33. Quiete prima della tempesta

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<<Dici sul serio?>> chiedo incredula, sull'orlo di una forte risata. David, già con le lacrime agli occhi, annuisce. <<Dico sul serio>> ride sonoramente. <<Non ci posso credere!>> e scoppio anche io a ridere. Rido così forte che mi fa male la pancia e mi manca il fiato. Asciugo le lacrime che solcano dagli occhi. Non riesco a trattenermi. <<Non ce la faccio più! Troppe risate>> e continuo a ridere. David ride insieme a me, e ascolta la mia risata, così come io mi beo della sua. Sono due suoni meravigliosi e gli scaffali li hanno ascoltati per l'intero pomeriggio.

Dopo "l'episodio" della panna, le restanti due ore le passiamo a chiacchierare del più e del meno. A causa del temporale non è più entrato nessuno in libreria, quindi ci dedichiamo solo a noi stessi. Mi racconta alcuni aneddoti della sua infanzia e io della mia. Ridiamo e scherziamo senza più avere fiato nei polmoni. Può sembrare stupido smielato, ma ho amato ogni secondo di questo pomeriggio. Poter passare del tempo con lui, ascoltarlo parlare, ridere, farlo divertire e condividere tutte queste cose insieme. Restano gli ultimi sei giorni, dopodiché sarà tutto finito. Per sempre.

Verso le otto, per l'orario di chiusura, passa anche il temporale. Rimane solo una leggera pioggia. <<Ci conviene aspettare ancora un po'. Ci bagneremo prima di arrivare a casa tua>> fa David, osservando fuori. <<C'è un ombrello>> lo indico, accanto alla porta. <<Lo teniamo per queste evenienze. Però è solo quello, quindi dovremmo dividercelo>>
Sorride raggiante. <<Ci sto>>.

Mi preparo a chiudere la libreria e, cinque minuti dopo, siamo pronti per partire. Indossiamo entrambi i nostri capotti, giro il cartello sul "chiuso" e chiudo a chiave la libreria. David ha già aperto l'ombrello e mi ripara d'ala pioggia mentre sono impegnata a chiudere. Infine, ci avviamo. <<Vuoi che lo tenga io?>> propongo, riferendomi all'ombrello. Scuote la testa. <<E poi, sei più bassa di me. Ti verrebbe difficile>> dal suo tono capisco che mi sta prendendo in giro. Gli do una leggera spinta che lo fa ridere rumorosamente.

Oggi ho sentito talmente tante volte questa risata, da avere il suo suono impresso nel cuore. A San Francisco non è mai stato così spensierato. E, forse, anche io. Qua mi sento più leggera. Come se tutto quello stress fosse solo un brutto sogno da dimenticare. Purtroppo, però, sappiamo tutti che non è così. E, a proposito di San Francisco...
<<Cosa faremo tornati a casa?>> chiedo. Ci sono troppe questioni irrisolte che ci aspettano: la base, il nostro nuovo piano, la questione del nostro fidanzamento che sta volgendo al termine e la notizia del mio presunto tradimento sui giornali.
Il non sapere tutto quello che accadrà mi rende nervosa. Ho perso definitivamente quel poco di controllo che mi restava.

David si ferma in mezzo alla strada, costringendomi a fare lo stesso. <<Come prima cosa farò scomparire quella notizia dai giornali. Christian e Hayley ci stanno già lavorando, non voglio che la tua reputazione sia infangata un secondo di più>>
Sono consapevole che le parole che ha detto ieri sono state dettate solo dalla rabbia, ma sentirglielo dire mi da quella certezza in più che mi fa tirare un sospiro di sollievo. Anche se, rimango comunque ancora arrabbiata. È fortunato che la questione passa in secondo piano con tutti gli altri problemi che ci stanno travolgendo.

<<Dopo troverò chi è stato a dare quella notizia ai giornali e gli farò pentire di averlo fatto>> mi guarda intensamente negli occhi. Sorrido tristemente. Non voglio essere cattiva, ma solo una persona vorrebbe metterci i bastoni fra le ruote. Posso anche sbagliarmi, anzi, lo spero proprio, ma secondo me è stata Claire. <<Lo faresti con chiunque sia stato a farlo?>> chiedo. <<Certo. Perché questa domanda?>> aggrotta la fronte. <<Anche se potrebbe essere stata Claire?>>
Sgrana gli occhi.

<<Claire? Ma perché?>> è sconvolto. Ecco un'altra prova che lui cercherà sempre di difendere la sua ex, qualsiasi cosa accada. <<Lei mi ama. Non mi farebbe mai una cosa del genere>>
Le sue parole sono come una coltellata al cuore. <<Quello non è amore, David. A volte, amare significa anche decidere di lasciare andare la persona amata, se è quello che la rende veramente felice>> lo guardo dritto in quegli occhi dal colore tanto simile al mio. Spero che le mie parole e il mio sguardo possano portarlo a riflettere. <<Se ti guardi attorno, noterai che nella tua vita ci sono molte persone che ti amano. Quelle persone non te lo dimostrano con un semplice "ti amo". Te lo dimostrano ogni giorno facendo tutto il contrario di quello che farebbero di solito>>
Più chiaro di così non potrei dirglielo.

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