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"Oggi sono nervosa più del solito.
No, non è successo niente. Solamente che certi giorni senza alcun motivo sento maggiormente il peso della situazione, proprio come una cicatrice che ogni tanto riprende a bruciare quando meno te lo aspetti"

Una nuvola di fumo e della musica latina a tutto volume mi invadono.
Il soggiorno è pieno di persone che ondeggiano goffamente a ritmo di musica e cantano con voce traballante, probabilmente derivante dall'eccesso di alcool,la canzone che risuona dalle casse infondo alla stanza.

Sperando di trovare delle risposte vado alla ricerca con lo sguardo di Alex,mio fratello maggiore.Mi bastano pochi istanti per localizzarlo e fiondarmi su di lui scansando chiunque mi si pari davanti.
Giunta a destinazione, ci scambiamo un'occhiata e lui dice qualcosa che, per via della musica,non capisco.
Gli faccio segno di seguirmi in modo da poter parlare in un luogo più incline alle conversazione ma, data l'assenza di grande accondiscendenza,mi vedo costretta ad afferargli il polso per trascinarlo in camera.

-che ti è preso?- mi chiede scocciato scrollandosi via dalla mia presa.
-ehm,buongiorno? Ti ricordi di me? La persona che abita in questa casa oltre a te,è un piacere vederti-
-cosa vuoi? Perchè mi hai trascinato via in quel modo?-
-chi sono le persone nel mio salotto?
E dove hanno imparato a ballare così male, poi?-
Mio fratello alza gli occhi a seguito della mia frase.
-ho invitato un po' di amici per fargli vedere la casa nuova e ho detto di portare un po' di gente per passare la serata. Gradirei che non li insultassi,o perlomeno non in loro presenza-
-Alex,ma li hai visti? Ti prego, balli meglio persino tu-
-cosa vorresti dire?-
-a buon intenditore poche parole- dico facendo spallucce.
Lui sospira.
-ok,va bene. Hai intenzione di dirmi altro o mi hai portato qui solo per farmi notare il mancato senso di ritmo da parte dei miei amici?-
-Alex,non hai pensato che sarebbe stata una buona idea avvisarmi?-
-non te l'ho detto?-
Nego con la testa.
-ah,scusa. Deve essermi passato di mente, ero convinto di averlo fatto-
-ok, farò finta di crederci. Ora torniamo di là,ma cambia genere musicale prima che mi metti a dire ad alta voce quello che penso - dico per poi tornare al piano di sotto.

Mentre sono intenta a farmi spazio tra le persone che parlano e ridacchiano indisturbate nel mio salone,sento urlare il mio nome alle mie spalle.
Mi volto e incontro con lo sguardo Matteo,il quale sta cercando di raggiungermi.
-Matte!- esclamo contenta.
Finalmente una faccia conosciuta.
-non ti ho vista per tutta la sera, dov'eri?- mi urla all'orecchio per farsi sentire, per poi continuare a parlare data l'assenza di una risposta da parte mia.
-andiamo fuori?Mi sta scoppiando la testa-
Annuisco.

