56. Andare avanti

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«Destro. Sinistro. Destro. Destro. Sinistro.» Eseguo gli ordini di James, sganciando pugni con entrambe le braccia, quando me lo dice lui e mantenendo costante ritmo e respirazione, come mi ha raccomandato di fare mezz'ora fa. «Destro.» Si sposta indietro, costringendomi quindi ad avanzare, prima di sferrare l'ennesimo pugno. «Più veloce con i piedi.» Mi ordina, mentre avanza e sgancia un pugno a sua volta. Indietreggio e mi abbasso, schivandolo alla perfezione. «Sinistro.» Alzo il braccio e colpisco con forza. «Più in alto i pugni, Aria. Tieni le braccia troppo dritte.» Mi fa notare. Annoto mentalmente il mio errore, così da non ripeterlo più.

«Calcio destro.» Assumo la posizione che mi ha insegnato durante la spiegazione ed eseguo con forza, ma perdo l'equilibrio. Per fortuna riesco a non cadere a terra, anche se per un pelo. «Questo succede perché sei stata troppo veloce.»
«Mi hai detto tu di doverlo essere.» Ribatto a corto di fiato, mentre continuo a muovermi agilmente sulle punte. «Devi essere veloce a spostarti, ma quando carichi i calci, con meno violenza, almeno per il momento. Non sei ancora esperta, quindi rischi di perdere l'equilibrio, com'è appena successo» si interrompe per darmi il nuovo ordine. «Prediligi calci con meno violenza, ma eseguiti bene. Avranno più efficacia.» Annuisco.

«Calcio sinistro.» Questa volta faccio come mi ha detto e riesco a rimanere in piedi, anche se non risulta del tutto invisibile il piccolo barcollo indietro nella fase finale. «Devi rimanere più inclinata in avanti.» Mi spiega quindi. Memorizzo anche questa informazione. «Destro. Destro. Sinistro.» Respiro affannosamente. Ormai è da più di mezz'ora che andiamo avanti così senza fermarci. «Va bene, facciamo una pausa.» Acconsente, vedendo il mio stato. Smetto di saltellare sulle punte e cerco di riprendere fiato. Mi lascio cadere per terra, pronta a non muovere più neanche un muscolo. «Era ora. Ricordati che era da tanto che non si allenava e non è ancora al nostro livello di allenamento.» Si avvicina Aiden, che ci stava osservando insieme a Christian. «Gli serve pure per allenare la sua resistenza.» Spiega il mio allenatore di oggi, asciugando il sudore con un asciugamano.

Adesso capisco perché ha quei muscoli da paura e non esita ad esibirli. Sono rimasta abbastanza sconvolta nel vederli, quando ha tolto la maglietta, prima di iniziare. Una cosa è certa, Eleanor ha sempre una bella vista durante le sue giornate. Christian mi offre una mano per aiutarmi a rimettermi in piedi. L'afferro senza alcuna esitazione. Dopo gli allenamenti degli ultimi due giorni, le mie povere ossa tremano dal dolore. Afferro la mia bottiglia d'acqua e ne trangugio quasi metà contenuto. La porta della palestra si spalanca ed entra Eleanor, che era andata ad allenarsi con le armi, insieme a Hayley. «Luke vuole parlarci, ci aspetta nel suo studio.» Ci avvisa. Raccogliamo le nostre cose e saliamo nel suo ufficio. Trattengo le smorfie di dolore ad ogni gradino che salgo. Per quanto questo allenamento sia stato pesante, i primi due insieme ad Aiden mi hanno distrutto i poveri muscoli a riposo da tempo.

«Vuoi una mano?» Si offre proprio lui. «No, grazie. Ce la faccio.» Rifiuto con un sorriso.
«Sempre così testarda, non accetti mai l'aiuto di nessuno» Poi, rivolto a se stesso con voce bassissima, tanto che non avrei dovuto sentirlo: «Uguale a lui anche in questo.» Ignoro le sue parole ed entro nella stanza dalla porta aperta. Il capo base è seduto dietro alla sua scrivania e legge dei documenti in nostra attesa.

«Eccoci.» Hayley richiama la sua attenzione. Alza lo sguardo dal foglio di carta e constatando che siamo tutti presenti, lo mette giù. «Ho una missione per voi.» Annuncia con tono serio.
«Di che si tratta?» Domanda Christian. «Qualcosa di piuttosto insolito.» Ci preavvisa. «Come se quelle a cui ho partecipato finora siano state normali.» Mi guarda divertito. «Dopo questa, le vedrai da un'altra prospettiva.» E ci spiega: «C'è un uomo che ha delle informazioni che ci servono urgentemente.»   «Che sarà mai» ride Chris «dicci dove si trova e facciamo fuori tutti i suoi uomini della sicurezza. Disattiviamo i suoi allarmi. Cose di ogni giorno, in poche parole.» Fa l'ironico. Luke forma quel suo solito sorrisetto che non preannuncia niente di buono. «Si trova in galera.» «Qualcosa mi dice che chiedere un appuntamento con lui non sia un'opzione valida.» Interviene Eleanor.
«E dici bene» sospira Luke. «Naturalmente la via facile è la prima che ho provato, ma si dà il caso che non può ricevere visite. Ci ho provato in tutti i modi ma, ma non ho avuto risultati.»
«E quindi? Dovremmo intrufolarci in un carcere?» Borbotta James. Il capo fa di sì con la testa.

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora