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"Buonanotte a chi, anche questa notte, condividerà il sonno con gli incubi."

Mi sveglio di soprassalto.
Sono sudata.Il mio respiro è irregolare,affannoso.
-era un sogno- ripeto a me stessa in un sussurro.
Respiro a pieni polmoni e mi asciugo la fronte madida di sudore con il lembo della maglietta.
-solo un sogno-
Sono in anticipo di circa un'oretta rispetto al mio risveglio quotidiano ma l'idea di riaddormentarmi mi spaventa,così decido di rimanere stesa a letto immobile e in silenzio.
-perché finisce sempre così?- mi domando ad alta voce,ma per quando mi sforzi non riesco a trovare una risposta.

Il tempo passa stranamente rapido e, senza che io riesca a rendermene conto, mi ritrovo già con lo zaino in spalla in cammino verso casa di Matteo.
Ma come ho fatto ad arrivare fino a qui? Sento come se le mie gambe si muovessero per inerzia e io non avessi minimamente il controllo del mio corpo. Faccio un bel respiro e scaccio via le energie negative,o almeno tento di farlo, e suono il campanello.

In pochi istanti la porta si apre e un sorriso raggiante mi accoglie.
-Cristina,buongiorno!-esclama la madre di Matteo per poi spostarsi da un lato in modo da permettermi l'accesso al salotto.
Entro in casa sorridendole e ricambiando il saluto.
-tesoro,stai bene? Sei un po' pallida- dice accarezzandomi la spalla.
-si si,sto benissimo,è solo che non ho dormito molto quindi sono un po' stanca-
Lei annuisce comprensiva.
-qualche problema ad addormentarti?-
-è solo il nuovo materasso,non mi sono ancora abituata- dico tentando di essere convincente.
Non penso se la sia bevuta,ma decide di cambiare argomento comunque,forse ha notato il mio disagio.
-da quanto sei in città?-
-nemmeno due settimane in realtà-
-e non sei ancora venuta a trovarmi? Da te non me l'aspettavo-
-non ho avuto molto tempo,mi spiace davvero-
-tranquilla tesoro,scherzavo. Hai fatto colazione?-
-si si,non preoccuparti-
-sicura,Cristi?Guarda che è importante mangiare al mattino, eh- dice svelando il suo accento calabrese.
Annuisco sorridente. È divertente quando emerge il suo accento o parla in dialetto.
-tuo fratello come sta?- mi chiede sorridente.
-tutto bene,sembra felice del nuovo lavoro e...ehm,di tutto il resto insomma-
-e tu lo sei?-
Annuisco anche se non sono convinta della risposta.
-ho solo bisogno di un po' di tempo per ambientarmi- dico tentando di convincere più me che lei.
Lei annuisce comprensiva.
-ora vai da Matteo,non vorrei mai farvi fare ritardo il primo giorno di scuola.
Quel disgraziato è di sopra in camera sua,penso stia ancora dormendo-
-allora corro a svegliarlo,buona giornata Maria-
Mi saluta a sua volta ed io mi precipito in camera del figlio.

La scena che si apre una volta aperta la porta della cameretta è davvero buffa: Matteo dorme beatamente a pancia in giù con la bocca socchiusa,i capelli arruffati e un espressione stizzita dipinta sul volto,le gambe aggrovigliate tra le lenzuola e la testa che sporge pericolosamente fuori dal letto.
Mi avvicino e lo chiamo a voce alta.
Borbotta qualcosa di incomprensibile in risposta e rimane ben fermo nella sua posizione.
Lo richiamo ancora a voce più alta e lui si copre disperatamente le orecchie con un cuscino.Glielo strappo dalle mani e lui borbotta una sorta di lamento in risposta.
Gli scosto la coperta,apro la finestra e alzo la tapparella per fare entrare la luce.
-SU,FORZA,SU- urlo io.
Matteo borbotta un "zitta" e si copre le orecchie con le mani.
Stufa di sprecare fiato,lo spingo giù dal letto e in pochi istanti si ritrova a terra.
Spalanca gli occhi e scatta in piedi.
-ti sembra il modo?- esclama a voce alta.
Dato che è appena sveglio e la sua voce è ancora roca e molto bassa,la sua esclamazione non è affatto intimidatoria ma buffa.
-non dovresti urlare appena sveglio- gli faccio notare ridendo.
Lui mi trucida con lo sguardo.
Non è particolarmente amichevole quando si sveglia presto.
-tu sei pazza-
-da che pulpito-
-non istigarmi.Mi hai già dato abbastanza fastidio per oggi- dice,per poi tirare su una maglietta da terra e infilarsela.
-non ti alzavi- borbotto giustificandomi.
-non è una buona ragione per buttarmi letteralmente giù dal letto- ribatte mentre si toglie i pantaloni del pigiama.
Successivamente indossa dei jeans chiari strappati tirati su dalla scrivania e infila le scarpe per poi mettere i lacci dentro in modo da non doverle allacciare.
Dopo un sonoro sbadiglio, finalmente afferra il suo zaino firmato vans e mi guarda.
-cos'hai messo nel tuo zaino?-mi chiede.
-avrei dovuto metterci qualcosa?L'ho portato in modo simbolico- rispondo con ovvietà.
Si batte una mano sulla fronte e si guarda intorno.Afferra una penna e la lancia dentro lo zaino insieme a qualche spicciolo.
-basta e avanza per il primo giorno- dice facendo spallucce.
Chiude lo zaino e afferra una felpa.
-possiamo andare- dice mentre si lega la felpa in vita.
Mi alzo dal letto e scoppio a ridere squadrandolo.
-che hai da ridere?-
-non pretendo molto,è mattino per tutti,però lo sforzo di abbottonarti i jeans puoi anche farlo-
Lui abbassa lo sguardo sui suoi jeans e tira su la zip.
-ridi ridi,intanto stavi guardando lì-dice uscendo dalla stanza con la sua solita faccia da schiaffi.
-idiota- dico alzando gli occhi.
Lo seguo e,dopo aver salutato i suoi genitori,usciamo di casa.

Qualcosa di me in te (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora