Il gioco delle colpe

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Silenzio. C'è tanto silenzio.

Le tribune, fino a poco fa stracolme di gente, si sono ormai svuotate, come se la partita non si fosse mai svolta.
Rimangono soltanto una marea di cartacce e sigarette spente, uniche testimonianze del fatto che giocatori e spettatori siano veramente esistiti.
L'attuale atmosfera di pace fa quasi credere che nulla di tutto questo sia mai accaduto.

Nel momento stesso in cui scorgo i ragazzi risalire in campo dopo le docce, mi alzo e, senza pensarci due volte, mi dirigo verso di loro, con l'intento di scusarmi per quanto è successo. Ormai mi è chiaro che, se Elliot non mi avesse vista, non si sarebbe distratto e...

-...e non avrebbe perso quella cazzo di palla dopo tutto la fatica che abbiamo fatta per conquistarla!!- conclude Cameron, urlando ciò che io stessa stavo pensando in faccia ad Austin.

Tentenno, moderatamente spaventa dalla sua ira e pensando per un attimo di tornare indietro, esattamente come Nicole, ad un paio di metri di distanza, mi sta incitando a fare.
Ma Cameron si accorge della mia presenza prima che io possa prendere una decisione.
Mi raggiunge e mi afferra per il braccio buono.

-Sei tu la responsabile di tutto questo, stupida sgualdrina- esclama, facendomi pericolosamente barcollare avanti ed indietro.

-Amico, cerca di calmarti. È la prima partita che non vinciamo, ed un pareggio non è poi una così gran tragedia.- esclama Colin, mettendo una mano sulla spalla di Cameron e cercando di tirarlo verso di sé.

-Non me la prenderei affatto se la causa di tutto ciò non fosse una stramboide con manie di protagonismo!- sbotta il ragazzo, continuando a tenere ben salda la presa.

Cerco di tirargli una ginocchiata nelle sue "preziosissime" parti intime, ma sono troppo lenta e non gli è affatto difficile schivarla.
Gli urlerei io stessa di levarmi quelle mani da puttaniere di dosso, ma è come se mi si fosse improvvisamente seccata la gola.

-Lasciala stare, non vedi che ha anche un braccio inutilizzabile?!- esclama Austin, avvicinandosi e mettendosi alle mie spalle.

Mi sento quasi come un giocattolo conteso tra due bambini capricciosi.

-Col cazzo Walker! Non me ne frega assolutamente nulla della sua cazzo di fascia e del vostro cazzo d'incidente. Adesso Delany mi starà ad ascoltare e le spiegherò che il suo fidanzatino può salutarlo in qualsiasi altro momento che non sia una delle azioni decisive della partita!-

Mi urla queste parole in faccia, puntando gli occhi verdi e famelici sul mio viso.
Penso che, se potesse, mi sbranerebbe viva.

-Cameron, non è così intelligente, non poteva saperlo.- borbotta Rodrick, con voce strascicata e per nulla convincente.
Per tutta risposta, lo trucido con lo sguardo.

-Hai rotto i coglioni Clarck, cercavo solo di essere gentile.- ribatto, divincolandomi con tutte le mie forze; il braccio sta iniziando a farmi davvero male.

-Tu hai rotto i coglioni, pazzoide. Pensi sempre e soltanto a metterti in evidenza.- sibila, avvicinando il suo viso al mio e stringendo ulteriormente la presa.

-Non ti è bastato il video di stamattina per farti acquisire ancor più popolarità di quanta tu già indegnamente ne abbia?-

-Lasciami andare.- gli intimo, con quello che mi sembra essere un tono minaccioso.

-Hai sentito cosa ti ha detto?!- urla una voce, apparentemente più lontana dal nostro capannello.

Elliot si sta avvicinando, procedendo verso di noi dalla metà del campo.
Ha appena finito di parlare con l'arbitro, immagino per convincerlo ad annullare il "terribile risultato" finale, ma, a giudicare dalla sua espressione, deve aver fatto cilecca.
Proprio per questo è l'unico ancora in divisa e si dirige nella nostra direzione con il casco sotto il braccio.

-Oh, è arrivato il principe azzurro a salvare la donzella in difficoltà- gli strilla il rosso, di rimando.

