-Oh Alexis...-

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Non mi è per nulla chiaro quello che sta succedendo intorno a me. Sempre ammettendo che stia SUL SERIO accadendo qualcosa e che questa non sia soltanto tutta una fantasia creata da quell'infame della mia mente malata.
Immagini confuse si susseguono nel mio cervello. Scene di ragazze che vengono investite provenienti da telefilm inguardabili che vedevo da piccola, luci di mille colori che minacciano di farmi venire un'epilessia perenne. Ed infine buio, un buio pesto e senza via d'uscita; fin quando non percepisco qualcuno stringermi una mano, talmente forte da farmi male.

Apro gli occhi.

Rimango per un attimo accecata da quella che mi pare essere una fortissima luce solare; non riesco bene a distinguere dove mi trovo, i contorni di ciò che vedo mi risultano quasi del tutto sfuocati. Comprendo solo dopo un bel po' di trovarmi in un ospedale, sdraiata su uno di quegli scomodissimi lettini ricoperti di dura e ruvida carta; ora capisco il perché di quella luce, visto che il mobilio della stanzetta sembra essere totalmente bianco.
Mi giro, così, a fatica verso il proprietario della mano stritolatrice

-Walker...non pensavo che avessi un fisico così ben piazzato...- esclamo, in quello che è poco più di un sussurro.

Non mi rendo conto del fatto che in una qualsiasi altra circostanza non gli avrei mai detto una frase del genere in modo così diretto. Ma, ora come ora, questa è la prima cosa venutami in mente riguardo al ragazzo.
Il bel pelato alza di scatto la testa, guardandomi con gli occhi ancora lucidi.

-A...Alexis! Oddio, ti sei svegliata finalmente! D... devo andare a chiamare subito un medico...- esclama, piuttosto agitato ed uscendo frettolosamente dalla stanza, lasciandomi sola ed attaccata ad una macchina della quale non conosco la nemmeno la funzione.

Guardandomi intorno inizio, finalmente, a ricordare con precisione quanto, vista la posizione delle lancette sull'orologio, sia accaduto in queste ultime due ore.
Volto la testa, osservando con aria scettica ed al contempo addolorata il braccio imbalsamato e penzolante affianco a me.

Improvvisamente il dolore torna prepotente a dominare nel mio corpo e, così, i vari avvenimenti iniziano a farsi strada nella mia memoria. Penso a come sia Walker sia il proprietario dell'altra auto siano riusciti a fermarsi un attimo prima che le due macchine si scontrassero; ma, evidentemente, questa frenata così improvvisa deve avermi fatto fare un bel sbalzo in avanti, facendomi finire contro il vetro del parabrezza.
Eppure, il momento esatto nel quale realizzo l'apparente tragicità di tutta questa situazione é quando, voltando la testa, noto il vestito giallo fregato dallo "sgabuzzino"di Rodrick. Qualcuno l'ha appoggiato sulla bianca poltrona accanto al mio letto, sporco dello stesso sangue che, in questo momento, si trova all'interno di un tubicino collegato al mio naso.
Il mio sangue...
Balzo a sedere nell'esatto istante in cui il dottore entra nella stanza, seguito da un Walker fin troppo agitato. Non appena quest' ultimo, infatti, mi vede dolorante a causa dello sforzo nel tirarmi su, cerca subito di venire in mio soccorso; peccato che il ragazzo finisca, invece, per essere bruscamente scansato dal medico in questione, il quale inizia velocemente ad armeggiare con le macchine che mi stanno accanto.
Mi riferisce, con un tono scocciato che potrebbe fare invidia a quello comunemente usato da Anderson, che sono rimasta coinvolta in un incidente (come se da sola non fossi capace di rendermene conto), e per questo mi hanno riscontrato una lieve contusione al braccio destro. Inoltre sembra proprio che, mentre ero ancora nel mondo dei sogni e delle luci epilettiche, mi sia sottoposta ad un intervento nel quale mi hanno ricucito la metà della testa andata in frantumi nello scontro con il mio ormai amato parabrezza.
Mi assicura, con un tono che, però, di rassicurante non ha proprio un nulla, che la mia fasciatura sarà solo temporanea; nel giro di alcuni giorni, se sarò diligente, dovrei essere già in grado di liberarmene.
Annuisco sollevata, cercando con gli occhi lo sguardo di Walker. Ma è proprio quando colgo la sua espressione fortemente spaventata che mi rendo davvero conto del motivo per il quale mi trovo distesa su questo scomodissimo lettino.
Riconosco tra le confuse immagini che si stanno incessantemente proiettando nella mia mente quella degli occhi di Walker, terrorizzati esattamente come in questo momento e puntati sulla mia cintura slacciata.

