-Rainbow, come diavolo ti sei conciata?-

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È sabato, fa davvero troppo caldo per essere fine inverno e questo pullman pieno di persone sballottate a destra e a manca mi sta per far cadere in una profonda crisi di nervi.
Sto andando al lavoro e, wow, pronunciare questa frase mi fa sentire tremendamente adulta!
Peccato che il ristorantino, il quale presto diventerà la mia dimora fissa del sabato sera, sia LEGGERMENTE troppo distante da casa mia perché io ci possa arrivare a piedi e, non avendo né la patente né qualcuno che mi ci possa accompagnare, mi tocca arrangiarmi.
Ma, naturalmente, a quest'ora un qualsiasi autobus risulta essere strapieno; solita sfiga...

Ad un tratto l'orribile suoneria rimasta pre-impostata sul mio cellulare si diffonde a tutto volume nelle mie orecchie. Alzo gli occhi al cielo, infastidita per essere stata interrotta mentre ascolto la musica, momento che dovrebbe rimanere, a mio parere, sacro ed inviolabile per ogni essere umano. Con un enorme sforzo fisico riesco a mantenermi in equilibrio ed a leggere il nome che appare sul display.

-Che vuoi Brandon?-

-Buonasera sorellina del mio cuore, come procede il tuo viaggio?-

Faccio roteare gli occhi, lasciandomi scappare un piccolo sbuffo.

-Schiacciata tra un bestione di due metri e l'ascella alzata di un uomo che non si lava. Ripeto, cosa vuoi?!-

-Visto che sei fuori, passa a comprare un analgesico per la mia tipa; stasera rimane a "dormire" da noi, ma sembra avere un fastidiosissimo mal di testa che c'impedirebbe di spassarcela come si deve...-

-D'accordo, d'accordo non ti ho chiesto di darmi tutti i dettagli. E come mai non hai deciso di compiere queste meravigliose attività nel comodo letto di quella che, comunque, non diventerà mai la tua ragazza? Di solito non ti fai troppi scrupoli a lasciar sola tua sorella, nemmeno durante la notte...-

-Il tuo stupido sarcasmo mi fa letteralmente sanguinare le orecchie.-

-Rispondi!- gli ordino, alzando il tono di voce e facendo, di conseguenza,  girare verso di me la metà delle teste presenti su questo pullman.

-Punto primo io non ti ho MAI lasciata da sola durante la notte; di solito rientro tra le due e le sei di mattina, mentre tu dormi, inoltre durante il giorno mi tocca sia andare al college che sbrigare tutte quelle faccende quotidiane di cui tu non t'interessi minimamente...-

-Se per "faccende" intendi uscire con quegli idioti dei tuoi amici e fare quel minimo di spesa che mi consenta di non morire di fame, allora devo dire che sei davvero bravo...Peccato che, comunque, durante il giorno tu non ci sia mai...-

-Che c'è?! Mamma e papà non ci sono, ed io voglio spassarmela il più possibile. Ho 22 anni, sono nel fiore della mia gioventù! L.I.B.E.R.T.A'. sorellina, libertá. Dovresti seguire il mio esempio e fare lo stesso.-

E, detto questo, mi chiude il telefono in faccia.
Non so se sia più fastidioso dovergli fare quasi da schiava oppure l'odioso modo in cui mi parla. Si crede un dio solo perché ha qualche hanno in più di me, eppure sono più le volte in cui salta le lezioni al college che quelle dove vi si presenta. Tanta maturità spesso mi sconvolge...

Arrivo finalmente alla mia fermata, riuscendovi a scendere quasi per miracolo, tirando spintoni e gomitate ad una quantità di persone non trascurabile.

Una volta libera dalla massa mi sistemo le trecce e lo zaino che porto in spalla.

Dopo lunghi ed estenuanti ragionamenti ho deciso di voler provare ad instaurare una relazione di semi-amicizia con Anderson il Precisino e per questo mi sono sforzata di assecondarlo, vestendomi con quanto ho di più sobrio nell'armadio.
Ma, contando che dopo ho un appuntamento e non mi ci presenterei mai conciata così, mi sono portata il cambio. 
Leggo per l'ennesima volta l'indirizzo sul cellulare e m'incammino a passo di marcia . Ha infatti ricominciato a piovere ed io non ho, naturalmente, portato l'ombrello con me. Chi, vedendo il sole dalla finestra, andrebbe ad immaginare che dopo neanche mezz'ora scenderà la tormenta del secolo, con questo caldo poi!?
Credo di essere quasi arrivata, a giudicare dalla struttura a vetrate che mi si presenta davanti, ma, proprio mentre mi accingo ad attraversare la strada per raggiungerla, un'automobile mi passa accanto a tutta velocità, schizzandomi addosso l'ambiguo contenuto di una pozzanghera.

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