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"Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all'improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata."

Pov Matteo

Vengo svegliato da uno spintone. Mugulo un lamento,ma non sembro fare pena al mio torturatore,perché come risposta ottengo una spinta più forte.
Mi stropiccio gli occhi e li apro a fatica.
-non farti pregare almeno l'ultimo giorno di scuola. Alzati,forza- esclama Cristina per poi scrollarmi nuovamente.
Emetto un altro mugolio e mi tiro a sedere.
-mi passi una maglietta?-
Cristina alza gli occhi al cielo e afferra una t-shirt dalla sedia,per poi lanciarmela.
-grazie-borbotto per poi indossarla.

Mi alzo e mi sfilo i pantaloni del pigiama in modo da indossare dei jeans ed essere all'incirca presentabile.
Sbadiglio e mi trascino verso lo specchio per darmi un'occhiata ai capelli.
-sono più terribili del solito- commenta Cristina guardandomi.
-stai zitta,non ho chiesto un tuo parere- borbotto in risposta senza spostare lo sguardo dal mio riflesso.
-sappiamo entrambi che è la verità-
In assenza delle forze necessarie per domare la mia capigliatura,decido di passarmi le dita tra i capelli alcune volte e farmi andare bene il risultato ottenuto.
-possiamo andare- esclamo per poi uscire dalla stanza.

Scendo al piano di sotto seguito da Cristina e saluto mia madre.
-Max?- le chiedo notando l'assenza di mio fratello.
-è uscito presto stamattina,credo volesse fare colazione con i suoi amici prima di entrare a scuola- mi risponde lei senza distogliere l'attenzione dalle verdure che sta tagliando.
Annuisco pur non essendo affatto convinto della versione di "Max, il bravo scolaro" e la saluto. Mia madre augura buona giornata a me e a Cristina,per poi lasciarci andare.
-Max mattutino,chi se lo aspettava- borbotta Cristina guardandomi.
-pff,sicuramente c'è qualcosa sotto- ribatto io per poi portarmi una sigaretta alla bocca e accenderla.

Giungiamo nel cortile della scuola in poco tempo.
Troviamo Davide già spaparanzato sul muretto al nostro arrivo. Lo saluto con una stretta di mano,per poi sedermi accanto a lui. Cristina si avvicina al francesino e i due si scambiano un bacio sulla guancia per salutarsi.
-gli altri?- chiedo guardandolo.
-non lo so- dice facendo spallucce.
Poco dopo ci raggiungono Andrew e Jack. Ci salutiamo e iniziamo a chiacchierare amichevolmente.
Poco dopo arriva anche Marco,il quale fa un saluto generale per poi affiancare Davide sul muretto e iniziare a parlargli di questioni legate alla squadra di calcio.
Mentirei se dicessi che le cose sono tornate come prima nel gruppo,ma devo ammettere che sono notevolmente migliorare rispetto ai primi tempi.
Marco e Andrew non sono tornati ad avere il rapporto di un tempo,ma la tensione si è decisamente allentata.
Di Sharon nessuno ha avuto più notizie,o almeno sembra sia così.

La campanella suona e ci riporta alla realtà. Giungiamo all'entrata e salutiamo Cristina,per poi incamminarci verso la nostra aula chiacchierando.
Lancio una delle mie solite frecciatine a Davide riguardanti Elena,la ragazza con cui si sta frequentando, e il francesino,dopo aver borbottato qualche insulto,mi dà una spinta facendomi scontrare con alcune delle persone che stanno percorrendo il corridoio. Mi volto all'istante e porto lo sguardo sulla ragazza in questione:Megan,la quale inizialmente esibisce un'espressione infastidita,ma si addolcisce appena incontra il mio sguardo.
-scusami,Megan,ho perso l'equilibrio- le spiego io.
Lei si limita a sorridere guardando prima me e poi Davide,per poi salutarci e proseguire il suo percorso con passo spedito.
-con tutte le persone che ci sono dovevi lanciarlo proprio addosso a Megan?- interviene Andrew ridendo.
-è mattina anche per me,non posso fare caso a tutto.
Comunque oggi era meno sclerata del solito. Non ci ha nemmeno urlato contro,ci avete fatto caso?-risponde Davide ridendo.

I due continuano il tragitto ridacchiando ed io mi perdo a seguire Megan con lo sguardo.
È la prima volta che ci incrociamo dopo quello che è successo ormai due settimane fa. Avrei preferito ci fossimo visti in un altro contesto, magari in un momento in cui fosse stato possibile scambiare due chiacchiere,in particolare chiederle come sta.
La voce di Marco che mi richiama mi fa ritornare alla realtà. Lo raggiungo in poche falcate ed entro in aula dopo di lui.

Qualcosa di me in te (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora