-Amo che le persone diano di matto per me-

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Apro il bigliettino, pregando disperatamente la dea bendata affinché la Hobish non se ne accorga.

"Verrai alla partita?" recita, con un cuore stilizzato alla fine della frase.

Mi giro, approfittando dell'apparente distrazione della professoressa, intenta a controllare se piova o meno fuori dalla finestra; incontro, così, l'espressione interrogativa della mia amica.
Non potendo scrivere, le faccio di no con la testa. Dopo cinque minuti un altro foglietto stropicciato mi viene passato dall'odiosissimo secchione della classe, seduto proprio dietro di me. 

"Era Nicole a volerci andare" leggo questa volta, rimanendo piuttosto stupita.

Nicole semplicemente ODIA il football!
Riesco ad abbozzare un punto di domanda con la mano sinistra, per poi girarmi e rimandare indietro il bigliettino a Josephine.
Peccato che, ringraziando solita la sfiga proprio in quell'istante si volti la Hobish, cogliendomi con le mani (o meglio, questa volta, con LA mano) nel sacco.

-DELANY! Cosa crede di fare?!- sbraita, avvicinandosi minacciosamente al mio banco. 

Arrotolo il pezzo di carta, nascondendolo nella mano e mettendo velocemente in moto i neuroni perché mi aiutino a trovare una scusa plausibile.

-Oh, nulla professoressa. Stavo semplicemente chiedendo ad Andrew se avesse una matita in più da prestarmi...-

La donna mi squadra con quegli occhi strabici che si ritrova, per poi rivolgersi al ragazzo dietro di me, il quale mi guarda con aria stranita.

-È vero quello che sta affermando la signorina Delany, signor Ross?-

Gli lancio un'occhiata supplichevole, sperando d'intenerirlo.

-S...si..-

-Bene, allora, per punizione, avrete entrambi il doppio dei compiti che assegnerò ai vostri compagni. Credo, infatti, che Alexis di una matita non se ne faccia nulla, visto l'impossibilità di scrivere nella quale si trova...-

Mi mordo il labbro, furiosa con me stessa.
Ma perché sono così stupida?
Volto il capo verso il ragazzo, sentendo di dovermi in qualche modo scusare. Ma questo scuote la mano con noncuranza. Effettivamente, per lui, non deve essere poi una così gran tragedia passare qualche ora in più sui nostri noiosissimi libri di matematica.
Finalmente la lezione termina ed io mi affianco a Josephine, con l'intento di scoprire se sia valsa o meno la pena beccarmi quest'ingiustissima punizione.

-Allora?-

-Allora cosa? Potevi stare più attenta oppure, meglio ancora, inventarti una storia più plausibile.-

Alzo gli occhi al cielo, scocciata.

-Perchè Nicole vuole andare a vedere questa benedetta partita?- chiedo, raggiungendo il mio armadietto ed inserendo la combinazione con la mano buona.

-Non ne ho idea sinceramente...- esclama la mia amica, appoggiando con aria stanca la testa sullo sportello di metallo aperto.

Mi volto verso di lei, un po' stupita.
Sta mentendo. Lo capisco dal tono di voce troppo alto che ha adottato nel pronunciare questa frase. Jusy tiene quasi sempre la voce bassa, tanto che a volte, quando parla, si fa fatica a sentirla. Eppure, che io ricordi, la mia amica non mente mai. Va contro il codice di pace ed armonia che lei stessa crede governi l'universo.

-Ehi, che mi state nascondendo tu e la sociopatica?- le domando, chiudendo l'armadietto con il gomito e tentando di mantenere in equilibrio l'enorme quantità di libri per la prossima lezione sotto un solo braccio.

-Ma nulla AMO! Ti pare che potremmo mai tenerti all'oscuro di qualcosa. Ahaha.-

La guardo sottecchi allontanarsi verso la parte opposta del corridoio. Una risatina più finta l'avevo sentita solo da Melodie.
Mentre faccio per raggiungerla, barcollando leggermente, sento il cellulare vibrare nella tasca dei miei pantaloni da hippie.
Vorrei tanto vedere di che si tratta, ma il mio braccio fasciato non me lo permetterebbe. Roteo gli occhi, infastidita, cercando di piegarmi per appoggiare i libri per terra e liberare l'unico arto per ora usufruibile.

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