67. Come degli sconosciuti

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«È finito il whiskey.» Borbotta un Christian mezzo sdraiato sul bancone del bar dell'azienda. Capovolge la bottiglia di vetro, sperando di farne uscire anche solo una goccia. «Credo che abbiamo finito anche la scorta del bar.» Ride Eleanor, dietro al bancone, con aria stanca. Non so nemmeno che ore sono, l'unica cosa che so è che in azienda siamo rimasti solo noi. Dalle finestre entrano solo i flebili raggi della luna.

«Vi prego, spostiamoci al bar. Ho bisogno di bere per dimenticare la giornata di oggi.» Propone Aiden. «Tu hai avuto una giornataccia? Non sai quello che noi poveri avvocati abbiamo dovuto patire!» Esclama Hayley. «Diglielo, sorella!» Le dà manforte il suo collega. «Basta lamentarsi, ormai abbiamo risolto tutti i problemi.» Come al solito, Leyla trova il lato positivo in tutto.

«Come fai ad essere così carica? Tra gli avvocati più fidati del capo e la sua assistente, non so chi di voi ha avuto più stress da gestire oggi.» Trattengo uno sbadiglio. Ed è successo tutto a causa di un documento scritto male. Quando il cliente se n'è accorto, ha dato di matto. E non appena il capo è venuto a conoscenza del gran macello che stava succedendo, ha dato ancor più di matto. Abbiamo passato l'intera giornata a lavorare, cercando di riportare l'ordine in azienda. Non si vedeva una tale confusione dal giorno in cui abbiamo rischiato la bancarotta.

Dopo la dura giornata, siamo finiti qui per rilassarci un po'. Un drink tira l'altro, e siamo tutti un po' brilli e, soprattutto, esausti. «Basta stare qui a parlare di lavoro. Andiamo al bar.» Derek salta giù dal suo sgabello e ci incita a proseguire la nostra serata nel bar infondo alla strada. Così, meno di dieci minuti dopo, siamo tutti seduti attorno ad un tavolo a bere. Il piccolo tragitto dall'azienda al bar ci ha fatto bene. Siamo tutti più svegli, mentre Derek e Christian hanno ripreso persino ad essere l'anima della festa, con le loro battutine ed i loro scherzi stupidi.

Sento il campanellino all'ingresso della porta emettere un piccolo suono. Mi giro verso di essa, in tempo per vedere entrare Connor. Alzo un braccio, cercando di attirare la sua attenzione. «Ciao.» Mi saluta dopo averci raggiunti e baciato sulle labbra. Prende posto sulla sedia libera accanto a me. «Ho già ordinato anche per te.» Lo informo, porgendogli il suo drink.

«Come stai, Con?» Chiede Hayley, seduta di fronte a lui. «Stanco, ho avuto una giornata piena. Anche se non sarà mai come la vostra.» Ridacchia. «Puoi dirlo forte.» Mormora James, prendendo un sorso del suo drink. Connor ride: «Conosco bene Carter, non dimenticate che anche io ho provato a lavorare con lui.» Nel suo sguardo si legge la dolce nostalgia dei vecchi tempi. «Davvero?» Chiedo curiosa.

Annuisce «David aveva preso solo da poco le redini dell'azienda ed io non sapevo cosa fare del mio futuro, così lui mi ha offerto un posto. Non nego che sia stato bello» guarda con sguardo complice i suoi amici, «prova a negarlo, e ti strozzo.» lo redarguisce Aiden divertito. Connor porta le mani in alto in segno di difesa, «è stato uno dei periodi più belli della mia vita. Passavamo tutto il tempo insieme e scherzavamo sempre, ma il lavoro era comunque pesante, soprattutto perché non era e non è il mio campo, così, dopo un mese, li ho abbandonati.» Spiega in breve.

«Non lo sapevo.» Commenta Leyla. Il campanellino alla porta suona di nuovo ed entrano David, seguito da Luke. Quest'ultimo si siede tra la sua ragazza e Chris, mentre David prende posto accanto ad Aiden. «Hey David, stavamo giusto parlando di quando abbiamo lavorato insieme.» Gli rivolge la parola il ragazzo al mio fianco. Lui sorride, perso nei ricordi. «Non ne combinavi una giusta.». «Avresti portato in fallimento quell'azienda, se non fosse stato per me.» Ribatte Connor allegramente. David ha subito la battuta pronta e, per un piccolissimo attimo, mi perdo ad ascoltare il loro amichevole botta e risposta.

L'ostilità che c'è stata nei loro ultimi incontri sembra essere svanita nel nulla. Poi David sposta lo sguardo su di me e quel sorriso gli si spegne. Si irrigidisce e cambia discorso, interpellando Aiden. Mi si stringe il cuore. Mi sento responsabile di questa frattura fra di loro. In quei pochi minuti sembravano essere tornati quelli di una volta, stando ai racconti che ho sentito. «Tutto bene?» Mi sussurra Connor all'orecchio, accorgendosi del mio cambiamento di umore. Faccio di sì con la testa: «Sono solo stanca.». «Ti accompagno a casa?». «Voglio rimanere ancora un po'.» Gli accarezzo la guancia e poi vi appoggio le labbra, lasciandogli un tenero bacio.

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora