Procedo a passo serrato, con quanta più disinvoltura mi venga in mente.
Ad ogni metro che la distanza fra noi diminuisce sento il petto gonfiarsi comvulsivamente: è come se nella cassa toracica, al posto del cuore, ci fossi io con la mia batteria, intenta a premere sul pedale della cassa con una potenza decisamente inaudita.
Mi fissa con un sopracciglio sollevato.
Il suo viso non sembra esprimere, come al solito, alcuna emozione particolare. Ma voglio credere che anche lui stia provando le stesse sensazioni che percepisco io in questo momento; in caso contrario nulla di ciò che è successo negli ultimi tempi avrebbe più senso...Io e le mie amiche ci dirigiamo verso il nostro solito posticino. Mi giro verso di loro per poter intraprendere una conversazione, rivolgendo, così, le spalle a Rodrick; sento il suo sguardo penetrarmi la nuca, come se cercasse di leggere attraverso i miei assurdi pensieri. Non seguo una parola del discorso intrapreso dalle ragazze riguardante, con ogni probabilità, le milioni di verifiche programmate per la prossima settimana.
Riesco a trattenermi dal voltarmi verso di lui fino al suono della campanella, segnale dell'imminente inizio delle lezioni. Solo in quel momento giro di scatto il capo ed i nostri sguardi s'incrociano. Strabuzza un secondo i suoi magnifici e glaciali occhi, come se si fosse appena svegliato da un'assurda visione: ora che gli sono piuttosto vicina deve essersi accorto di questo mio nuovo, drastico cambiamento. Gli passo faticosamente davanti, a testa alta, cercando di non guardarlo con tutte le mie forze. Mentre continuo a camminare fra le mie due amiche devo ammettere di sentirmi piuttosto osservata.
Non dal Precisino, o almeno, non soltanto da lui...
Era da tanto tempo che questa cosa, invece di farmi piacere, non mi dava altamente fastidio, nonostante ancora non sia sicura del motivo per cui ciò avvenga.
Mi fermo davanti al mio armadietto ed inizio a cercare i libri che mi serviranno nel corso della mattinata.
Ad un tratto, però, percepisco una presenza alle mie spalle; un'alta ed irritante presenza...-Che vuoi Rodrick?- domando, continuando a spostare varie cianfrusaglie accumulate nel corso degli anni con finta noncuranza.
-Come facevi a...-
-...a sapere che si trattava di te? Facile, la tua acqua di colonia da quattro soldi si sente anche a kilometri di distanza.-
-Ci hai prestato parecchia attenzione, a quanto vedo...-
Chiudo di scatto il già più volte compromesso sportello del mio armadietto e mi volto verso di lui con un'aria alquanto irritata.
È vicino. Molto vicino. Pericolosamente vicino...-Cosa hai combinato?- mi domanda, con il tono più sarcastico che gli abbia mai sentito.
-Che intendi, scusa?-
-Lo sai benissimo...- borbotta, scrutandomi dall'alto al basso con un sopracciglio inarcato.
Compie questo gesto in continuazione ed il che è davvero snervante, soprattutto perché si tratta di qualcosa che cerco di imparare ad eseguire da una vita, con scarsissimi risultati...
-Lo hai detto tu stesso che ero ridicola conciata in quel modo- esclamo, scrollando le spalle.
-Quindi lo stai facendo per me?-
Alzo gli occhi al cielo, trattenendo a stento uno sbuffo.
-Non sei il centro del mondo, questo lo sai, vero Anderson?- ribatto, scimmiottando la sua voce roca e carica di fastidio.
Il ragazzo si stampa sul volto uno dei soliti ghigni ironici che tanto ama; la tentazione di tirargli un pugno in pieno viso mi risulta essere quasi irresistibile.
Grazie al cielo una forza divina a me sconosciuta riesce a farmi trattenere dal finire per l'ennesima volta dritta dal preside; restiamo, così, a guardarci per diversi, interminabili secondi...-Non mi hai ancora risposto- insiste, avvicinandosi ulteriormente.
-E non ho nessuna intenzione di farlo.-
Il suo sguardo è incollato al mio e non sembra avere alcuna intenzione di spostarsi. Mi manca il respiro e, sinceramente, vorrei soltanto fuggire via; ho il terrore di quello che potrei fare se continua a comportarsi in questo modo istigatore.
Mi sta facendo perdere il controllo...
Eppure, a dispetto di tutto ciò e di tutti gli ottimi motivi che il mio buonsenso suggerisce per darmela a gambe, mi ritrovo imprigionata tra la parete ed il muscoloso corpo del ragazzo.
Le sue labbra si avvicinano lentamente al mio orecchio; un brivido mi percorre dalla testa ai piedi non appena avviene il suddetto contatto. Sono fredde, esattamente come lo sono i suoi occhi e come lo sono le dita con le quali, in questo momento, sfiora delicatamente la mia schiena lasciata in parte nuda dal maglione. Potrebbe tranquillamente essere un vampiro appena resuscitato dal mondo dei morti...-Sei ridicola anche così, sai?- mi sussurra, passando delicatamente una mano fra i miei capelli.
-Sembri una cazzo di emo depressa.-
-Forse lo sono davvero una cazzo di emo depressa, che dici?- gli sibilo di rimando, voltando il capo di scatto per interrompere il contatto fra le sue labbra ed il mio orecchio.
-Perché sei qui?- gli domando, cercando di nascondere ogni traccia d'ansia dalla mia voce. L'Alexis intenta a suonare il mio cuore al posto della sua stupenda batteria ci sta davvero dando dentro.
Rodrick torna a guardarmi, con un'intensità molto diversa dal solito.
-Perché mi va.-
-Ma non va a me- gli faccio, esausta a causa di questa sua incoerente vicinanza.
-Ne sei proprio sicura?- mi domanda, a pochi centimetri dalla mia bocca.
I nostri respiri collimano in uno solo, le sue labbra sfiorano lentamente le mie.
Sto per lasciarmi andare alla tentazione, per cedere a lui ed a tutto il dolore futuro che questo agognato bacio sicuramente comporterà.
Ma poi, in me, scatta qualcosa.
"Eh no, adesso hai rotto davvero il cazzo" penso, in un attimo di furiosa lucidità.
Alzo di scatto il ginocchio, colpendolo proprio lì dove fa più male.
E no, non parlo del cuore o dei sentimenti (che tanto non avrebbe comunque), ma di qualcosa che si trova quell'attimo più sotto...
Mi dirigo verso la classe senza rivolgergli una sola parola di più e lasciandolo, dolorante, accasciato accanto agli armadietti.-Sei stata semplicemente assurda- mi strilla una presenza alle mie spalle.
Nicole sì affianca a me, prendendomi a braccetto. Questo suo scatto di gentilezza mi lascia piuttosto stranita; non è esattamente il tipo di persona che smania per dimostrarti affetto.
-Ma cosa sta succedendo a voi due oggi?- le domando, riferendomi, naturalmente, allo strano comportamento tenuto in macchina da Josephine poco fa.
-Diciamo che non tutti i cambiamenti devono essere per forza eclatanti come i tuoi-
La guardo male, ricredendomi immediatamente di avere dubitato anche solo per un attimo della sua stronzaggine.
Eppure, quando arriviamo di fronte all'aula della nostra prima lezione della giornata e mi volto a guardarla, noto che i suoi occhi sembrino essere particolarmente arrossati.-Nicole, hai fumato?- le domando, con tono accusatorio.
-No-
-E quegli occhi?-
-Sono allergica.-
-A cosa?-
-Alla vita ed alle tue domande del cazzo-
E detto ciò, non mi rivolge la parola per tutta la durata della noiosissima spiegazione della Hobish.
BUON NATALE AMICIIIII
Spero che il vostro sia un po' meno noioso del mio e che, soprattutto, voi siate d'umore migliore di me...
Che ne pensate di ciò che avete appena letto? Perché Rodrick si comporta in questo modo così incoerente? E soprattutto, sì riprenderà mai dal colpo fatidico di Alexis? Fatemi sapere le vostre più assurde teorie.
Volevo ricordarvi che potete sempre entrare nel nostro bellissimo gruppo di WhatsApp ricolmo di disagio.
Vi amo pinguine.
Tantissimi auguri ancora.
Vi voglio tanto bene.
Aurora 💋
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A Strange Girl
Teen Fiction"Alexis Delany, tu sei senza dubbio la ragazza più strana che abbia mai conosciuto" Chiunque pronunci questa frase ha, secondo Alexis stessa, incredibilmente ragione. Lei è, infatti, la prima a definirsi in tale maniera ed il suo unico scopo è far i...