Attraversiamo la folla e,dopo aver afferrato una birra piccola da un tavolo perfettamente imbandito e aver ricevuto qualche gomitata, arriviamo a destinazione.
-conosci qualcuno dei presenti?- gli domando appena varchiano la soglia del terrazzo.
Lui nega con la testa.
-tuo fratello ha invitato gente più grande per lo più,suoi coetanei per intenderci-
Annuisco.
-non sapevi nulla di questo ritrovo,vero?- mi chiede ridendo seguendomi.
Nego con la testa.
-questo spiega molte cose- esclama squadrandomi con un sopracciglio alzato.
-stai per caso alludendo al mio look?- gli chiedo indicando la mia felpa oversize bianca abbinata ai pantaloncini di jeans strappati e alle vans old skool.
Lui mi guarda e si morde il labbro in modo da trattenere la risata che minaccia di uscire a breve.
-di che taglia è questa felpa?Andrebbe grossa persino a me- mi chiede scoppiando definitivamente a ridere.
-stai per caso insinuando che mi sta male?- ribatto ridendo.
-io?Nah,non penserei mai una cosa del genere.
Staresti bene con tutto- dice con finta aria sognante.
Lo spintono in risposta, per poi dare voce a una spiegazione più accurata.
-per tua informazione è di Alex.
Io non ho ancora disfatto gli scatoloni, quindi gradirei un po' di pazienza e comprensione da parte tua,grazie-
-consideralo fatto- esclama alzando le mani.
-cosa ci facevi alla festa da solo?- gli chiedo mentre mi siedo sulla staccionata e inizio a tentare di aprire la birra.
-era una scusa per uscire di casa, i miei continuavano a litigare- spiega,per poi sedersi accanto a me.
Mantiene lo sguardo basso,in modo da non incrociare i miei occhi,ma mi basta sentire il suo tono di voce per capire quanto in realtà stia soffrendo.
-mi dispiace davvero,Matte.
Vorrei darti dei consigli,ma non penso che ci sia qualcosa che tu possa fare per loro.
Puoi solo cercare di mantenere la calma per il momento- sussurro guardandolo.
Lui abbassa lo sguardo e sospira.
-figurati,ormai ci ho fatto l'abitudine.Credo che inizierò a preoccuparmi quando smetteranno di urlarsi contro- dice tentando di sdrammatizzare,per poi tirare fuori le sigarette e un accendino dalla tasca.
Ne sfila una dal pacchetto e se la porta alla bocca.L'accende e porta lo sguardo davanti a sé.
-forse è solo un periodo-ipotizzo io mentre continuo a tentare di aprire la bottiglia che ho tra le mani.
-ne dubito- sussurra lui per poi fare un altro tiro.
Alzo lo sguardo su di lui e gli sorrido flebilmente tentando di rassicurarlo.
Lui svia il mio sguardo e posa le mani sulla mia birra.
-dammela,te la apro io- esclama.
Io gliela porgo e lui la apre forzandola con l'accendino.
-a lei- dice ridendo porgendomela.
-un vero cavaliere- esclamo ridendo per poi iniziare a sorseggiarla.
Lui sorride e sbuffa fuori il fumo.
-sai mica che ora è?- mi chiede lui,per poi fare un altro tiro.
-che ti importa?Hai il coprifuoco?-
-no,ma domani mattina devo svegliarmi presto. Ho un treno alle otto-
-parti?-
-si,vado da un amico.Ha una casa al mare e passeremo lì il weekend.
Te lo avevo accennato qualche giorno fa,ricordi?-
-si,hai ragione. Scusami,ho tante cose per la testa ultimamente.
Ad ogni modo, sono le undici e un quarto- dico per poi continuare a bere la mia birra.
-rimango fino a mezzanotte e poi vado via, nanerottola-
-falla finita con questo nomignolo-
-perché nanerottola?-
-smettila- dico per poi buttare giù l'ultimo sorso di birra e poggiare la bottiglia vuota sulla staccionata.
-nanerottola-
-finiscila-
-se no?-
Inizio a colpirlo al petto con entrambe le mani.
Lui si porta la sigaretta alla bocca e la stringe tra le labbra mentre,con le mani,blocca saldamente i miei polsi sul suo petto in modo da limitare i miei attacchi.
-nanerottola, nanerottola, nanerottola...- continua a ripetere ridendo.
-smettila!-
-se no?-
-ti picchio-
-con quale forza?Mi basta una mano per bloccarti, nanerottola-
-sono felice che domani parti, finalmente potrò vivere la mia vita serenamente-
-azz,mi sono offeso-
-sei uno stronzo-
-dimmi qualcosa che già non so, nanerottola- dice ridendo.
Faccio un sospiro per fare appello a tutta la poca calma che mi è rimasta.
-non sai quante sberle ti darei-
-io si,nessuna perché mi vuoi troppo bene-
-sei un cazzone- dico riuscendo a liberare le mani dalla sua presa.
-ma ho anche dei difetti- replica sorridendo.
-hai anche la faccia da schiaffi-
-anche tu- dice guardandomi.
-mai quanto te-
-lo prendo per un complimento-
-non lo era-
-mi avvalgo della libertà di interpretarlo come voglio-
Alzo gli occhi al cielo sbuffando.
-ti verranno gli occhi storti a forza di alzarli-
-se mi veranno sei libero di sentirti in colpa- dico puntandogli un dito contro.
-mi fai sentire importante così-
-come torni a casa,genio del male?- gli chiedo cambiando argomento,per poi sfilargli la sigaretta dalle labbra e fare un tiro.
-a piedi,ho la moto dal meccanico-
-è tardi e sei solo-
-e quindi?-
-non conosci nessuno che può darti uno strappo?-
Lui nega con la testa.
-allora dormi da me-
-ma Cri,guarda che non sono un poppante,posso tornare a casa da solo-
-mi dimostrerai che non sei un poppante un altro giorno,ok? Forza,andiamo-
Matteo accetta alzando le spalle.
Butta la sigaretta nella bottiglia di birra vuota e rientriamo in casa.

Qualcosa di me in te (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora