L'attimo

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Tutto sommato la serata pare procedere abbastanza tranquillamente, senza che accada nulla di speciale (se per "nulla di speciale" intendiamo i soliti borghesi disposti a spendere migliaia di euro per una cena, ma comunque...)
Ho cercato d'ignorare Rodrick il più possibile, trascorrendo la maggior parte del mio tempo insieme agli altri colleghi; sono ormai mesi che li conosco e mi hanno sempre fatto compagnia in questa esperienza, alla fine, non del tutto da rinnegare.
Senza i soliti commentini ed occhiataccie per il mio stravagante stile, i ricconi non mi hanno nemmeno infastidita, anzi, ho persino ricevuto sguardi fin troppo eloquenti.
Nonostante la cosa mi faccia solitamente imbestialire, ho cercato di passarci sopra con eleganza; se non altro hanno avuto la decenza di non fischiare o fare i soliti gestacci sconci che spesso eseguono determinati individui per strada. Che schifo il catcalling...

Mi sento davvero serena, nessun tipo di ansia o di preoccupazione annebbia la mia mente.
Presa l'ultima ordinazione ripongo sul mobile della cucina il blocco per gli appunti, leggermente commossa.
Mi do un'ultima occhiata nello specchio, soddisfatta per ciò che vi vedo riflesso, accingendomi a salutare tutti ed a chiamare mio padre per tornare a casa. È ancora piuttosto presto, ma potrei godermi una bella serie tv sotto le coperte per concludere la serata.

Eppure, non appena varco la soglia del corridoio, mi ritrovo davanti qualcuno che, sinceramente, non mi aspettavo nemmeno lontanamente d'incontrare.
Anzi, DUE persone che non mi aspettavo nemmeno lontanamente d'incontrare...

-Alexis, mia cara!-

Il padre di Rodrick procede allegramente verso di me, prendendomi una mano e stringendola calorosamente.

-Immagino tu stia raccogliendo le tue cose, se non erro questo era il tuo ultimo giorno-

-Sí signor Ande...ehm... Patrick-

-É stato davvero un piacere averla come mia dipendente: lei è una ragazza veramente originale. Il signor le Blanc mi ha addirittura contattato personalmente per congratularsi a riguardo, vista la gentilezza con cui l'ha intrattenuto il giorno della festa di suo padre.-

Lancio uno sguardo di sbieco al giovane, il quale mi risponde con un piccolo sorriso sornione.
Indossa un impeccabile completo bianco ed azzurro chiaro, i capelli gli ricadono sciolti davanti al viso e si sistema la cravatta di continuo, in un misto fra eleganza ed agitazione.

-Bene...mi fa piace...-

-Piacere mio cara, piacere mio- conclude l'uomo panciuto, stringendomi nuovamente la mano. Certo che interrompere gli altri mentre parlano deve proprio essere un vizio della famiglia Anderson.

Con un ultimo, grande sorriso, Patrick sì allontana, lasciandomi sola con il ragazzo.

-Alexis eh...-

-Che ci fai qui?-

-Non mi hai lasciato scelte tesoro, in qualche modo dovevo pur informarmi-

Mi afferra una mano, sfiorandomela lievemente con un bacio, senza staccare il suo sguardo dal mio.

-Chi sei? Chuck Bass in versione buona?- borbotto, voltando la testa leggermente imbarazzata.

-Sei molto più bella di Blair-

-Adulatore-

-Preferirei gentiluomo, se non ti dispiace...-

Lo osservo con curiosità, piacevolmente sorpresa. Riesce a mettermi in imbarazzo, il che è una cosa piuttosto rara.
Restiamo a fissarci ancora per un paio di secondi, prima che qualcuno (indovinate chi) mi richiami all'ordine dal fondo del corridoio, con fare fin troppo autoritario.

-Delany, i clienti stanno...-

Ma la sua voce si spezza, non appena realizza la scena che gli si para davanti agli occhi...

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