46. Black Rose

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Ed eccomi qui, per la seconda volta, a casa Carter. Potrei tranquillamente essere a casa mia adesso, sdraiata su quel letto che non vedo da giorni, e invece sono andata a trovare Adele Carter. Era l'ultima cosa che mi aspettavo di fare, dopo essere andata e tornata dal North Carolina in un giorno. E tutto solo per parlare con lo zio di tre tizi che vogliono uccidermi per qualcosa che ho, ma che non so di avere e di cui mi hanno resa "la chiave". Una giornata nella norma, insomma.

David mi tiene per mano mentre ci conduce verso la porta della mega, lussuosissima villa. Mi guardo attorno come se fosse la prima volta, non smettendo di stupirmi davanti a tutto quello che ha da proporre questa "casa". Il mio ragazzo (titolo cvs Adele non apprezzerà affatto) bussa alla porta e ad aprire è una delle donne che lavorano qui.

«Signor Carter!» saluta educatamente. Subito i suoi occhi si abbassano sulle nostre mani che si tengono, ma non fa nessun commento a riguardo. Si limita a dire: «I suoi genitori la stanno aspettando nel salone più piccolo»
Se ricordo bene, il salone più piccolo (che piccolo non è), è quello in cui l'ultima volta abbiamo cenato.

Mi vengono in mente i ricordi di quella sera, quella disastrosa cena. Io e David avevamo lo litigato durante il giorno e non avevamo ancora chiarito. A peggiorare la situazione era stato l'arrivo di Claire e la lingua biforcuta della mia più grande sostenitrice: Adele Carter. Per terminare in bellezza, dopo quella cena io e il foglio di lei abbiamo litigato ancora più ferocemente.

Entriamo e David va direttamente nel salone indicatogli, continuando a tenere ben salda la mia mano. Quindi vuole andare subito al dunque e annunciarlo così! Non credo di essere pronta a subirmi l'isteria della "suocera", dopo quest'interminabile giornata.

«Tesoro!» esclama entusiasta Adele, non appena entriamo nel salone. Si alza di slancio dalla sedia, per raggiungere il foglio e abbracciarlo, ma quell'entusiasmo manifestato nella voce giusto una paio di secondi fa, si volatilizza non appena mi vede. Il suo sorriso si trasforma in una maschera di indifferenza che cela invece tutto lo sdegno che ha per me.

«Ti aspettavamo da solo e non con...» lascia la frase a metà, facendo vagare lo sguardo sulla mia figura. Scende fino ad intercettare le nostre mani, che guarda come due mostri. Risale lentamente, regalandomi un'espressione di puro disgusto.
«Lei» sputa quelle tre lettere messe una dopo l'altra come se fossero il veleno più letale sulla terra.

Poi si accorge del nostro aspetto, di quello del figlio soprattutto.
«Ma come sei conciato? Cosa ti è successo?» lo guarda inorridita. Indossa ancora quei jeans strappati, la maglietta bianca, che durante il giorno si è macchiata di non so cosa, e la camicia di jeans aperta. Io indosso ancora la gonna, le calze a rete e il maglioncino, giusto per darle un'impressione ancora migliore di me. Almeno ho avuto il buon senso di togliere quella parrucca nera a caschetto. Per fortuna non dice niente riguardo allo strano trucco che abbiamo in viso.

«Lunga storia, nulla di importante comunque» taglia subito il discorso lui.
Adele è in procinto di sputare un'altra delle sue meravigliose frasi, ma fortunatamente è interrotta dal marito che la affianca.
«Figlio mio!» lui sì che si fa avanti e abbraccia il figlio. David ricambia solo con il braccio libero. La mano che tiene la mia non stacca la presa, neanche per un secondo.

«Cara, ciao» William saluta educatamente anche me.
«Allora, che ci fa lei qui?» interviene immediatamente Adele, facendo con gli occhi su è giù per tutta la mia figura.
«Siamo venuti qui perché abbiamo qualcosa da dirvi» annuncia David con molta tranquillità. Vedo negli occhi della madre il tentativo di negare a sé stessa quello che già immagina.

Il signor Carter gli fa segno di proseguire, e così fa.
«Io e Aria stiamo insieme» annuncia molto tranquillamente.
«Che significa?» il tono della cara signora Carter è incredulo. Se non ci fossi io davanti a lei, molto probabilmente si metterebbe a piangere per il dispiacere. «Avevi detto che volevo dedicarti unicamente alla carriera, che cosa è successo? Perché lei? Stavi per sposare Claire. David, caro, io non ti riconosco più. Non sei il figlio che ho cresciuto» inizia a blaterare. Credo che stia per avere un crollo nervoso.

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