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"A volte le persone intorno a noi sembrano volerci complicare la vita con i loro gesti inaspettati, proposte assurde e cambi repentini di visuale,ma se invece stessero solo cercando di migliorarla perché sono consci che potremmo dare di più?"

Pov's Alex

Porto lo sguardo sull'orologio affisso alla parete di fronte a me. Il mio turno di lavoro si è concluso da qualche minuto. Parte dei miei colleghi sono già andati via e in ufficio dovremmo essere rimasti solo io, l'architetto, la segretaria e il primo geometra.
Raccatto alcuni documenti riguardanti il progetto che sto seguendo e li infilo alla bene e meglio nella mia ventiquattrore.
Sento bussare alla mia porta,così alzo lo sguardo e invito ad entrare la persona che si cela dietro il vetro satinato.
La porta viene aperta lentamente e svela il viso della segretaria.
-Bark,l'architetto la desidera nel suo ufficio-
Annuisco.
-vado subito,grazie Stephany- dico per poi mollare la presa sulla ventiquattrore.
Lei sorride timidamente e chiude la porta,per poi attraversare rapidamente il corridoio e tornare rapidamente alla sua postazione facendo risuonare il ticchettio dei tacchi nella hall.

Mi do una rapida sistemata e mi incammino verso l'ufficio della mia principale.
Nel tragitto incontro il geometra,il quale mi saluta cordialmente e si dirige a grandi falcate verso l'uscita mentre è impegnato in una telefonata non di lavoro a giudicare dalla sua espressione chiaramente divertita.
Giungo così davanti alla porta laccata in rosso e mi porto istintivamente i capelli indietro in preda al nervosismo. Il mio sguardo cade sulla targhetta dorata che recita il nome della mia principale "Agnes Wagner" e sospiro per allentare la tensione.Ormai lavoro qui da mesi ma questa donna è ancora in grado di mettermi in soggezione.
Dopo alcuni istanti,trovo il coraggio e busso lentamente alla porta.L'architetto mi dà il permesso di entrare con voce dura e composta, così tiro giù la maniglia della porta e faccio un passo avanti.
Lei posa lo sguardo su di me e assume un'espressione strana,un misto tra soddisfatta e indispettita.
-finalmente Bark,iniziavo a credere che si fosse persa per il corridoio- esclama senza guardarmi,per poi srotolare sul piano di lavoro un foglio 100×70.
-ehm,ha bisogno di me?- chiedo incerto su cosa rispondere.
-si,Bark.
Si avvicini pure,non sono armata- dice probabilmente notando la distanza di sicurezza che ho imposto istintivamente tra me e lei.
Accenno un sorriso imbarazzato e l'affianco.
-di che cosa si tratta?-
-è un vecchio edificio, all'incirca datato anni '30, di cui apprezzo particolarmente la linea ma riconosco la necessità di una riqualificazione.
Lo guardi,lei cosa ne pensa?-
-è senza dubbio un edificio interessante. Qual è la sua destinazione d'uso?-
-idealmente la nuova borsa-
Annuisco e scorro con gli occhi tutta la tavola.
Nel mentre lei si allontana di qualche passo da me,ma io rimango con il capo chino sul foglio e non indago sulle sue azioni per discrezione.
-Bark,lei non si trova qui per stare in silenzio a guardare una tavola,ne è consapevole?-
Alzo lo sguardo e lo porto su di lei. Noto che sta fumando una sigaretta elettronica.
-certamente,cosa...-
Sbuffa fuori il fumo e mi interrompe.
-quindi mi dica:lei è in grado di riqualificarlo o no?-
Colto alla sprovvista e profondamente emozionato,borbotto una risposta affermativa.
-Bark,gradirei una risposta in italiano. Soggetto,verbo e complemento possibilmente-
-si,sono in grado e mi piacerebbe farlo-
Lei sorride flebilmente e aspira di nuovo,per poi poggiare la sigaretta sulla scrivania.
-senta,Bark,voglio essere chiara con lei- esclama guardandomi negli occhi.
Deglutisco in preda all'agitazione.
-certo,mi dica- sussurro cercando di non lasciare trapelare il mio stato emotivo alterato.
-lei ha delle buone capacità, una discreta precisione e puntualità, incredibili abilità di apprendimento,ma le manca una caratteristica fondamentale- esclama con tono fermo senza spostare lo sguardo dai miei occhi.
-e quale sarebbe?-
-la sicurezza in sé-
-architetto,io...-
-Bark,non mi interessano le sue giustificazioni. Si tenga pure per lei le sue ragioni,io non sono tenuta a conoscerle,ma la invito ad aprire gli occhi.
Si sarà ben reso conto che ogni esponente di rilevanza in questo studio gode di una grande sicurezza in se stesso e non si lascia ostacolare o mettere in secondo piano da nessuno-
-si,l'ho notato-
-bene,lei cos'ha intenzione di fare?Vuole imitarli o vuole cambiare studio?- mi chiede guardandomi.
-mi sta licenziando?- balbetto confuso.
-no,Bark,io le sto chiedendo se vuole licenziarsi.
La mia è solo una proposta,la sto mettendo davanti a una scelta-
Ok, ho definitivamente perso la calma.
Sospiro per tentare di ricompormi.
-architetto,io mi scuso se...-
-no,non voglio sentire scuse.
Voglio una risposta e,Bark,in fretta. C'è pieno di persone che ucciderebbero per il suo posto,quindi se non si ritiene abbastanza quella è la porta-
-io sono abbastanza-
-ho bisogno di dimostrazioni- dice per poi arrotolare il foglio e porgermelo. Lo afferro e porto lo sguardo su di lei in attesa di spiegazione.
-riqualificazione di questo edificio.Ci vediamo venerdì alle 18:00 qui ed esaminerò il suo elaborato.
Mi dimostri che lei è bravo come dice.
Ora vada,Bark,ha molto lavoro da sbrigare-
-ehm,si.
Buona serata,architetto- dico per poi volatilizzarmi fuori dal suo ufficio.

Qualcosa di me in te (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora