Tra seconda e terza ora

1.8K 135 75
                                    

-Questa verifica è stata un vera stronzata- 

-Al, sappiamo entrambe che il tuo parere non conta; hai preso 4, quindi non puoi coglierne l'utilità.-

-Ah, quindi tu, avendo preso ben 5.5, hai palesemente compreso a cosa ci serviranno i legami chimici nella vita.-

-Non posso sperare di raggiungere un traguardo simile.-

Getto malamente il foglio nel mio armadietto.
Sono piuttosto seccata da questo risultato, essendo sempre andata piuttosto bene a scuola.
Ma stavo animatamente discutendo in chat con Anderson il Precisino mentre studiavo per questa verifica, quindi la mia concentrazione era del tutto inesistente.
Ricordo benissimo il tono canzonatorio con il quale osava affermare la superiorità dei Led Zeppelin rispetto ai Queen, mentre io cercavo di capire la differenza tra molecole polari ed apolari.
Che poi, "de gustibus non disputandum est", a patto che certe affermazioni non vengano fatte soltanto per infastidire una persona.

Stasera lo rivedo al lavoro, dopo ormai 5 giorni dal famoso "viaggio in macchina". Abbiamo passato tutta la settimana a punzecchiarci su Whatsapp, senza che mai ci incrociassimo personalmente.
Frequentiamo corsi ed orari troppo diversi per incontrarci, non che uno dei due ne avesse poi così piacere.
Battibecchiamo anche in chat, costantemente. Ma, se non altro, dietro ad uno schermo non sono costretta a sorbirmi i suoi occhi di ghiaccio ed il suo ghigno beffardo. E credo che anche lui la pensi così, per quanto riguarda i miei abiti e le mie amate acconciature.

-Mi basta la tua foto profilo.- mi ha scritto mercoledì sera, quando gli ho chiesto se non si annoiasse a vedere ragazze vestite sempre allo stesso modo.

-Sempre meglio del tuo banale paesaggio di montagna.- ho ribattuto.

-Senti chi parla di banalità.- mi ha scritto, ribadendo come al solito le sue idee riguardante la mia persona.

A partire da quel messaggio mandatogli in macchina,un discorso ha tirato l'altro, affrontando così gli argomenti più vari.
Nessuno ci crederebbe mai se dicessi che non ci siamo mai trovati d'accordo. Nemmeno su un punto, nemmeno sui più banali.

Io mare, lui, come era intuibile, montagna.

Io sono dell'idea che bisognerebbe sempre osare, essere impulsivi e provare qualsiasi cosa ti passi per la testa, perché la vita è una e non possiamo permetterci di sprecarla. 
Lui, naturalmente, ha affermato che in questo modo ci sarebbe l'anarchia, e che servono delle regole. Regole, ordine e precisione.
La santa trinità di quel ragazzo.
Io amo la filosofia e la psicologia. Lui le trova inutili, perché troppo soggettive, troppo legate alla personalità dei diversi esseri umani. Lui, invece, adora la matematica, perché è comprensibile a tutti ed accomuna ogni essere umano, rendendolo uguale agli altri.
Perché lui patteggia per questo, per fissare criteri che ci rendano tutti una massa di caproni. Mentre io vorrei che ognuno fosse in grado di esaltare la sua diversità, rendendosi unico.
Sto ancora riflettendo su queste nostre conversazioni, quando il suono metallico di un armadietto sbattuto non mi fa tornare bruscamente alla realtà.
A qualche metro di distanza da noi si trova Cameron, evidentemente impegnato in una conversazione telefonica che lo sta facendo incazzare più di quanto quel 4 abbia fatto con me.

-Come sarebbe a dire che non puoi!- sta urlando al suo interlocutore, fregandosene altamente che tutta la scuola lo possa sentire.

-Non mi interessa che impegno tu possa avere, ma stasera ci devi essere. Dobbiamo parlare del cazzo di casino che hai combinato.-

-ALEXIS?! SEI VIVA? Sono tre ore che ti chiamo, mi spieghi che cos...-

-SHHHH, chiudi quella bocca Jusy, sto tentando di capire qualcosa di quello che sta dicendo.- esclamo, voltandomi e rivolgendo tutta la mia attenzione verso il rosso, appoggiato in silenzio al suo armadietto.

A Strange GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora