31. Un tuffo nel passato

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PARTE SECONDA
SEGRETI E BUGIE


Guardo l'uomo di fronte a me con il cuore che intende volare via dalla gabbia toracica. Quali segreti devo assolutamente conoscere? Come può sapere lui di questi segreti e perché li conosce? Perché non vuole lasciarmi uscire dalla squadra? Cos'ho io di speciale? Troppe domande e neanche un barlume di risposta. Almeno, fin quando non inizia il suo racconto, che mi lascerà con la bocca spalancata.

<<Prima di essere a capo dell'intera base, ero solo un ragazzino che si era imbattuto in questa vita per puro caso e che ci era rimasto solo per puro divertimento. Avevo diciassette anni, ero ancora troppo piccolo per questo lavoro, così venni assegnato ad una squadra non tanto importante. Non facevamo grandi missioni, non avevamo pericolose avventure, solo qualche semplice caso da portar a termine>> ha lo sguardo perso nel vuoto. Si è tuffato nel passato.

<<Con il tempo, si è scoperto che ero bravo nel mio lavoro, che ero sprecato in una squadra come quella, così, all'età di diciotto anni, venni assegnato ad un'altra squadra>> sorride nostalgico. <<Oggi siete voi la squadra più importante di cui dispone la base. Ventidue anni fa era proprio quella, la squadra in cui venni assegnato. Lì conobbi una giovane coppia, Stephanie e Anthony Clark. Ci trovammo subito in sintonia, tanto che diventammo buoni amici. Non erano tanto più grandi di me, ma avevano già una bambina. Si chiamava Elèna>> fa una piccola pausa. <<Una bambina paffutella dagli occhi azzurri. Un azzurro di ghiaccio, che già a meno di un anno ti metteva in soggezione>> ride dolcemente.

<<Anthony e Stephanie riuscivano a far combaciare perfettamente vita privata e lavoro. Passavano tanto tempo insieme alla figlia e io insieme a loro. Poi, verso aprile di quello stesso anno, ci venne assegnata una missione. Era piuttosto complicata e pericolosa. Molto, molto pericolosa. Si trattava di una sorte di "associazione">> fa il segno delle virgolette e prosegue il suo racconto.

<<Si nascondeva sotto la facciata di un orfanotrofio. In realtà, rubavano dei bambini alle loro famiglie e li addestravano per diventare degli assassini. Il nostro compito era quello di stroncare tutti i loro piani, di fermarli per sempre. Ci siamo riusciti, ma ad un caro prezzo>> si ferma.
<<Va avanti>> lo esorto. Ho l'impressione che ci stiamo inoltrando solo ora nel vivo del racconto.

<<Se abbiamo vinto è stato principalmente grazie a Stephanie e Anthony. Quei due erano veramente bravi nel loro lavoro. Si sono infiltrati, e sono riusciti persino ad ottenere una quota di quell'associazione. Era tutto pronto per fermali definitivamente, una volta per tutte. E così fu. Quel giorno c'erano agenti ovunque, quando irrompemmo nella loro base. Li arrestammo tutti, ma il capo riuscì a scappare. Iniziò un inseguimento, che portò alla tragica morte di quell'uomo>>
Mi viene la pelle d'oca ad ascoltare queste parole.

<<Quello stesso giorno, i figli del capo, che era ormai morto, giurarono di vendicarsi. Avrebbero ucciso la giovane coppia e la loro bambina. Avevamo sottovalutato la questione. C'era solo una squadra appostata sotto casa Clark, per la loro sorveglianza. La sera di un mese dopo, i figli si attivarono per far fede al loro giuramento. Uccisero la squadra di sorveglianza e fecero irruzione a casa della coppia. Era ormai tarda notte, stavano dormendo tranquillamente>> si irrigidisce.

<<Ne sono usciti vivi per miracolo. Non so come andarono le cose quella sera, ma si precipitarono in azienda con la piccola Elèna. Tutti e tre erano ricoperti di sangue. In parte loro, in gran quantità degli uomini che erano andati al posto dei figli di quel tizio a vendicarsi. Ricordo ancora il panico che provai vedendoli arrivare in quelle condizioni>> fa di nuovo una piccola pausa. In quei veloci istanti di silenzio, si può riuscire a sentire il mio cuore battere all'impazzata.

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora