-Signorina Delany, alzi immediatamente quella testa dal banco!-
Sollevo il capo, guardando con astio in direzione della professoressa, la quale, però, si è già rigirata, tornando a scrivere alla lavagna qualcosa che deve avere a che fare con la noiosissima algebra. Come era prevedibile, non sto minimamente seguendo la lezione. Potrei trovarmi tranquillamente nell'ora di letteratura senza saperlo.
Però no, adesso che ci penso, quegli strani simboli scritti dal fossile sono inconfondibili... Formule, formule ed ancora formule, torture che qualche dannato matematico ha deciso di inventarsi per rovinarci (e, specialmente, rovinarMI) la vita.
-Al, cosa ha detto riguardo all'ultimo passaggio?-
Mi volto verso Nicole che mi guarda con aria speranzosa.
-Nic, per favore, ti sembra che io stia ascoltando una sola parola di quello che sta dicendo? Sicuramente sei messa nettamente meglio di me...-
Ma, quando mi sporgo verso il suo banco, noto come di quelli che dovrebbero essere appunti non resta altro che una marea di scarabocchi e disegni stilizzati.
-SIAMO NELLA M...-
-Ssss!! Vuoi farti scoprire? L'ultima cosa che mi serve oggi è una punizione!- le sussurro concitata.
-E dai! Su con la vita, TESOH!-
Un lieve sorriso mi spunta sulle labbra. Ci chiamiamo sempre in questo modo, noi tre. Lo facciamo per prendere in giro tutte quelle ochette che utilizzano SUL SERIO certi soprannomi, per poi parlarsi alle spalle vicendevolmente un secondo dopo.
-Ma che "su con la vita", AMOH! Sono piuttosto certa che anche tu abbia visto quanto è successo...-
-E che sarà mai? Hai soltanto baciato quello che credevamo tutti fosse il tuo migliore amico, e, per di più, davanti all'inteeera scuola, per poi trasformare il momento romantico in una litigata che mi ha fatto divertire da impazzire! Ah, senza naturalmente contare la reazione che, da quello che si dice in giro, ha successivamente avuto Walk...-
-Singorina Haze, mi sembra di essere in un film dell'orrore! Se non la smette immediatamente di bisbigliare la mando dal preside!-
La ragazza fa roteare gli occhi, per poi lanciarmi uno sguardo scocciato e riprendere il suo vano tentativo di capire a che punto la Hobish sia arrivata con la spiegazione. Per un momento resto paralizzata, fissandola mentre riprende a scrivere; è una mia impressione oppure, oltre all'ironia, c'era una sfumatura di rabbia nella sua voce?
Sto per sporgermi nuovamente per domandarle se sia successo qualcosa, ma il suono della campanella mi distoglie da qualsiasi altro pensiero che non sia trovare El e cercare di parlare con lui.
Esco dalla classe senza aspettare un qualsiasi permesso ed inizio a correre per il corridoio, nella speranza di non ritrovarmi, come al solito, imprigionata in quella marea di studenti diretti verso la mensa. Peccato che, grazie al mio precario equilibrio dovuto sia ai libri sotto il braccio che al caffè lasciato maldestramente cadere a terra da qualcuno, finisca con il sedere sul pavimento dopo un esilarante scivolone.
Impreco ad alta voce e la mia parolaccia rimbalza tra le pareti, mentre comincio a raccogliere la miriade di fogli e quaderni sparsi per il corridoio.-Che linguaggio Delany- esclama dall'alto una voce maschile ironica e strascicata.
Il ragazzo mi porge il quaderno di filosofia, il quale, nel ruzzolone, è finito accanto agli armadietti. Non lo prendo subito, concedendomi prima di raccogliere le ultime cose rimaste, per poi alzarmi con finta disinvoltura e lanciargli un'occhiata infastidita.
