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"Per carità smettiamo di difenderci tirando in ballo l'ironia e il sarcasmo. Quelle sono arti di cui bisogna imparare il mestiere. Non confondiamo le acque, i livelli. Le parole hanno un peso. E certe ferite resistono nel tempo. L'apologia non è un reato che dovrebbe poter cadere in prescrizione ma in questo Paese una legge contro l'odio non c'è, quindi bulli e odiatori italiani: tranquilli, siete liberi. Io intanto aspetto tempi migliori nei quali le parole, magari, un giorno, avranno un peso."

Saluto gli ultimi due clienti rimasti cordialmente,per poi sparecchiare rapidamente il loro tavolo e portare i piatti vuoti in cucina. Sergio e Agata stanno mettendo in ordine,mentre Ian sta preparando il brodo per il turno di stasera.

Esco dalla cucina e torno in sala dove trovo Gabe e Annabelle alle prese con la macchinetta del caffè.
-qualche problema?-chiedo confusa.
Annabelle dà una pacca decisa contro l'oggetto che sta torturando il ristorante da mesi,per poi sbuffare rumorosamente.
-l'acquisto peggiore che ho fatto in cinquant'anni che sono in vita! Non dovevo ascoltare quella maledetta televendita!- esclama sospirando.
-si aggiusta,bisogna solo smanettarci un po'- dice Gabe per poi iniziare a mettere le mani all'interno dei meccanismi nella speranza che qualcosa accada.
Annabelle segue i movimenti del nipote con aria scettica e, dopo pochi istanti, la macchinetta inizia a spruzzare un getto poco omogeneo in tutte le direzioni macchiando completamente Gabe,il quale tenta di bloccare il flusso tappando il foro da cui esce il liquido con il lembo della sua maglietta.
Annabelle si affretta a staccare la spina e dopo pochi istanti il liquido si stoppa completamente.
Gabe porta lo sguardo su di sé,per poi concentrare la sua attenzione sui vari schizzi che ha su tutto il corpo,in particolare sull'enorme chiazza al centro della t-shirt bianca.
Sospira a quella visione e Annabelle si avvicina a lui.
-tranquillo,con un po' di smacchiatore verrà tutto via. Hai un cambio?-
Lui nega con la testa.
-vado a chiedere a Sergio se ha una maglietta da darmi- dice per poi avviarsi verso la cucina.
Annabelle annuisce,per poi voltarsi verso di me.
-l'ho sempre detto e lo penserò sempre: la moka è la migliore- esclama guardando con disapprovazione la macchinetta,per poi incamminarsi verso l'ufficio. Probabilmente andrà dal marito a lamentarsi del pessimo acquisto fatto.

Mi dirigo verso lo spogliatoio e mi cambio rapidamente,per poi darmi una rapida sistemata allo specchio.
Afferro il mio zaino e esco dallo spogliatoio scontrandomi con Gabe,il quale sta parlando al telefono e indossa ancora la sua maglietta macchiata.
Chiude la conversazione in pochi istanti e infila il cellulare nella tasca.
-perchè sei ancora conciato così?- gli chiedo indicando la maglietta.
Sospira in risposta,per poi riportare lo sguardo su di me.
-hai da fare,Bark?-
-adesso?-
Lui annuisce.
Nego con la testa.
-perfetto,vieni con me- dice per poi avviarsi verso l'uscita del ristorante con passo deciso.
-Pennark,ti dispiacerebbe rendermi partecipe di quello che hai in testa?- chiedo seguendolo.
-ho bisogno di un favore-
-ok,spara tutto-
-le cose stanno così:io devo fare un salto a casa per prendere dei referti e Ellie esce da scuola tra 10 minuti e deve essere dal medico tra mezz'ora, chiaramente le tre cose non possono coesistere- dice per poi spingere la la porta e uscire.
Esco a mia volta.
-chiaramente,io che posso fare?-
-dovresti andare a prenderla a scuola e portarla da mia madre che le deve dare la ricetta,ha lo studio a nemmeno 400 metri e Ellie ci sa arrivare.
Io nel mentre vado a casa,mi cambio,prendo i referti e nel giro di venti minuti sarò lì a prenderla-
-va bene,non c'è problema-
-sicura?-
Annuisco.
-grazie davvero,Bark-
Dopo una rapida spiegazione sulla strada da percorrere per giungere alla scuola di Ellie,Gabe ed io ci salutiamo e io do inizio alla mia missione.

Giungo in pochi minuti alla famigerata scuola e ,dopo pochi istanti,spunta dal portone d'uscita una chioma bionda e inizio a sbracciare per attirare la sua attenzione. Ellie mi sorride e,dopo avermi indicato alla sua maestra,si precipita nella mia direzione.
-ciao Cristina, sai dov'è Gabe?-
-è dovuto passare a casa a prendere dei referti,così sono venuta io per portarti dalla mamma. Mi ha detto Gabe che ci sai arrivare-
Lei annuisce e inizia a saltellare verso una direzione.
-si,è qui dietro. È un palazzo super grandissimo,lo sai?-
-ah si? Davvero?-
Lei annuisce.

Qualcosa di me in te (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora