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"Alcune persone sono nocive,fanno terra bruciata attorno a loro ad ogni azione che compiono,e sai qual è la parte peggiore? Non se ne rendono conto"

Allungo le gambe sulla sedia davanti a me e mi stiro leggermente,per poi portare lo sguardo oltre il parapetto della terrazza.
La bella stagione inizia a farsi sentire:le giornate si sono allungate,la temperatura è salita vertiginosamente e l'atmosfera serena e allegra per le strade trasuda estate da tutti i pori.

La porta scatta,così mi volto. È Gabe,il quale avanza rapidamente nella mia direzione. Mi raggiunge in pochi istanti e occupa la sedia accanto a me.
Si mette comodo e,dopo aver tirato fuori tutto l'occorrente, inizia a girarsi una sigaretta.
-com'è questo posto senza di me,Bark?- chiede riferendosi al suo periodo di ferie.
-decisamente migliore- rispondo ironicamente.
Lui alza gli occhi al cielo e si porta il drum alla bocca.
-piuttosto,com'è Stoccolma?-
Lui aspira e dopo alcuni istanti in cui sembra cercare le parole giuste,risponde.
-cosi bella da sembrare finta,una cartolina praticamente-
-ti sei divertito?-
-assolutamente,un posto pazzesco. Dovresti andarci,Bark-
-vedrò cosa potrò fare-
-aspetta,forse ho qualche foto...-
Si porta la sigaretta alla bocca e la stringe tra le labbra,per poi tirare fuori il telefono e iniziare a smanettare alla ricerca.
-ecco...ne ho giusto due o tre,le altre sono sul computer-
Mi porge il suo cellulare,cosi lo afferro.
-le hai fatte con il cellulare?- chiedo stupita dalla loro qualità e definizione.
Lui nega con la testa.
-macchina fotografica-
Annuisco e continuo a guardare in silenzio le foto. Giunta all'ultima,gli ripasso il telefono e gli faccio i complimenti per gli scatti.
-posto stupendo,hai ragione-
Lui annuisce e fa un altro tiro.
-sei molto bravo a fotografare, Pennark...-
Lui sorride timidamente.
-è merito della macchina,ormai quelle recenti fanno tutto da sole- commenta smorzando il mio complimento.
Sorrido timidamente a mia volta.
-se lo dici tu-
Rimane un istante in silenzio,sembra voglia dire qualcosa ma che al tempo stesso ci stia pensando su. Distolgo lo sguardo in modo da non dargli l'impressione di aver notato il suo atteggiamento.
Dopo poco sembra farsi coraggio e,dopo aver spento la sigaretta nel posacenere e aver portato lo sguardo altrove,mi fa una proposta.
-puoi venire da me a vedere le foto,se ti va-
-non vorrei disturbare...- ammetto.
Gabe è un tipo impegnato,corre sempre a destra e sinistra dietro alle varie faccende della sua famiglia, spesso ho l'impressione che le persone fuori dalla sua stretta cerchia protetta gli siano solo d'intralcio alle sue giornate.
-non te lo avrei detto se lo facessi,non credi?-
Sorrido flebilmente alle sue parole e lui continua.
-non fraintendermi,Bark. La mia è una proposta,non un obbligo. Se non ti va,no problem- dice per poi alzarsi.
Lancio un'occhiata all'orologio. È ora di rientrare.
Scatto in piedi e aggiusto le sedie.
-in realtà mi va,quando posso venire?-
-appena finiamo il turno?-
Annuisco e torniamo dentro.

Due bambini urlanti si precipitano ai piedi di Gabe,il quale li saluta e cerca di calmarli.
-pensavo non ti avrei più rivisto. Papà ha detto che sei andato in un posto dove vivono nel ghiaccio- esclama il maschietto.
Gabe fulmina con lo sguardo Ian,il quale è seduto a uno dei tavoli ancora da sistemare.
-non è così e tuo padre è un cretino- risponde Gabe sorridendo flebilmente.
-ehi,non insegnargli ad avere una brutta idea di me- esclama Ian puntando il dito contro il ragazzo.
Gabe alza gli occhi al cielo.

Ci raggiunge una donna pochi istanti dopo. Abbraccia teneramente Gabe e gli stampa un bacio sulla guancia,per poi chiedergli come sta. I due iniziano a chiacchierare serenamente, sembrano essere legati.
La bionda,a conversazione conclusa, si volta verso di me e mi porge la mano.
-Isabella,piacere. Sono la moglie di Ian-
-Cristina,piacere- rispondo stringendogliela.
Lei mi sorride timidamente per poi afferrare i due bambini per mano,stampare un bacio sulla bocca al marito e salutare me e Gabe un'altra volta prima di uscire definitivamente dal ristorante.
Ian salta in piedi e si avvicina a me e a Gabe. Dopo averci dato una pacca sulla spalla ad entrambi con decisione,ci sorride e torna in cucina.

Qualcosa di me in te (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora