E solo il cielo sa quanto vorrei sbagliarmi

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*è vivamente consigliato leggere il capitolo con l'ascolto della canzone in sottofondo💙*

Sia io che Rodrick siamo ancora appoggiati contro la porta, avvolti in un bacio sempre più intenso che vorrei durasse per sempre. Le persone abituate ad abusare di droghe devono quotidianamente sentirsi proprio come me in questo momento: inebriati, a contatto con l'universo e con il divino, leggeri come tanti palloncini libratisi nell'aria.
Per un po' mi sono concessa di non pensare a nulla, di assaporare soltanto le sue labbra sulle mie, le nostre lingue e contatto. Sento di star andando a fuoco, fatico a controllarmi mentre le sue mani percorrono il mio corpo, bramose. Estasi pura; purtroppo non c'è molto da fare...

Mi stringe a se sempre di più, come se non fossimo mai abbastanza attaccanti, ed infila una mano fra i miei capelli, sciogliendo lo chignon e lasciando che i ricci mi ricadano arruffati sulle spalle.
Un tarlo s'insinua nel mio cervello; non le può proprio soffrire le mie acconciature, non è mai stato capace di accettarmi per quello che volevo essere. Non mi sopporta... Eppure in questo momento mi sta baciando.
Ecco, ecco dove non volevo arrivare... Cerco di mettere a tacere queste voci, ma ormai questo pensiero mi stritola come il più velenoso dei serpenti.
Una parte di me ordina di staccarmi da lui, l'altra, quella che fa maggiormente caso alle sue dita che scivolano sotto i miei vestiti, pare voler decisamente restare ferma al suo posto; nonostante ciò, non vi è tempo di prendere una decisione, poiché qualcuno mi precede nell'intento, battendo con furia sulla porta del bagno la quale, standoci contro, teniamo inevitabilmente bloccata. Contemporaneamente sia io che il Precisino ci scansiamo bruscamente l'uno dall'altro, liberando il passaggio.

La maniglia si abbassa e sulla soglia compare, neanche a farlo apposta, un Cameron visibilmente irritato .

-Anderson sono dieci minuti buoni che ti stiamo cercando.- esclama, varcando l'uscio a passo serrato: -sei in ritardo all'allenamento più importante della stagione e, oltre a non credere potesse essere possibile da parte tua, mi sembra che ciò stia avvenendo...-
Mi scocca un'occhiata ironica prima di continuare: -...per un motivo piuttosto futile.-

Sul viso rosso di Rodrick torna la solita espressione seria che sfoggia in ogni attimo della sua inutile esistenza; solleva lentamente il borsone da terra, mettendoselo sulle spalle:

-Sono... soltanto andato in bagno ed a Delany... servivano delle informazioni per il turno di sabato. Risparmiati le tue stupide frecciattine.- 

Sentirgli uscire dalla bocca queste parole mi fa montare una rabbia quasi incontrollabile. Quel falso, doppiogiochista, perfettino di mer...-

-D'accordo, Anderson, terrò certe azzeccatissime allusioni sessuali per me. Ora stramboide, se non ti dispiace ,sarebbe opportuno che tu ed i tuoi inguardabili pantaloncini spariste dalla mia vista; vorrei poter andare in bagno in santa pace.- m'intima il rosso, squadrandomi dall'alto al basso con aria irrisoria.

Decido di non aggiungere nulla ed esco dalla stanza senza replicare, lanciando uno sguardo furioso in direzione del Precisino, dal quale non ottengo altro che una fredda occhiataccia. Chiudo la porta, appoggiandomici contro con la schiena ed inspirando profondamente. Mi prendo il capo fra le mani, facendo passare le dita fra i ricci disordinati, nel tentativo di districarne gli innumerevoli nodi; non riesco nemmeno a trovare la forza di raccoglierli come al mio solito.

Mi sta facendo letteralmente uscire di testa. 

Nonostante non mi trovi in uno stato d'animo propriamente idilliaco, riesco ad udire dei rumori indistinti provenire dall'altra parte del muro; appoggio un orecchio contro la porta, nel tentativo di comprendere le loro parole. So perfettamente che non è una bella azione da compiere, ma nemmeno Cameron e (specialmente) Rodrick avrebbero dovuto trattarmi in modo tanto spregevole, indi...

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