68. Chiamate a notte fonda

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Mi rigiro fra le coperte, mugugnando, quando sento la sveglia interrompere il mio sonno. No, aspetta...questa non è la sveglia! Apro gli occhi assonnati. La camera è ancora immersa nel buio. Guardo la sveglia elettronica sul comodino. Le 04:05. Aggrotto le sopracciglia. Chi chiama a quest'ora? O peggio, chi si è sentito male? Il mio pensiero corre ai miei zii. Con il cuore in gola, afferro il cellulare. Salto un battito quando leggo il nome di David.

«David, che è successo? Come stai? Dove sei?» Dico tutto ad un fiato, pregando che non sia nulla di grave. «Cazzo, ho sbagliato!» Lo sento biascicare, più a se stesso che a me. Poi: «Quante domande, ho già dimenticato la prima.» Ride in modo strano. La voce è impastata. «Sei ubriaco?» Domando incredula.

«No. Sì. Forse. Non lo so.». «Che è successo? Perché ti sei ridotto in questo stato?» Chiedo preoccupata. Lui era quello "Non mi ubriacherò mai, devo sempre avere il pieno controllo di me stesso". «Hai fatto di nuovo troppe domande, il mio cervello non ti segue.» Risponde divertito. «Un altro giro!» Urla. Non so il perché, ma avevo dato per scontato che fosse a casa. «Dove sei?» Sto per aggiungere un'altra domanda ancora, ma mi fermo giusto in tempo. Finirebbe di nuovo per dirmi che gli faccio troppe domande.

«Sempre dove eravamo questa sera. Anzi, a questo punto, ieri sera.». «Chi c'è con te?» Sono curiosa di sapere chi è che ha lasciato che bevesse fino a questo punto. Aiden non può essere, dato che è andato via con Leyla prima di tutti noi. Io e Connor siamo andati via insieme ad Eleanor e James. Rimangono Hayley, Chris, Luke e Derek. «Siamo io e il barista.» Poi alza la voce: «E se non mi porta il mio whiskey, fra qualche ora non ci sarà più neanche lui, perché lo farò licenziare.».

«Amico, io devo chiudere e tu rischi di andare in coma etilico se ti verso un altro goccio di alcol.» Sento la voce del ragazzo. «Ho capito, andrò a bere da un'altra parte...Cazzo che dolore!». «Cosa è successo?» Chiedo allarmata. «Volevo andare via, ma sono caduto dalla sedia.» Borbotta infuriato. «Passami il barista, lo convinco a darti da bere, ma tu non andartene da quel bar.». «Sì, pensaci tu.». «Tieni.» Gli sento dire. Starà passando il telefono al ragazzo.

«Sì?» Risponde questo annoiato. Penso che sia difficile avere a che fare con un David ubriaco, non posso dargli torto. «Ciao. Ti posso chiedere di trattenerlo lì ancora un po'? Sto arrivando.» Nel frattempo sono già in piedi e ho afferrato i primi vestiti che mi capitano fra le mani: un pantalone della tuta nero e una felpa del medesimo colore. «Va bene, ma fai presto. È un po' troppo testardo, non so fino a che punto ci riuscirò.». «Non farlo mettere al volante, per nessun motivo. Sono già per strada.» E attacco, senza lasciargli modo di dire altro.

Metto in moto la macchina di Leyla. Sono sicura che alla mia amica, che è andata a dormire dal suo ragazzo, non darà fastidio, quando domani glielo racconterò. Per fortuna le strade sono quasi del tutto vuote, quindi riesco ad arrivare in poco tempo. Lascio la macchina dietro a quella di David e corro dentro. Già da fuori sento David: «Ti ho detto di riempirmi un altro bicchiere, o giuro che ti faccio licenziare. Lo sai con chi stai parlando?»

Non si è nemmeno accorto che nel frattempo sono entrata. Rimanendo dietro di lui, intervengo al posto suo: «Lui è David Carter e sa essere davvero un coglione.». Si gira a guardarmi. «Tu.» Sul suo volto un misto di sorpresa e felicità. «Proprio così, io.». Mi rivolgo al povero barista: «Grazie.». Annuisce semplicemente. «Dai, David, andiamo.» gli appoggio una mano sul braccio. «No, io voglio continuare a bere.» Mette il broncio come un bambino. «Continuerai a casa.».

«Non voglio andare a casa. C'è troppo silenzio, è troppo vuota.» Sui suoi occhi cala un velo di tristezza. Mi si forma un nodo in gola. Non mi aspettavo una risposta simile. «Ci sarò io.». Scuote la testa. «Non posso.». Mi guarda e nel suo sguardo si accende qualcosa. «Andrò da mio fratello e metterò fine a tutto questo.» Non ho neanche il tempo di capire bene quello che dice, si alza, ma perde l'equilibrio e cade. Il bicchiere, che teneva in mano, va in mille pezzi, tagliandogli la mano.

Darkness and FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora