17. Attenta a ciò che dici, Aria

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I quattro giorni seguenti sono volati. Sono anche stati i giorni più difficili della mia vita. Forse non proprio i più difficili, ma ci sono andati molto vicini. La paura è stata tanta. Ad ogni minimo rumore improvviso, io e Leyla saltavamo dalla paura. Una sera, sedute sul divano, stavamo guardando la tv, e un bambino ha fatto cadere il suo giocattolo per le scale. Il rumore che ha provocato ci ha fatto sbiancare.

La paura maggiore è stata solo durante i primi due gironi, dopodiché abbiamo imparato a "conviverci". Per fortuna sono così tanto impegnata, che non ho tanto tempo a disposizione per rimuginare sopra a tutti i miei problemi. In azienda sono sempre impegnata. Carter non ci lascia un momento libero. Finito il turno di lavoro, c'è l'allenamento alla base.

È molto più intenso rispetto alle prime due lezioni. David mi lascia sfinita ogni volta. Dopo l'allenamento, se non è tardi, mi porto avanti con lo studio. Purtroppo, lo studio è tanto e il tempo è poco. Sto rimanendo un po' indietro. Il solo pensiero mi fa andare fuori di testa. La laurea è alle porte, non posso permettermelo. E, infine, dopo quel poco studio, vado a svolgere il mio turno al pub. Ultimamente le persone escono molto di più, perché non ho un attimo di tempo libero, anche lì. Passo dal servire drink, ad occuparmi dalla casa, e infine anche entrambi contemporaneamente. Con file infinte di persone che aspettano di essere servite.

Arrivo in azienda. Prima di entrare dentro, mi fermo a prendere due caffè. Uno per me ed uno per David. È diventata un'abitudine. Lo prendo ogni mattina e quando arrivo glielo porto in ufficio. Lui sembra apprezzarlo, e ciò mi fa felice. Merita un attimo di pausa anche lui. Porta avanti l'azienda con grande impegno, e si occupa della squadra, e del mio allenamento senza lamentarsi neanche una volta. Il che è espressione di grande pazienza, dato che negli allenamenti corpo a corpo non eccello.

Adesso, oltre alle varie mosse, prepara per me anche dei percorsi ad ostacoli. Corsa, salto, spinte sulle braccia, rotolamenti per terra. Tutte cose che dovrebbero aiutarmi ad essere più veloce, agile e rinforzare i miei deboli muscoli.

Arrivo in ufficio, dove Leyla è già a lavoro. Stremata dalle scale, talmente tanto che mi gira la testa, sono costretta a sedermi subito sulla prima sedia libera. Ultimamente sono molto debole. Ogni più piccola azione mi affatica più del dovuto. Non ho le forze per reggere tutto, e nonostante ciò lo faccio. Ma sento che il mio corpo si ribella ogni giorno di più. <<Buongiorno>> la saluto, con voce stanca. Esce sempre prima di me, quindi ci vediamo direttamente qui al lavoro. <<Ciao>> mi saluta distrattamente. Per fortuna non si è accorta del mio piccolo malessere. Quando capita inizia a strillare, peggio di mia zia. Dice che la mia debolezza è dovuta al fatto che salto i pasti. È una cosa che non riesco a controllare. Quando sono stressata, o troppo impegnata, dimentico di dover mangiare. In sottofondo sento le urla di David.
<<Cosa è successo?>>

Lo sguardo che mi rivolge è puramente omicida. <<Un ex cliente ha rilasciato un'intervista in cui parla molto male dell'azienda. È vero che la fama dell'azienda è maggiore di quella di quest'uomo>> dice "uomo" con un tono schifato. <<Ma ha messo , comunque, in cattiva luce l'azienda. Carter è incazzato al massimo. Vuole che riesca a prendere un appuntamento per una conferenza stampa e spiegare tutto, ma non riesco. Mi ha urlato contro tre volte già>>

Annuisco. Ottimo inizio di giornata. <<E come se non bastasse, oggi devo esserci anche io agli allentamenti. Come se non avessi anche altre cose da fare>> borbotta. Anche lei prende qualche lezione. Non come le mie, dato che io devo anche allenarmi per le missioni. A lei servono per avere una possibilità in più per difendersi. È stato Aiden ad insistere. Fra loro due le cose vanno un po' meglio, anche se non hanno ancora chiarito del tutto.

Appoggio i due caffè sulla scrivania per poi sfilare il giubbotto. Lo sguardo della mia amica si posa sui due bicchieri. Non l'ho preso per lei perché so che non le piace berlo durante le ore di lavoro. <<Certo che per non essere veramente la sua ragazza, ti preoccupi proprio come tale>> ridacchia. La fulmino con lo sguardo. <<Non una parola di più>> la minaccio con le sopracciglia inarcate. È da quando ha scoperto la verità che non fa altro che dire che proviamo qualcosa l'uno per l'altro.

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora