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"e dai, c'è forse sensazione più bella di quando siete uno davanti all'altro e l'unica cosa che riuscite a pensare è eliminare quei pochi centimetri che vi separano?"

-ehi,scusate il ritardo- esclamo con il fiatone dopo aver fatto il mio ingresso in trattoria.
Annabelle alza lo sguardo su di me e mi tranquillizza.
-non preoccuparti,ma mi raccomando non farla diventare un'abitudine.
Ora vai a cambiarti,credo ci sia ancora la sala di sopra da fare,qui ci pensa Gabe-
Annuisco e mi dirigo a grandi falcate in spogliatoio.

Mi cambio rapidamente e,uscendo allo scoperto di corsa ancora intenta ad allacciarmi il grembiule,finisco per scontrarmi con Gabe giusto a qualche passo dalla porta.
-ehi,scusami,non ti avevo visto- esclamo dopo aver alzato lo sguardo su di lui e averlo riconosciuto.
-ehi, dov'eri finita?
Stavo andando a prendere il telefono giusto per chiederti se venivi a lavoro o meno-
-ed eccomi qui.
Ero con gli altri,è successo un casino con un mio amico e ho perso di vista l'ora-
-tutto ok? Successo qualcosa di grave?-
-lunga storia in realtà,ne parliamo dopo?
Sono già arrivata in ritardo,devo preparare la sala di sopra-
Annuisce,per poi dare un'occhiata intorno a sé per vedere se c'è qualcuno.
-solo un secondo ancora- dice per poi annullare la distanza fra noi baciandomi e spingermi lentamente indietro fino a farmi toccare il muro con le spalle.
Porto le mani sul suo viso e lo porto più vicino a me. Sorridiamo all'unisono.
-ora forza,andiamo a lavorare.
Devo andare ad aiutare Ian- sussurra dopo essersi allontanato di qualche centimetro dalle mie labbra.
Annuisco e gli stampo un ultimo bacio.
-ci vediamo in terrazzo appena finiamo?-
Lui annuisce,per poi stamparmi un bacio sulla fronte.
-muoviti a fare quei tavoli- sussurra sorridendo.
-e tu datti una mossa con Ian-
-guarda che io sono veloce.
Sei tu la novellina qui,mica io. Non dimenticarlo,Bark-
-l'allieva supera il maestro,non lo sai?-
-nei tuoi sogni forse.
A dopo,novellina- dice per poi spettinarmi i capelli giocosamente e incamminarsi verso la prima sala.
Scuoto la testa divertita,per poi dirigermi a mia volta nella sala che mi spetta.

Pulisco e disinfetto i tavoli,per poi iniziare ad apparecchiarli uno ad uno.
Ad opera quasi conclusa,Pennark fa capolino nella sala.
-lo sapevo che non saresti riuscita a fare prima di me- esclama divertito per poi raggiungermi.
Lo spintono giocosamente.
-mi manca solo un tavolo- ribatto in mia difesa.
-non importa se vinci per un centimetro o per un kilometro, l'importante è vincere-
-se,come vuoi, Toretto- borbotto io per poi continuare ad apparecchiare.
-e dai,che permalosa- dice per poi prendere le posate del cesto e aiutarmi con il lavoro.
-non c'è bisogno che mi aiuti,ho praticamente finito-
-e così hai finito proprio- dice per poi mettere l'ultima posata mancante sul tavolo.
-ti impicci un po' troppo nei miei compiti per i miei gusti,Pennark- esclamo,per poi avvicinarmi a lui.
-hai sempre da ridire?-
-quasi sempre-
Lui nega con la testa.
-mi farai esaurire- esclama per poi fare cadere lo sguardo sulle mie labbra.
Fa per avvicinarsi,ma io lo scanso,ricevendo così un'occhiataccia in risposta.
-ah si? Le cose stanno così?-
-proprio così. Dovrai riuscire a prendermi prima- dico per poi scattare e uscire in terrazza.
Gabe scatta a sua volta e,pur essendo partita con un leggero vantaggio,dopo poche falcate riesce ad afferrarmi.
-presa,Bark.
Non sei poi così veloce- dice stringendomi le braccia attorno al mio addome.
-nemmeno tu contando che hai le gambe lunghe- dico per poi tentare di liberarmi,ma lui stringe maggiormente la presa.
-ehi,guarda che tu non vai da nessuna parte finché non porti a termine il patto-
-ah si? E qual era il patto?- chiedo per poi voltarmi verso di lui facendo così scorrere le sue mani dal mio addome alla mia schiena.
-non te lo ricordi già più?-
Nego con la testa e lui mi morde la guancia.
Scatto indietro.
-ehi!-
-fai ancora la difficile?- mi chiede ridendo sotto i baffi.
-fino al mio ultimo respiro-
-Dio,quanta pazienza che ci vuole con te- esclama per poi annullare la distanza tra noi e baciarmi.
Porto le mani fra i suoi capelli e li tiro leggermente,mentre lui aumenta la presa sulla mia vita con la mano sinistra e fa scorrere la destra fino al mio collo,per poi accarezzarlo leggermente.
Sorridiamo entrambi.
-ne è valsa la pena?- gli chiedo riferito alla storia della pazienza.
Lui annuisce.
-decisamente- risponde sorridendo,per poi baciarmi ancora.

Qualcosa di me in te (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora