Atmosfera (quasi) eterea

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Non ho la minima idea di quanto tempo sia passato dall'istante in cui le nostre labbra si sono sfiorate per la prima volta.
L'unica cosa di cui sono, purtroppo, certa è che, per ora, non vorrei smettere di baciarlo per nessun motivo al mondo.
Solo quando percepisco il ragazzo infilare una mano tra i miei capelli, liberandoli dall'elastico che li imprigionava, riesco a riscuotermi da questa realtà per me ancora così utopistica.
Sento i ricci ricadermi sulla schiena esattamente mentre mi allontano, forse un po' troppo bruscamente, dal suo viso.

-Cosa...-

-Stai meglio con i capelli sciolti, te l'ho già detto- sussurra, spostandomi una ciocca da davanti agli occhi.

Alzo lo sguardo al cielo, sorridendo a mio malgrado.

-Quante volte ti avrò ripetuto che...-

-...che non vuoi omologarti alle altre, lo so Delany, me ne hai fatto la testa piena di questa storia.- borbotta con voce roca, tentando di avvicinarsi nuovamente alle mie labbra. Passo le dita sotto la sua maglietta, tirandolo a me; basta ad aumentare ancora quella fame che già percepivo.

Vederlo così è davvero strano per me; dal logico precisino che ha sempre dimostrato di essere, ora Anderson sembra starsi tramutando in un ragazzo diverso.
Meno freddo e schematico.
Più spontaneo, più vero; a tratti persino fragile e vulnerabile.

-Non è che, dopo tanto penare, potresti fare un'eccezione, Rainbow?-

-Non credo proprio tesoro.-

-Eddai, abbi pietà; non trovi sia già abbastanza difficile, per me, riuscire ad accettare di volere così tanto la ragazza più strana sulla faccia della terra?!-

Gli sorrido spontaneamente, felice di essere stata apostrofata in questo modo.

-Anche da parte mia non è facile sai? Mi sto rendendo conto solo ora di bramare a tutti i costi un bacio del patetico e schematico Rodrick Anderson!-

Detto ciò mi sporgo di nuovo verso di lui, facendo finalmente reicontrare le nostre labbra.

-Non devo essere poi così patetico se sono riuscito a lasciarti tanto di sasso, Delany.- borbotta tra un bacio e l'altro.

-Non sono rimasta di sasso!- esclamo, allontanandomi dal ragazzo con un'aria ferita palesemente finta; io stessa sono consapevole dell'espressione da ebete che devo aver avuto a conclusione di quell'inaspettato quanto desiderato momento.

-Se ti fossi trovata davanti ad uno specchio gli occhi esageratamente spalancati che vi avresti visto avrebbero turbato persino te.-

Mi sento arrossire, imbarazzata dalla mia stessa imbranataggine.
Rodrick sembra farci caso, avvolgendo il suo braccio attorno alle mie spalle ed attirandomi a se con dolcezza; fa contemporaneamente passare una mano attraverso i miei ricci, accarezzandomi.
Restiamo così per un po', in silenzio, osservando le stelle risplendere sopra le nostre teste ed ascoltando il sordo suono dell'infrangersi delle onde contro gli scogli.
Percepisco, ad un certo punto, i suoi occhi posarsi sulla mia nuca, nonostante io continui tenere il mio sguardo incollato al cielo, riflettendo al alta voce, com'è mio solito fare.

-Se mi avessero descritto questa stessa scena tre ore fa, probabilmente sarei scoppiata a ridere.-

-Io credo mi sarei profondamente irritato.-

-E te pareva...- borbotto, guardandolo di sbieco.

Ma il ragazzo scoppia a ridere, una risata vera, fragorosa; la seconda che gli sento fare da quando lo conosco. Mi unisco così a lui ed, esattamente come la prima volta, mi trovo a mio agio nelle nostre risate.

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