Cerco di tirargli un calcio negli stinchi, ma, come ho già più volte ricordato, la mia mira è tutt'altro che fenomenale.
Ci raggiunge, piazzandosi di fianco a Walker con le braccia incrociate.
Senza casco e senza occhiali da sole riesco finalmente a guardarlo negli occhi; sono ancora piuttosto rossi e gonfi, ma di questo non sono, purtroppo, per nulla stupita.
Ciò che, invece, mi preoccupa è la luce sinistra che sembrano emanare.

-Cameron, sono stato IO a distrarmi, quindi credo proprio sia il caso di rimproverare me se non abbiamo conseguito la vittoria che tanto desideravi.-

Fisso il mio amico, preoccupata.
Il rosso fa altrettanto con me, per poi piegarsi e sussurrarmi all'orecchio:
-Io e te faremo i conti dopo-
Il suo fiato caldo sul collo mi fa rabbrividire.

Mi lascia malamente andare, nonostante i nostri occhi rimangano fissi gli uni sugli altri. Solo dopo alcuni secondi la sua attenzione si sposta totalmente su Elliot.

-Allora, quarterback...-

-Ti conviene tacere...-

-Oh, invece parlo quanto mi pare Robinson. Tu e la tua ragazza, ora, mi avete proprio stufato.-

-Non è la mia ragazza.- precisa, con voce fredda ed inespressiva.

Con questo scambio di battute si avvicinano pericolosamente l'uno all'altro, petto contro petto.

Lancio uno sguardo ansioso con Nicole, rimasta in disparte per tutto queste tempo, in quanto essenzialmente odia mettersi in mezzo alle litigate dei bestioni che non comprenderebbero il suo sottile sarcasmo.
Vedo, nel frattempo, gli altri ragazzi della squadra prepararsi, come se già avessero intuito quanto sta per accadere.

-Cazzo Elliot, mi meraviglio sempre di più di quanto tu ultimamente stia prendendo colpi. Nemmeno la stramboide sei riuscito a farti! Tra te e Walker non saprei davvero dire chi sia il più sfigato.-

-Meglio sfigato che stronzo come te-

-Almeno io mi dimostro un uomo con le palle, a differenza tua che, invece, sei soltanto un bambino; appena non ottieni quello che vuoi corri a rifugiarti dalla mamma o, in questo caso, in sostanze poco legali.
A giudicare dai tuoi occhi, infatti, le voci che girano da giorni su di te sono soltanto da confermare. Sarà per questa tua immaturità che Melodie ha preferito tradirti con m...-

Ma non fa in tempo a finire la frase che, molto più velocemente di quanto mai avrei pensato fosse possibile, un pugno vola dal braccio di Elliot, puntando dritto sul naso dell'odioso ragazzo.
Eppure questo riesce incredibilmente a fermarlo a mezz'aria, bloccandogli il polso grazie a dei riflessi davvero pazzeschi.

E, da qui, inizia il pandemonio.

Colin prende il mio amico per la vita e lo stesso fa Austin con Cameron.
Ma i due, nonostante questi impedimenti, non sembrano essere minimamente intenzionati a concludere la loro scazzottata.
Clarck, approfittando della distrazione di Walker, voltatosi per dirmi di allontanarmi, si libera dalla sua presa, alzando velocemente un braccio per restituire il cazzotto ad Elliot.
Chiudo gli occhi, per non dover assistere all'impatto e stringo convulsamente la mano di Nicole. Ma, quando li riapro, a terra e sanguinante non vedo né il mio biondo amico, né Colin, che si trovava dietro di lui.

Ma Anderson.

I suoi occhi azzurri sono puntati sui miei, furiosi. Prima di svenire.

Buonasera a tutti pinguini! Come state? Che mi raccontate? Qui il tempo non ha alcun senso, ieri si andava in giro a mezze maniche, oggi sembra novembre.

Piaciuto il capitolo? Cosa pensate succederà?
Oggi ho tre richieste da farvi.

1: Commentate con quello che volete e fatemi sapere cosa ne pensate in generale della storia.

2: Se avete qualche domanda personale da pormi, su di me, su cosa penso del surriscaldamento globale, su quello che vi pare, sono ben accette.

3: parteciperete al "concorso"spiegato nel capitolo precedente?

Vi voglio taaaanto bene e vi ringrazio con tutta l'anima per i meravigliosi traguardi che stiamo raggiungendo. Con tantissimo amore.
Aurora🌼

P.s. riuscite a vederlo il video all'inizio?

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