-Ti hanno mai insegnato a salutare?-
-Sí, le persone che stimo e con cui voglio avere a che fare-
-Ed allora perché ti sei preso la briga di rivolgermi la parola? Io di solito, le persone che cerco con tutta me stessa di evitare, le ignoro...-
-Sarebbe il mio più grande sogno Delany, te lo assicuro. Ma, purtroppo, una delle tue cazzate ha ferito il mio migliore amico...-
Raggiungo l'armadietto e ne apro lo sportello che sono riuscita precariamente a sistemare grazie all'aiuto di Nicole e Josephine. Gli altri studenti, nel frattempo, hanno incominciato a sfrecciare avanti ed indietro per il corridoio, costringendo il ragazzo a dovermisi avvicinare affinché possa sentire le sue parole.
-Come sei protettivo, Anderson...-
-Con le persone a cui tengo? Sì, sono MOLTO protettivo-
-Tanto da coprirle ed aiutarle a far soffrire qualcuno?-
Il ragazzo, appoggiatosi bruscamente con la schiena contro gli armadietti, gira la testa di scatto, guardandomi negli occhi per la prima volta da quando lo conosco.
Per un momento rimango disorientata.
Sono così strani.
Azzurri, certo, ma di un azzurro molto diverso rispetto a quelli di Elliot. Sono freddi, di ghiaccio, come insensibili.
Mi fanno SERIAMENTE gelare il sangue nelle vene.-Chi avremmo ferito, se si può sapere- mi domanda, stizzito.
-M...me?- esclamo, interrompendo il contatto visivo ed iniziando ad armeggiare con la combinazione.
-Non ti si ferirebbe nemmeno con un coltello, Raimbow...- sbuffa, tornando con le spalle contro il muro.
-Ci sono parole che fanno più mal di qualsiasi arma...- borbotto, voltandogli le spalle e facendo per dirigermi a pranzo.
Ma, prima che possa fare più di due passi, Rodrick mi tira per un braccio, costringendomi a girare ed a fissarlo di nuovo nelle sue iridi di ghiaccio.-Ha già sofferto abbastanza. Se proverai ad illuderlo ancora una volta, te la vedrai con me.- mi sussurra, fissandomi intensamente.
Ok, mi tocca ammettere che il suo tono mi spaventa non poco. Ma devo mantenere un contegno. "È solo Anderson, Alexis" penso: "l'odioso precisino che sei costretta a vedere al lavoro".
-Se qui c'è qualcuno che è stato illuso, quella sono io- gli sibilo, sostenendo lo sguardo: -e le opzioni ora sono due: o il tuo amico se ne trova un'altra con cui andare a letto, o adesso è il suo turno di piangere.-
Detto questo, mi divincolo dalla sua presa, tentando di ignorare il brivido che mi corre lungo la schiena.
-Non sei il centro dell'universo, ragazzina- esclama, continuando a fissarmi.
Gli lancio uno sguardo di puro odio: -Non lo ho mai pensato. Ed, evidentemente neanche Walker crede che valga molto, visto come mi ha trattata.-
Gli volto le spalle, spingendomi gli occhiali sul naso ed avviandomi finalmente verso la mensa. Mi giro solo una volta arrivatane all'entrata, per controllare se il ragazzo se ne sia andato, ma ormai la maggior parte degli studenti si sta riversando nei corridoi dopo la fine delle lezioni e la visuale mi viene coperta.
Entro allora, con un sospiro, nella stanza.HOLAAAA. Puntualissima con il capitolo.
E, notiziona, sono piuttosto avanti con la stesura del successivo, quindi FOOORSE, uscirà un po' prima. Lo volete ?
Allora, come al solito, fatemi sapere che ne pensate.
E DITEMI CHE ANCHE VOI ODIATE LA FISICA, GRAZIE!
Vi voglio tanto benissimo.❤️❤️
Kiss kiss
Aurora
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A Strange Girl
Teen Fiction"Alexis Delany, tu sei senza dubbio la ragazza più strana che abbia mai conosciuto" Chiunque pronunci questa frase ha, secondo Alexis stessa, incredibilmente ragione. Lei è, infatti, la prima a definirsi in tale maniera ed il suo unico scopo è far i...