77. Solo due passanti

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«Buongiorno!» Esclamo, entrando in cucina. «Buongiorno, fiorellino mio!» Sorride mia zia, vedendomi arrivare. È seduta a tavola e sta sbucciando della frutta. Mi abbasso per darle un bacio sulla guancia. Faccio la stessa cosa con mio zio, che è ai fornelli, intento a preparare le uova. «Hai dormito bene?» Mi chiede, una volta accanto a lui. Annuisco energicamente. «Mi era mancato il mio letto!». Prendo il piatto che mi porge e lo metto di fronte a mia zia. «Come passerete questa mattinata libera?» Chiedo, dopo che siamo tutti e tre a tavola.

«Andremo a farci un bel massaggio!» Mi informa una Nicole euforica. «Non sono stato costretto.» Commenta ironicamente il marito. «Taci!» Lo redarguisce, mettendo in bocca una forchettata di uova. Ne prendo una forchettata anche io. Nessuno prepara le uova come mio zio. Sono squisite! «Sei hai cambiato idea, puoi dircelo.» Mi ricorda zia. Faccio di no con la testa. «Sono curiosa di vedere quelle edizioni, di cui mi parlava ieri zio.» E poi, dopo aver visto con quanto entusiasmo aspetta di andare a fare quel massaggio di cui parlava poco prima, non potrei mai chiederle di rinunciarvi.

Finisco le uova e do un'occhiata all'orologio alla parete. Non voglio fare tardi. «È meglio che inizi ad andare!» Annuncio, alzandomi da tavola. «Chiama se hai bisogno di aiuto!» Mi urla dietro mia zia, prima che esca dalla cucina. «Ricevuto!» Dico a mo' di saluto. Afferro la mia borsa ed esco di casa. Con le cuffie alle orecchie, comincio a percorrere quella strada tanto familiare, che un po' di tempo fa facevo ogni giorno. Di tanto in tanto saluto alcuni vicini, che escono per portare i figli a scuola, per recarsi al lavoro o a portare il cane a fare una passeggiata. Sorrido ad ognuno di loro.

«Gregory, ma guarda quanto sei cresciuto!» Esclamo, abbassandomi all'altezza del bambino, per dargli un buffetto sulla guancia. «Adesso ho sei anni!» Mi dice allegramente. «Sei un ometto!» Gli scompiglio i capelli. Frugo nella borsa e trovo una caramella al miele. «Ti piacciono ancora tanto le caramelle?» Chiedo, mettendogliele in mano. Annuisce felice. «Grazie, Aria. Sei sempre molto gentile.» Mi dice la madre, Lizzy, dopo essermi rialzata. «Ti trovo in forma.» Noto. Sorride. «La prossima volta che tornerai a Seattle, non dirai la stessa cosa.» Ridacchia, accarezzandosi la pancia.

Sgrano gli occhi: «Non mi dire che...» lascio la frase in sospeso, ma lei capisce comunque e annuisce sorridente. «Sono molto felice per voi. Ti faccio i miei migliori auguri!» La abbraccio. Veniamo raggiunte dal suo compagno: «Ma guarda chi si rivede!» Esclama lui, salutandomi. «Stavo giusto dando ad Aria la bella notizia.» Lo informa la compagna. I suoi occhi si illuminano di amore e cinge la vita di lei. «La famiglia si allarga. Vero, ometto?» Solleva in braccio il foglio, che sorride dolcemente.

«Adesso dobbiamo andare, o farà tardi a scuola e noi con il lavoro.» Annuncia Lizzy. Annuisco. «Buona giornata.» Li saluto. Li guardo allontanarsi, e mi ritrovo a pensare a quanto debba essere bello vivere con la persona che si ama, costruire un futuro con lei. Avere dei bambini, una casa, una routine frenetica. Sorrido tristemente, continuando a camminare verso la libreria, che raggiungo in poco tempo. Infilo la chiave nella serratura, facendola scattare.

Mi faccio avanti, verso il profumo di carta e inchiostro di cui sono intrisi persino i muri. Giro il cartello da "chiuso" ad aperto. Avvio il computer, così da iniziare a fare il punto della situazione. Fra un'ora dovrebbe arrivare una consegna, quella con le edizioni speciali di cui mi parlava ieri zio. So già dove metterli: in vetrina. E so anche come organizzarla, per far spiccare quelle copertine. Comincio col togliere i libri esposto in vetrina, così da averla già pronta per quando arriverà la consegna. Vado a sistemare i libri che erano in vetrina, fra gli scaffali del genere a cui appartengono. Nel farlo, mi accorgo che tanti libri sono nei reparti sbagliati, ammassati uno sopra l'altro. Secondo compito del giorno: riordinare gli scaffali.

Mi do subito da fare, ma ben presto vengo interrotta dal suono del campanellino, che segna l'ingresso di qualcuno. «Arrivo!» Urlo per farmi sentire. Poso l'ultimo libro e corro verso il cliente appena entrato. È una signora, più o meno dell'età di mia zia. «Posso aiutarla in qualche modo?» Chiedo cordialmente. Mi dice che sta cercando la prima edizione di un libro che non avevo mai sentito prima, e che non riesce a trovarlo da nessuna parte. «È nel posto giusto. Qua dentro facciamo miracoli!» Esclamo, pronta a mettermi al lavoro.

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora