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"The initmacy of being understood"


Pov Alex

Lancio una rapida occhiata al mio riflesso che spicca sulla vetrata a specchio del locale. Mi raddrizzo la cravatta per l'ennesima volta, ormai l'ho sciupata a furia di muoverla.
Mi controllo i polsini,il colletto, le stringhe delle scarpe.Tutto come dovrebbe essere.
Noto una signora seduta alla fermata del bus a meno di venti metri da me che mi guarda confusa e a tratti divertita. Si starà chiedendo cosa io stia facendo fermo immobile da più di dieci minuti davanti all'entrata del locale con gli occhi puntati sulla vetrata.
Decido di smetterla di mettermi in ridicolo da solo,così respiro profondamente e entro all'interno del ristorante.

Mi accoglie un ragazzo di bell'aspetto. Deve avere la mia età all'incirca,ma i capelli portati all'indietro eccessivamente laccati e la divisa elegante lo invecchiano parecchio.
Porto lo sguardo sul salone principale del ristorante. Dato il leggero brusio di sottofondo non si direbbe,ma la sala è al completo. Presumo sia un locale dedito principalmente alla cene di lavoro data l'atmosfera pacata e ufficiosa.

Il cameriere mi risveglia dai miei pensieri chiedendomi in cosa può essermi utile.
-ehm si,Warner. Prenotazione alle 20:30 ,suppongo-
-certo. I commensali sono già arrivati,la stanno aspettando.
Mi segua pure- dice per poi incamminarsi verso il salone principale.
Lo seguo in silenzio mentre tento di elaborare nella mia testa un saluto idoneo da fare al mio arrivo.

Saliamo al piano di sopra e si apre dinnanzi a noi una sala più piccola,più riservata.
Noto l'architetto in lontananza affiancata da due uomini.Tutti e tre sono composti e seri,non lasciano spazio a sorrisi.
Vengo scortato dal cameriere fino al tavolo e i tre portano immediatamente lo sguardo su di me. Il biondino ci augura una buona cena,per poi dileguarsi in pochi istanti e lasciarci soli.

Decido di optare per un banale "buonasera",per poi sedermi al tavolo.
I tre accennano un saluto nei miei confronti,per poi lasciar calare il silenzio.
I due uomini portano all'unisono lo sguardo su Agnes ,la quale sorride flebilemente.Sembrano capirsi alla perfezione,come se riuscissero a intendersi senza l'uso della parola.
Sono chiaramente un pesce fuor d'acqua.
Rimango in silenzio,insicuro su come aprire una discussione. Mi sento a disagio e sono decisamente sotto pressione.
-è all'inizio,ve l'ho detto- sentenzia Agnes e i due annuiscono,per poi presentarsi a me uno dopo l'altro.
Stringo la mano ad entrambi e mi presento a mia volta.
-Bark,Agnes ci ha parlato molto di lei. Sappia che ho aspettative altissime per questa cena- mi dice quello seduto alla mia destra ed io annuisco.
Sorrido flebilmente.

In breve tempo la tensione si attenua e inizio a parlare piuttosto serenamente con i due finché il più anziano introduce la ragione per cui siamo tutti qui questa sera:il mio progetto.
Inizio ad illustrarlo mettendo in luce il mio punto di vista e le mie scelte. I due annuiscono apparentemente interessati facendo qualche intervento di tanto in tanto.
Abbiamo già finito il dolce quando concludo la mia presentazione. Loro mi lanciano qualche consiglio,per poi esprimere complessivamente un giudizio positivo . Li ringrazio.
Concludiamo la cena con un caffè ciascuno,per poi alzarci dal tavolo e andare a pagare il conto.
L'architetto e uno dei due uomini battibeccano su chi debba pagare,ma alla fine ha la meglio la Warner.
-Agnes,mi mette in imbarazzo così- esclama sorridendo flebilmente.
-per così poco?- ribatte lei con tono di sfida.

Usciamo dal locale e porto lo sguardo sull'orologio. A breve sarà mezzanotte.
-bhe,signori,è arrivato per noi il momento di congedarci.
È stato un piacere conoscerla,Bark- esclama il più anziano per poi porgermi la mano. Gliela stringo e ricambio il complimento,per poi ringraziarlo. Faccio lo stesso con il socio,per poi lasciare che i due salutino Agnes. Le raccomandano di rimanere in contatto per un prossimo incontro,per poi salutare un'altra volta me e incamminarsi verso la propria auto.

Qualcosa di me in te (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora