>> gli risponde la rossa.
<<Sono totalmente d'accordo>> la appoggia il signor James.

Li fulmina con lo sguardo.
<<Non puoi obbligarla a superare una paura dall'oggi al domani. Non puoi obbligarla a fare niente, e basta>> lo rimprovera Hayley. Provo un lieve sollievo. Già credevo che fossero tutti dalla stessa parte del loro amico.

<<Va bene, come ci arriviamo giù, allora?>> sospira il capo.
<<In effetti c'è un modo>> inizia a dire il signor James, che riceve la nostra totale attenzione.
<<Uscendo da qui, sul retro dell'edificio, vi è una finestra dalla quale ci si può calare dentro>>

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora