Sermoni inaspettati

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Gli ultimi giorni si sono rivelati alquanto pesanti per tutte e tre. 

Nicole sembra starsi lasciando andare ogni secondo di più e, man mano che il tempo passa, mi rivela dettagli sempre più struggenti di questo suo sentimento tenuto nascosto per tanto tempo. Come abbia sperato in silenzio che Elliot la "rincorresse" un minimo, mostrandole quel poco d'interesse in più che sarebbe bastato per non credere quest'ultimo dettato solamente dall'euforia della mattina post-sesso. In generale pare sentirsi molto sola ed incompresa da chiunque. 

D'altro canto, non so cosa le sia scattato dentro, quale strana fiamma le si sia accesa nel petto o altre stronzate simili; sta di fatto che abbia incominciato ad aprirsi maggiormente per lo meno con la sottoscritta. Fin troppo, oserei dire, visti i suoi interminabili audio mandatimi fino alle 4 di mattina...
Josephine, al contrario, sembra essersi del tutto chiusa in se stessa. A scuola ci parla a malapena, trascorrendo la maggior parte del suo tempo a leggere e fissare il vuoto. Né io né Nicole siamo riuscite a cavarle qualcosa di bocca, se la scampa sempre con la solita scusa di essere solo un po' stressata.
In più i miei genitori, senza alcun tipo di motivo logico, hanno deciso di instaurare il loro terzo, personale, Reich; quindi tra casa e scuola non riesco davvero a trovare un attimo di pace.
L'unica fonte di consolazione, attualmente, la rappresenta incredibilmente Walker. Negli ultimi giorni ci siamo incontrati spesso alla fermata dell'autobus, a causa dei miei ripetuti "ritardi" dovuti al voler trascorrere il meno tempo possibile nella mia infernale dimora, ed ai suoi allenamenti extra pre partita. Abbiamo iniziato a confidarci un po' e, se non altro, sembra essere l'unico ad aver veramente apprezzato il mio drastico cambio di stile. L'altro ieri si è lasciato sfuggire che, ora, appaia decisamente più sexy. Per tutta risposta si è beccato un bel calcio negli stinchi.
No, so già cosa ci stiamo chiedendo tutti. Non gli ho minimamente accennato a Rodrick. Sto cercando di evitare il suo pensiero almeno quanto entrambi lo stiamo facendo con le nostre persone fisiche. Anche le conversazioni messaggistiche che erano salite ad accompagnarci durante il giorno sono rimaste bruscamente interrotte dal giorno in cui mi ha "scaricata", ormai quasi un secolo fa, considerando la molteplicità di cose successe ultimamente.
Forse ci saremo incrociati un paio di volte nei corridoi, ma ho fatto in modo che i nostri sguardi non s'incrociassero mai, e lui non pare troppo contrariato da questo mio atteggiamento...
Devo solo accettare che, quanto é accaduto, non abbia significato nulla per lui. Che la sera, prima di addormentarsi, non pensi così intensamente ai nostri baci da quasi riuscire percepirli, non s'immagini come sarebbe potuto essere andare oltre, in ogni senso possibile.
Lui, su queste situazioni, non riflette minimamente. E devo smettere di farlo anch' io.
Purtroppo non so quanto ciò mi risulterà semplice, visto che stasera dovremo stare a stretto contatto per più di 4 ore. Al solo pensiero mi sento davvero morire...

-Signorina Delany, è con noi o cosa?-

Alzo lo sguardo controvoglia, osservando con espressione indifferente la Barotens, unica persona al mondo più frustrata di quanto lo sia io in questo momento.

-Sí, mi scusi...-

-Bene, sarebbe opportuno se tenesse i suoi occhi fin troppo truccati ben fissi sulla presentazione, se non le dispiace-

Mi sento perforare la nuca dai soliti occhi glaciali. È assurdo che io percepisca sempre con assoluta accuratezza quando mi stia guardando, quasi quanto è assurdo che in una delle pochissime lezioni che abbiamo in comune io venga rimproverata...

Al suono della campanella esco dalla classe in tutta fretta; non voglio nemmeno rischiare di incrociarlo!
Ma la solita sfiga decide, come al solito, d'intralciare il cammino dei miei meravigliosi anfibi borchiati...

-Delany, aspetti un secondo...-

Faccio roteare gli occhi al cielo e mi avvio lentamente verso la cattedra, lanciando uno sguardo in tralice al Precisino, intento a sistemare con incredibile minuzia i libri nella sua borsa.

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