28. Non era semplice attrazione

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La sveglia è suonata qualche minuto fa e dovrei alzarmi, ma non ci riesco. Sento freddo, tanto freddo. Mi rigiro sul letto, avvolgendomi fra le coperte e continuando a non prendere nessun calore. Devo sbrigarmi, fra non molto passerà David a prendermi. Dobbiamo andare ad allenarci alla base e discutere per la missione di martedì. Non proprio la domenica mattina che mi aspettavo, dopo la lunga serata di ieri.

Guardo l'ora. Posso ancora stare qualche secondo, dai. Mi sento stanca e dolorante e ho i brividi. Non riesco neanche a trattenere uno starnuto. In queste condizioni, mi addormento senza neanche rendermene conto.

Non so quanto tempo dopo, vengo svegliata da dei forti colpi alla porta. Ma che sta succedendo? Ho ancora i brividi e mi sento stordita. <<Aria, ci sei? Se non apri, sfondo questa cazzo di porta. Sto iniziando ad innervosirmi>> sento la voce di David. Non sembra affatto calmo. Oh no! Prendo il cellulare e vedo che ci sono ventidue chiamate perse da David. E, inoltre, sono in ritardo di quindici minuti. Cavolo! Si sarà preoccupato non vedendo nessun segnale di vita da parte mia.

Corro ad aprire la porta. Me lo ritrovo davanti con un'espressione tra lo spaventato e l'incazzato. <<Si può sapere perché non rispondevi? Mi sono spaventato!>> urla, entrando in casa. Non ho le forze per mettermi a litigare con lui. <<Scusami, mi sono addormentata e non ho sentito le tue chiamate. Aspetta un attimo, vado subito a prepararmi>>

<<Stai bene?>> si allarma.
<<Sì>> mento. Non sto male, ma non sono neanche nel pieno delle mie forze. Non appena finisco di parlare, starnutisco. <<Ti sei presa il raffreddore>> constata. Fa qualche passo verso di me. <<Fammi controllare se hai la febbre>> e appoggia le labbra sulla mia fronte. Mi irrigidisco. <<Non sembri calda>>
<<Esistono i termometri>> ribatto. Cerco di non sembrare tanto sconvolta.
<<Così è stato più veloce>> e mi fa l'occhiolino. Ancora una volta, non ho le forze per ribattere. Altri starnuto.

<<Vado a prepararmi, arrivo subito>>
Mi ferma per un braccio. <<Tu non vai da nessuna parte, in questo stato>>
<<Ma la missione...>> non mi lascia finire. <<La missione aspetterà>> mi trascina verso il divano e mi fa segno di sedermi. <<Sto bene, David, davvero>> provo a convincerlo. Scuote la testa, testardo com'è. <<Siediti, ho detto>> usa il suo tono da capo. <<Ti è andata bene, sto troppo male per mettermi a risponderti come si deve, altrimenti ti facevo vedere come quel tono non funziona con me>> ribatto e mi lascio cadere sul morbido divano.

I miei muscoli doloranti mi ringraziano subito. Prende una coperta che c'è dall'altra parte del divano e me la mette addosso. <<Sta qui, io arrivo subito>> e mi lascia da sola. Lo guardo allontanarsi e rido sotto i baffi. Una volta Leyla era nervosa al solo pensiero che il capo entrasse a casa nostra, anche a me il pensiero metteva un po' in soggezione. Adesso si muove qua dentro come se fosse casa sua. Anche se non sono abituata a vederlo in una casa tanto "semplice". L'ho sempre associato al mega lusso.

Afferro il telecomando e accendo la tv, iniziando a fare zapping fra i vari canali. Non trovo niente di tanto interessante. La mia attenzione è unicamente rivolta all'uomo che sta armeggiando nella mia cucina. <<Cosa fai?>> alzo la voce per farmi sentire. Sento alcuni rumori di utensili. <<Lo vedrai presto>> risponde.

Mi arrendo e decido di concentrarmi sui cartoni per bambini che trasmettono di mattina. Molto più interessante delle varie cavolate che trasmettono per gli adulti. David ritorna poco dopo con un vassoio fra le mani. Vi è una tazza con una tisana dall'odore buonissimo e dei muffin che avevamo in dispensa.

<<Ti piacciono i cartoni, vedo>> ride. Si riferisce alla sera in cui ci Sinai addormentati su questo divano guardando Tom & Jerry. <<Sono intriganti>> rispondo semplicemente. <<Intriganti?>> ripete. Annuisco con convinzione. Dopodiché, mi mette la tazza fumante fra le mani. <<Bevi, ti farà bene>>

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora