66. Pranzo imbarazzante

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Picchietto nervosamente la penna sulla scrivania. È da quando ho parlato con Aiden, quindici minuti fa, che non riesco a non essere nervosa. «Mi stai facendo saltare i nervi. Si può sapere cos'hai contro quell'innocente penna?» Leyla mi riscuote dai miei pensieri. Il suo collo si allunga oltre lo schermo del suo computer, così da potermi osservare. «È colpa del tuo ragazzo.» Piagnucolo. «Devo andare a fargli una ramanzina?».

Sorrido. «Se la ramanzina ti fa ridere, allora gliene farò due, basta che non mi guardi con quegli occhi impanicati.». Adesso rido veramente forte. Sul suo volto compare un'espressione di trionfo. «Scherzi a parte, cosa mai ti avrà detto, per farti andare così nel panico? So che è un ragazzo molto gentile, non farebbe del male a nessuno.». «Mi ha appena comunicato che venerdì ci sarà un evento dell'azienda in cui annunceremo la conclusione del mio progetto espansionistico.» Sgancio la bomba. Leyla sgrana gli occhi. «Una serata in tuo onore!» Esclama entusiasta. Piagnucolo: «non sono pronta.».

Si alza e viene ad abbracciarmi. «Sono così fiera ed orgogliosa di te! Hai lavorato duro per questo progetto e adesso ti meriti tutti i riconoscimenti che ti spettano.». Scuoto la testa «Non posso farlo. Non sono pronta per affrontare una serata di quel calibro. Diventerà tutto troppo reale e io non credo di riuscire a gestirlo.». Mi guarda in modo storto e incrocia le braccia sotto al seno. «Mi vuoi dire che tu, Aria Cooper, che hai affrontato missioni pericolose e gente che ti voleva morta, uscendone illesa, hai paura di una semplice serata in cui mostrerai a tutti gli ottimi risultati che hai fatto in questi mesi?». «È proprio quello che ho appena detto.» Sospiro affranta.

«Vedrai che andrai alla grande. E ci saremo tutti noi a fare il tifo per te.» Torna a sedersi al suo posto. «A proposito di gente che ti vuole morta, non hai più ricevuto minacce, giusto?». Scuoto la testa. «L'effrazione in casa è stata l'ultima. E non ho neanche ricevuto bigliettini dai Lancaster.» Spiego. «Forse i Lancaster hanno trovato ciò che cercavano e hanno abbandonato i loro piani di vendetta. E forse gli incidenti erano opera sempre dei Lancaster e ti inviavano quei bigliettini solo per disorientarci.». «Può essere.» Le do ragione. In realtà, non so cosa pensare per quanto riguarda tutti quegli incidenti che si sono misteriosamente interrotti.

Non penso che fossero i Lancaster, ma allo stesso tempo non capisco chi altro possa essere stato, né tantomeno ho idea dei motivi. Per quanto riguarda il silenzio di quest'ultimi, non la prenderei come una cosa positiva. Ne parlavo qualche giorno fa con Luke e anche secondo lui è strano. Mi ha suggerito di tenere sempre gli occhi aperti e di aspettarmi di tutto. Nel frattempo, lui sta continuando a indagare e a trovare un piano per toglierci questo pensiero una volta per tutte. Il bussare alla porta, per fortuna, mi distoglie dalla piega che stavano prendendo i miei pensieri. «Avanti.» Risponde Leyla.

«Disturbo?». Alzo lo sguardo, riconoscendo il timbro di voce. «No, entra pure.» Lo invito. «Vado a portare questi documenti agli avvocati.» Annuncia Leyla, lasciandoci soli. «Siediti, non restare lì in piedi.». Connor si siede sulla sedia di fronte alla mia. Dopo ieri sera non l'ho più visto e sentito. Questa mattina gli avevo scritto un semplice "Buongiorno" che lui ha visualizzato e basta. «Non ti disturbo, vero?». Accenno un piccolo sorriso. «No, sta tranquillo. Cosa posso fare per te?». «Ieri sera, forse, sono stato un po' esagerato. Sono stato tutta la notte a pensare e ripensare a quello che è accaduto e sono arrivato ad una conclusione».

«E quale sarebbe?» Chiedo curiosa. «Che se al posto tuo ci fosse stata qualsiasi altra ragazza, quello che è successo ieri sera non mi avrebbe dato fastidio. Credo di aver reagito in quel modo perché sei più di una semplice ragazza che mi affascina.». Sorrido lievemente. «Credo di provare qualcosa per te, Aria. Ho avuto paura che la storia con David potesse allontanarti da me e stavo cominciando a dare di matto. Ma se tu mi dici che avevi intenzione di dirmelo, allora ti credo.». «Davvero?». Annuisce. Si alza dalla sedia e viene ad inginocchiarsi davanti alla mia. «Mi confermi che tra di voi non c'è più nulla?». «Già da mesi.» Rispondo. Il suo volto si illumina e fa una cosa che non aveva ancora fatto: mi bacia. La sensazione delle sue labbra contro le mie è strana.

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora