"Chiedimi cosa penso e ti preparo un bel monologo. Siamo solo io e te,come dallo psicologo. Gli uomini mentono ma gli occhi raccontano e in questa vita sono troppi i conti che non tornano"
La sveglia suona.
Borbotto qualcosa di incomprensibile persino a me stessa e mi rigiro nel letto.
La sveglia suona ancora.Apro gli occhi e,una volta individuata la minaccia,le do una manata ben assestata per farla tacere.Alla mia destra, Matteo dorme indisturbato. Questo ragazzo ha il sonno davvero pesante.
Provo a scrollarlo, ma non ottengo nessuna reazione.Mi occuperò di lui dopo.Mi trascino verso il bagno e sussulto alla visione del mio riflesso sullo specchio.
Delle splendide occhiaie violacee e profonde contornano i miei occhi arrossati e stanchi,il tutto accompagnato da un'espressione meno allegra e socievole del solito.Dopo aver tentato di tamponare il mio aspetto drammatico con una bella doccia fredda e alcuni litri di correttore,torno ad occuparmi di Matteo.
Una volta assodato che ogni tipo di richiamo è completamente inutile,passo a tirargli delle cuscinate e finalmente ottengo un riscontro.
-basta,basta- borbotta rigirandosi nel letto.
-dobbiamo passare da te,non hai la cartella-
Gli tiro l'ennesima cuscinata.
-ora mi alzo!Calmati!Da quando hai fretta di andare a scuola?- brontola per poi mettersi a sedere con la testa fra le mani.
-ti senti bene?- gli chiedo per poi avvicinarmi.
Non faccio in tempo a finire la frase che Matteo scatta in piedi e corre in bagno con la mano davanti alla bocca.
Se il buongiorno si vede dal mattino,prevedo una giornata ricca di emozioni.Matteo torna in camera poco dopo tranquillizzandomi e dicendomi che ora si sente molto meglio.
Stanchi e malconci,usciamo di casa e ci incamminiamo in silenzio a scuola.Una volta varcata la soglia del suolo scolastico, ci fiondiamo dal solito muretto in cui ci incontriamo con il resto del gruppo tutte le mattine.
Ad accoglierci però,questa mattina,è una folla molto meno energica del solito.
-ragazzi,state bene?Avete un aspetto davvero terribile- commenta Andrew ridendo guardando me e Matteo.
-buongiorno anche a te,Andrew- commenta Matteo,per poi investire le sue poche forze per salire sul muretto e sedersi.
-e,per inciso,nemmeno tu sei un bel vedere- intervengo io guardandolo.
-nessuno di noi è in belle condizioni.Quanto abbiamo dormito?Due ore?- interviene Jack,per poi sbadigliare e buttare giù un sorso della Red bull che tiene in mano.
-io e te anche meno,da quando abbiamo lasciato loro ci siamo fatti un'altra mezz'ora di viaggio- spiega Andrew stropicciandosi gli occhi.
-dov'è finito Marco?- chiede Matteo guardandosi intorno.
-bho,non risponde al cellulare- interviene Davide.
Lo guardo per la prima volta da quando sono arrivata. Nemmeno lui ha un bell'aspetto:lo sguardo è stanco e i capelli sono più disordinati del solito,ma non mi viene istintivo fargli una battuta,forse quello che è successo ha creato più imbarazzo di quanto credessi.
Ritorno alla realtà e notando che l'ora del suono della campanella si fa sempre più vicino,decido di prendermi un caffè.
-dov'è la caffetteria?- chiedo rivolta al gruppo.
-dall'altra parte del cortile- risponde Jack indicandomi una zona poco definita.
-hai bisogno di un caffè?- mi chiede Matteo.
-si,assolutamente.Mi accompagni?-
-no,Cri,non ci riesco. Sto a malapena in piedi-
-ti accompagno io se vuoi,da sola non è facile da trovare- interviene Davide.
-non c'è bisogno,se mi spieghi più dettagliatamente dove si trova posso arrivarci da sola- dico tentando di rimandare la possibile conversazione su quello che è successo ieri.
-non preoccuparti,voglio anch'io un caffè-
-allora andiamo-
Salutiamo tutti e ci avviamo verso la caffetteria in silenzio.Una volta giunti a destinazione,ci piazziamo davanti al bancone in attesa dell'arrivo del cameriere. Non è ancora fuoriuscita una parola da quando ci siamo allontanati dal gruppo.
Davide guarda davanti a sé e non sembra intenzionato ad iniziare la conversazione,quindi mi faccio coraggio e rompo il ghiaccio.
-dovremmo parlare di quello che è successo ieri,non credi?-
Lui annuisce e sta per parlare,ma il cameriere ci interrompe. Il biondino ordina due caffè da portare via e lo liquida velocemente,per poi girarsi verso di me e incitarmi a parlare.
-vorrei solo chiarire che quello é stato un episodio fine a se stesso. Siamo entrambi molto vicini a Matteo e inevitabilmente ci vedremo spesso,quindi preferirei che non si creasse imbarazzo tra noi-
-assolutamente,sono della tua stessa idea. Non c'è motivo per cui si dovrebbe creare imbarazzo,non abbiamo fatto nulla di male. Eravamo solo presi dal momento-
Annuisco.
-e ancora una cosa,potresti tenerti quello che è successo per te?-
-perché? Sei fidanzata per caso?-
-ma no,solo che non voglio che si spargano voci su di me,tutti qui. Sono arrivata da nemmeno 48 ore in questa scuola-
-va bene,non preoccuparti. Neanch'io amo appendere i manifesti.
Inoltre,nessuno ci ha visto eccetto Matteo,che era decisamente sbronzo,quindi non c'è nulla di cui preoccuparsi-
-perfetto.
Allora,ripartiamo da zero?-
-io sono Davide Lambert,e tu?- dice porgendomi la mano.
Sorrido divertita.
-che coglione- borbotto sottovoce divertita.
-scusa?Non ho capito bene-
-Cristina Bark- esclamo stringendogliela.
-è stato davvero un piacere conoscerti Cristina,ma ora devo andare. Sono in ritardo ed è solo il secondo giorno di scuola.
E fattelo dire,stai uno schifo oggi-
-neanche tu sei esattamente il ritratto della bellezza,biondino-
-parli per invidia,piccoletta-

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Qualcosa di me in te (1)
ЧиклитLa storia dei fratelli Bark alle prese con un capitolo della loro vita tutto nuovo. Alex,un giovane costretto a diventare uomo troppo presto, e Cristina, una ragazza alle prese con il salto dall'adolescenza all'età adulta. Tra vecchi e nuovi amici...