Cazzate, punizioni e scommesse...

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-Elliot, ma che cazzo fai, ora basta!- urlo, rialzandomi in piedi di scatto. Scanso diversi degli impiccioni radunatasi a capannello intorno ai due ragazzi, sgomitando a destra e a manca; colpisco con una manata persino lo stesso moro capellone che prima sembrava stesse per spogliare Melodie, senza riuscire però a vederlo in faccia. Non spreco il mio tempo per le scuse, dirigendomi invece verso il mio amico.

Lo prendo per le spalle, tirandolo verso di me.
In un primo momento mi scansa, beccandosi un pugno in faccia dal pelato per la distrazione. Ma, quando mi ci piazzo davanti, mettendomi in mezzo tra i due improvvisati lottatori di Wrestling, il biondo alza gli occhi al cielo, si pulisce il sangue che gli cola dal labbro e mi segue.
Nel frattempo un altro ragazzo è prontamente giunto a trarre in salvo il mio "corteggiatore"; tizio che, completamente senza motivo, mi sta guardando come se gli avessi appena tirato sotto il gatto con la macchina. Già interrompere in questo modo una rissa è qualcosa che mi fa orribilmente sentire la tipica ragazzina da film, voglio solo controllare che Elliot stia bene ed andarmene.

Mi volto, a questo proposito, verso il ragazzo, per vedere in quali condizioni si trovi; ma mi basta una sola occhiata per rendermi conto che, anche lui, mi sta fissando con un'espressione strana, quasi di rimprovero. Come se fosse colpa mia se il rasato stesse cercando di...ehm... riscaldare la mia serata. Are you fucking serious? Siamo ancora a questi livelli di adesione al patriarcato?
Proprio mentre sto per domandargli che cazzo di problemi abbia, la musica s'interrompe di botto e dagli altoparlanti fuoriesce una voce.

-Robinson, Delany, Walker, Anderson. Vi voglio nel mio ufficio. SUBITO!!-

"Merda" penso: "qui scatta l'espulsione..."
Faccio un breve ripasso delle cazzate che ho combinato in questi anni, valutando quante possibilità ci siano che mi buttino fuori.

Ok, una volta sono uscita dalla classe senza permesso; ma, in fondo, quella settimana di punizione non me la meritavo proprio, visto il più che giustificabile motivo per cui l'ho fatto. Quell'odiosa della Hobish aveva affermato, naturalmente davanti a tutta la classe, quanto il mio modo di vestire urtasse il suo buon gusto. Le ho fatto soltanto un gran favore ad andarmene, evitando che le sue delicate pupille subissero una tale tortura. Già la fatica che devono compiere ogni qualvolta la loro padrona voglia guardarsi allo specchio non deve essere poca.

L'altra ed ultima occasione nella quale ho combinato qualcosa di relativamente grave è stata un paio di anni fa, quando ho QUASI fatto esplodere l'aula di chimica.
Lí, perlomeno, non è stata colpa mia, bensì di Melodie, la quale ha "accidentalmente" scambiato due ingredienti, mandando a quel paese il suo esperimento e ricoprendo di schiuma la sua bella testolina ed i suoi abiti firmati.
Ok, ammettiamolo... alla fine hanno scoperto che ero stata io a scambiare le etichette dei due barattoli, ma era il minimo che potessi fare, dopo il simpaticissimo regalo che la suddetta principessina mi ha fatto ritrovare scritto sull'armadietto.

"Sembra che un unicorno ti abbia vomitato addosso, torna sul tuo pianeta!"

Davvero? Mi rendo conto di essere piuttosto ripetitiva ad utilizzare sempre la stessa parola, ma come descrivereste un gesto del genere se non con "patetico"? Non ricordo bene perché si fosse "spinta a tanto", ma eravamo piccole e stupide. Mi rendo perfettamente conto di quanto debba essere stata cringe la suddetta situazione, ma ormai, che posso farci? La mia reputazione è così indifendibile che tanto vale riderci su.

Persa come sono nei miei pensieri, quasi non mi accorgo di star camminando verso l'ufficio del preside, ancora attaccata al braccio di Elliot. Purtroppo il ragazzo decide proprio in questo istante di voltarsi a guardarmi, accorgendosi del sorriso comparso sulle mie labbra al ricordo di quel momento.

-Che cazzo hai da ridere?!-

Mi volto di scatto, guardandolo negli occhi.

-Non sto ridendo-

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