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Mi stacco da lui qualche secondo dopo, con grande fatica ma anche molta determinazione.
-Che fai?- esclamo, osservandolo in viso con aria interrogativa.
-Ti salvo la vita. Sarebbe questo il tuo modo di ringraziarmi?-
-Non si trattava soltanto di un "saltello da niente"?- domando, scimmiottando la sua voce petulante e seriosa.
-Vista la tua inesistente agilità, potevi persino restarci secca.-
Sbuffo, dimenandomi un poco.
-Ottimo, la ringrazio umilmente. Puoi mettermi giù ora?-
Il ragazzo esegue, con anche una certa delicatezza.
-Peccato, non era male averti sotto stretto controllo.-
Lo guardo male, cercando in ogni modo di mettere a tacere i pensieri poco casti che quest'affermazione ha appena fatto scaturire.
Continuiamo a battibeccare per un po', fino a quando non arriviamo alla sua auto, dove la discussione si protrae senza sosta, appoggiati alla vettura.E di questo nostro atteggiamento reciproco sono essenzialmente due le cose che, più di tutte, mi fanno molto strano.
Primo, entrambi non sembriamo avere intenzione di parlare dell'improvviso e, soprattutto, incoerente bacio datoci.
Secondo, la solita tensione che, da sempre, aleggia fra noi, pare essersi dissolta, come fosse un denso strato di foschia appena rischiarato dal sole.O dalla luna, in questo specifico caso...
Non è una "litigata" delle nostre; piuttosto ci stuzzichiamo. provocandoci...
Il suo solito tono intransigente viene sostituito da uno ironico ma scherzoso; irrisorio, ma comunque gentile.Non so se esserne felice o turbata.
A dispetto di quanto ha detto poco fa il precisino, o come comunque potrebbe dire chiunque altro, sarò anche impulsiva, confusionaria...ma, al contrario, odio ogni genere d'imprevisto.
Odio non avere il controllo. Ed odio tutto ciò che non posso definire. Esattamente come quando odiavo me stessa per il fatto di essere anonima, irriconoscibile, indefinibile appunto, così detesto questo aspetto di Rodrick e, più in generale, del nostro rapporto.
È sempre stato ambiguo, difficile da descrivere, improbabile. Ed ora, tale carattere effimero, pare essere aumentato esponenzialmente.Assorta nei miei pensieri, mi dimentico di avere il suddetto ragazzo proprio accanto, in attesa di una mia sagace risposta alla sua ultima provocazione. Risposta che, evidentemente, non gli arriva.
-Ehi, ti sei addormentata?- domanda, sventolandomi una mano davanti agli occhi.
Scuoto la testa, distogliendo lo sguardo dal punto nel vuoto in cui dovevo parergli essermi persa.
-Sì, tutto ok...- borbotto in risposta; ma dopo poco ci ripenso.
-Anzi no, non è affatto ok...-
Salgo nell'auto, sedendomi nei posti dietro.
Il ragazzo tiene aperta la portiera, appoggiandosi con i gomiti sulla carrozzeria ed osservandomi.
Tento di non guardarlo, cercando con la fronte il freddo vetro del finestrino.-Qual è il tuo problema, Delany?-
-Qual è il mio problema?! Tu sei il mo problema, Anderson.-
-Non so perchè, ma me lo aspettavo-
Resto appoggiata contro la portiera più lontana dalla sua figura, tenendo gli occhi chiusi.
-Perchè sei così con me, ora...?-
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A Strange Girl
أدب المراهقين"Alexis Delany, tu sei senza dubbio la ragazza più strana che abbia mai conosciuto" Chiunque pronunci questa frase ha, secondo Alexis stessa, incredibilmente ragione. Lei è, infatti, la prima a definirsi in tale maniera ed il suo unico scopo è far i...