Le lacrime iniziano a farsi strada sulle mie guance, causate dal profondissimo senso di colpa da me provato in questo momento, eppure il super sensibile dottore non sembra nemmeno farci caso, comunicandoci che tra cinque minuti esatti Austin si deve levare dai piedi. È davvero troppo poco tempo perché io possa rivolgergli ed ottenere delle risposte soddisfacenti alle centinaia di domande materializzatesi nella mia testa. 

Non appena veniamo lasciati da soli il ragazzo mi si avvicina, stringendomi nuovamente la mano.

-Mi dispiace... - gli sussurro, mortificata come mai prima d'ora

-Ti dispiace? Ti dispiace per cosa? -

-Non mi sono allacciata la cintura e se invece lo avessi fatto non sarei finita contro il tuo parabrezza ed ora tu né dovresti ripararlo e né saresti nella stanza di un ospedale alle 2 di domenica mattina. -

-Oh, Alexis... - borbotta, scuotendo il capo.

Mi accorgo solo ora, osservandolo bene per la prima volta dopo mio risveglio, che ha un occhio molto gonfio e contornato da un alone viola scuro. Il senso di colpa aumenta ulteriormente.

-Guardati, anche tu sei rimasto ferito... -

-Al, io ne sono uscito totalmente illeso- sussurra, con aria colpevole, quasi come se fosse ingiusto il fatto che lui non abbia, per fortuna, subito alcun danno.

-Ed allora come me lo spieghi quell'occhio nero- domando.

-Merito della lite con quel coglio... quel simpaticissimo individuo che ha rischiato di ammazzarci solo perché era ubriaco fradicio. Vengo sempre coinvolto nelle risse quando ci sei tu di mezzo...- esclama, con un lieve sorriso poco convinto.

Rimango per un attimo in silenzio, riflettendo sul se rivolgergli o meno la fatidica domanda.
Alla fine prendo una decisione molto sofferta ma che mi risulta essere, come speso accade, la più giusta.
Non ho idea di quando quel simpaticone del dottore deciderà di farmi entrare di nuovo in contatto con qualcuno ed un'ansia del genere non riuscirei mai a sopportarla per troppo tempo.
Ci sta già pensando il dolore fisico a farmi soffrire...

-Era mio fratello...?- esclamo, guardando il ragazzo dritto negli occhi.
Il pelato non risponde, ma distoglie lo sguardo, imbarazzato.
E questo vale più di mille parole.

-Sta bene ?- domando, con il cuore in gola.

-Occhio nero e sbronza quasi da coma etilico a parte sì, sta bene...-

Improvvisamente la porta si spalanca.
All'inizio penso che sia il medico, venuto per cacciare Austin, ma, a giudicare, dal trambusto e dal modo barcollante di camminare, riesco a capire che quello sulla porta è ben lontano da essere un dottore, nonostante la botta alla testa e l'assenza dei miei fidati occhiali.

-Alexis, sorellina mia!!!- strilla, correndo verso il letto e gettandomisi addosso.
Nel dolore generale provocato dal peso non indifferente di mio fratello, riesco a riconoscere un odore di alcool molto forte, subito prima che Austin me lo levi di dosso.

-Ma sei stupido? Non la vedi com'è conciata?- sbotta il mio amico, muovendo freneticamente le braccia.

Ma colui che nelle vene ha lo stesso sangue coagulato, in questo momento, sulla mia fronte non sembra sentire una parola.
È totalmente sbronzo.
Tanto da mandare un messaggio a Walker per farmi venire a prendere, pur di non interrompere la sua serata di bevute.
Tanto da mettersi alla guida ubriaco, sbagliando corsia e rischiando di farci finire tutti all'altro mondo.

Eccoci qui!!! Vi ho lasciato in ansia per un po', ma spero ne sia valsa la pena. In fondo, non avevo intenzione di uccidere nessuno, ma è stato piuttosto divertente farvelo credere😇😇😇 lo sapete che vo voglio bene. Una casino di bene. Che ne pensate??? Fatemelo sapere nei commenti. Vi anticipo che mooolte cose succederanno. Con tantissimo amooore. ❤️
Aurora

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