67

35 0 0
                                    

"A volte la sincerità è l'unica cosa che ti salva"

Ho un pessimo rapporto con il senso di colpa e questa è la ragione per cui sono completamente fuori di testa da ieri.

Sospiro,per poi lanciare un'occhiata a Gabe,il quale si sta muovendo al fianco di Sergio. È da quando è iniziato il turno che tento di evitarlo,ma il compito non è semplice dati i 15 mq della cucina in cui siamo stati entrambi incastrati.

Batto le palpebre e torno a dare attenzione al melone che sto tagliando,ma il mio cervello non ne vuole sapere.Nella mia testa non fa altro che girare un unico pensiero: come diavolo lo dico a Gabe?

Un dolore improvviso mi riporta alla realtà e mi risveglio definitivamente dai miei pensieri.
Mi appresto a spostarmi dal tagliere in modo da non macchiare di sangue ovunque e sospiro esasperata.
-Dio,Cristina...ti sei tagliata?
Vieni qui,fammi vedere- esclama Agata al mio fianco dopo aver visto la scena con la coda dell'occhio,per poi afferrarmi la mano e analizzare la ferita.
Alle parole della mia collega,Sergio e Gabe scattano nella mia direzione e quest'ultimo si precipita al mio fianco.
-cazzo,devi disinfettarti.
Vieni con me,abbiamo il kit di là- esclama lui dopo aver tirato un'occhiata al taglio a sua volta.
Annuisco, per poi lasciarmi avvolgere la mano alla bene e meglio da un panno e seguire Gabe fuori dalla cucina.
-tieni premuto forte,se no il sangue non smette di uscire- mi dice lui.
Annuisco e proseguiamo il cammino in silenzio.

Entriamo nello spogliatoio e Gabe tira fuori dal bagno la cassetta del kit di pronto soccorso.
-guarda che è solo un taglietto,basta un po' di disinfettante e un cerotto- borbotto io guardandolo.
-ma che dici? È una bella ferita.
Dai,siediti- dice indicando la panca dello spogliatoio.
Annuisco e prendo posto come da istruzioni in silenzio.
Tralasciando i miei sensi di colpa già presenti,dovrò aggiungere anche che Gabe mi sta medicando mentre io sto pensando alle parole migliori per dirgli che sono un'idiota.

Il malcapitato prende posto accanto a me e pone la boccetta di disinfettante e un pacco di garze tra noi.
-vieni,dammi la mano- mi dice per poi tendermi la mano.
Gli porgo la mano e lui rimuove il panno ormai sporco,per poi passare a medicarmi.
Abbasso lo sguardo e rimango in silenzio,fino a che Gabe mi stravolge con una domanda.
-che c'è?-
-che c'è?- ripeto le sue parole confusa.
Annuisce.
-si,che c'è?
Che hai per la testa? Sembri distratta oggi- mi chiede spiegandosi meglio,per poi applicarmi la garza sulla ferita e fermarla con del nastro apposito.
Gabe è un buon osservatore, c'era da aspettarselo che si sarebbe accorto del mio stato.
Sospiro e mi prendo qualche istante prima di rispondere indecisa sul da farsi.
Gabe,captando probabilmente la presenza di un problema, mi prende le mani tra le sue e porta lo sguardo su di me.
-qualsiasi cosa sia puoi parlarmene.
È andata male la discussione ieri con Davide? Non mi hai più fatto sapere niente-
Ironia della sorte ha centrato proprio il problema in pieno,sospiro nuovamente e trovo così il coraggio di parlare.
-Gabe, devo parlarti di una cosa non molto piacevole,ok?-
Annuisce.
-certo,dimmi tutto-
-mi devi promettere però che ascolterai tutta la storia prima di fare qualsiasi cosa e prendere qualsiasi decisione,va bene?-
Annuisce nuovamente.
-Dio,Bark,così mi spaventi.
Che succede?-
Sospiro e abbasso lo sguardo.
-ieri Davide è venuto da me per parlare. Ha ricevuto una proposta dal Verona per giocare a calcio,ma il punto è che...-
La porta si apre e lo spogliatoio viene invaso da Ian.
-Cristina, dannazione,stai bene?
Sono appena tornato,Agata mi ha detto che ti sei fatta una brutta ferita- esclama dopo averci raggiunto in poche falcate.
-ma no,è solo un taglietto. Non c'è niente di cui preoccuparsi,Ian- rispondo rincuorandolo.
-l'hai disinfettato prima di fasciarlo?-
-si si,Gabe ha pensato a tutto- mi affretto a dire.
-Dio,bene bene. Bravo Gabe.
Non avrei dovuto lasciarvi soli in cucina,ma Robert aveva bisogno di me, era un emergenza.
Non succederà più-
-non preoccuparti,Ian. Come ho già detto,non è niente,davvero-
Ian annuisce e mi sorride,per poi accarezzarmi la spalla teneramente.
-va bene,prendetevi pure il tempo che vi serve e poi andate pure a cambiarmi, di là ci penso io-
-va bene,grazie Ian-
-figurati.
Ora torno in cucina,finisco le ultime cose così possiamo andare tutti a casa. Ero solo passato ad assicurarmi che stessi bene.
Buona serata,ragazzi- esclama per poi dare una pacca sulla spalla a Gabe e volatilizzarsi in pochi istanti.

Qualcosa di me in te (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora