48. "Promettimi di essere felice"

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«David, perché stiamo andando a casa tua?» mi ritrovo a chiedere, anche se già immagino la risposta, quando svolta nell'unica direzione che non porta né a casa mia né in azienda.
«Perché staremo lì per oggi» risponde innocentemente, distogliendo lo sguardo dalla strada per alcuni secondi, giusto per cercare di ammorbidirmi con uno dei suoi sorrisi falsamente ingenui.

«Ti avevo detto che volevo andare al lavoro regolarmente» ribadisco. Gliel'ho detto ieri sera, prima che i dottori lo obbligassero ad andare via, e questa mattina, quando è venuto a prendermi dall'ospedale.
«Aria, amore, sono passate appena otto ore dall'incendio. Devi prenderti un giorno libero per riposare e soprattutto per staccare la mente. Sono ancora sconvolto, quindi posso solo immaginare come ti senta tu»

«Non voglio questo trattamento solo perché stiamo insieme» gli ricordo.
Aggrotta le sopracciglia. «Ma per chi mi hai preso!» esclama. «Se sapessi che un mio dipendente è stato bloccato in un edificio in fiamme e tutto il resto, che non voglio neanche ripetere, non lo farei venire al lavoro» chiarisce.
«Anzi, gli farei prendere più di un giorno di riposo. Cosa che con te non posso fare, testona»

Il suo nomignolo mi fa ridere.
«Non ridere, in un paio di mesi hai fatto fuori tutta la mia sanità mentale»
L'auto si riempie della mia sonora risata. «Addirittura!» riesco a dire appena prendo fiato.
«Sì» chiarisce lui, con un tono falsamente stanco.

Entriamo dentro al cancello di casa sua. Ormai mi sono arresa al fatto che non mi farà andare in azienda...e se il capo comanda, io eseguo. Sì, ma solo quando mi conviene. Rido fra me e me. «Cosa ridi?» mi affianca mentre camminiamo verso la porta.
«Fatti miei» gli do una risposta evasiva che gli fa fare una smorfia.

In casa veniamo accolti da Caroline, che ci stava aspettando proprio all'entrata, con la porta già aperta.
«Signorina Aria, come sta? Sono felice di vederle il suo solito sorriso» questa donna è di una dolcezza smisurata.
«Sto molto meglio, Caroline, grazie per aver chiesto. Tu come stai?» nonostante la voce ancora arrochita per via del fumo, cerco di usare più entusiasmo possibile per farle capire che è vero. Le uniche due cose che mi fanno fastidio sono il braccio e la mano sinistra. È una frattura lieve, ma mi impedisce comunque di usare il braccio nel pieno delle sue forze. Stessa cosa per la mano ustionata. Mi dà fastidio sentire la pelle bruciata e non appena passa l'effetto dell'antidolorifico diventa giusto un po' fastidioso, ma in fin dei conti sono grata che siano solo cose di poco conto. Poteva andare molto peggio.

Entriamo in casa e subito ci viene chiesto se abbiamo fatto colazione. Sia io che David svuotiamo la testa in segno di negazione. Lui ci tiene ad aggiungere che sono stata io a non volerla fare. Lo guardo male. Volevo veramente andare in azienda e non c'era tempo per la colazione.
«Perché la signorina Aria sapeva che stavo preparando la torta che tanto le piace. Datemi cinque minuti e la colazione sarà pronta»

I miei occhi si illuminano.
«Grazie per non avermi portato al lavoro, rinuncerei a tutto per quella torta!» esclamo sognante. Entrambi scoppiano a ridere di gusto, contagiando anche me. E mi accorgo di sentirmi in famiglia con queste due persone, di essere completamente a mio agio fra queste mura, come se ci fossi sempre stata.

Il braccio di David si posa sulle mie spalle, circondandole con attenzione.
«Ti va di fare colazione in giardino?» propongo. Oggi è così una bella giornata che è un peccato rimanere chiusi in casa.
«Tutto quello che vuoi» risponde lui con amore. «E poi penso che ti farà bene respirare un po' di aria pulita» aggiunge, scostandomi una ciocca dietro all'orecchio. «Allora apparecchierò in giardino» conferma Caroline, che va ad occuparsi di tutto.

Nel frattempo noi ci dirigiamo in salotto, dove ci mettiamo comodi sul divano.
«Cosa ti va di fare oggi?»
Ci penso su un attimo, anche se so già la risposta.
«Beh, dato che un certo capo odioso mi ha vietato di fare tutto, penso che la passerò a studiare in giardino»
«Oh che noiosa!» mi prende in giro.
«Lo farò a bordo piscina»
«Oh sì, adesso sì che sembra una giornata avvincente» continua a fare lo stronzo. Gli do uno schiaffo sul braccio.

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora