Attenzione! Non immaginare Alexis così perché è totalmente diversa😘
Controllo l'orologio per l'ennesima volta: le 18.30.
Vorrei imprecare a squarcia gola, ma sarebbe del tutto inutile; il rumore della pioggia coprirebbe completamente le mie urla.
Sono esattamente 35 minuti che aspetto davanti al portone di questo stupido ristorante, rabbrividendo nel mio Parka dal pelo fucsia, pezzo rarissimo regalatomi dai miei genitori l'ultima volta che sono riuscita a vederli, risalente a circa due mesi fa.
Come ormai succede ogni volta che ho un impegno relativamente importante, il cielo ha deciso di non venirmi incontro, riversando secchiate d'acqua sulla mia figura, la quale, troppo pigra ed infreddolita, non prova nemmeno più a cercare un riparo di fortuna.Anderson non si è ancora fatto vivo, sfoggiando un ritardo fin troppo consistente per un precisino come lui.
Purtroppo ha scelto il momento sbagliato per iniziare ad infrangere le sue regole morali e, se non compare entro 5 minuti con le chiavi di questo cavolo di ristorante, la sua vita finirà molto prima di quanto creda.
Mi calo un po' più giù il cappuccio sulla testa, fino a farci sparire dentro tutti i miei chignon ormai fradici.
Prendo automaticamente il telefono dalla tasca, per controllare l'arrivo di qualche suo prezioso messaggio, senza, però, ricordarmi del fatto che sia quasi totalmente scarico.
Sbuffo, tremando come una foglia dalla testa ai piedi ed osservando distrattamente le persone camminare in fretta e furia per la strada.Nel mentre che ormai i cinque minuti che davano ancora a Rodrick una flebile speranza di vita sono ormai trascorsi, mi rendo conto di avere una stranissima sensazione.
Mi sento come... distante dal mondo.
Lontana da ognuna delle figure incappucciate che vedo passare di fronte a me, come se la pioggia scrosciante creasse un muro tra me e loro...
Mi capita spesso di sentirmi così.
Isolata dagli altri, come in una bolla di sapone trasparente, da cui osservo il mondo senza mai riuscire veramente ad interagirvi.
Fortunatamente un clacson nelle vicinanze mi riscuote dalle mie fantasie, portandomi bruscamente ad una triste realtà dove le scarpe rosa che porto ai piedi si sono ormai completamente rovinate.Una macchina dall'aspetto familiare si ferma sgommando davanti all'entrata del ristorante, esattamente a pochi metri dal luogo dove sto per ibernarmi, con il risultato di schizzarmi addosso l'acqua putrida della pozzanghera che con tanta cura ero precedentemente riuscita ad evitare.
Sbatto furiosamente la testa per scrollarmi di dosso la fanghiglia, manco fossi una cane dopo il bagnetto.
Nel frattempo, il ragazzo che senza dubbio preferisco sulla faccia della terra esce dalla portiera del passeggero, incamminandosi con le mani nelle tasche. Prendo fiato, pronta a scagliarmici addosso. Sto per mandarlo a quel paese per avermi lasciata ad aspettare sola ed infreddolita per piú di mezz'ora, quando, dal posto guida, fa capolino un uomo, il quale si dirige allegramente verso di lui.-Signorina Delany, che piacere incontrarla!- esclama, una volta accortosi della mia presenza. Scansa il ragazzo da un lato e con passo svelto mi si avvicina stringendomi la mano. È un uomo panciuto e tarchiato, con un faccione rosso ed un gran sorriso, in questo caso, rivolto interamente a me.
-Buo... buonasera. Noi ci...?-
-No signorina, noi non ci conosciamo. Sono Patrick Anderson, il proprietario di questo magnifico posticino dove il sabato lei è costretta a lavorare.-
Rimango per un attimo spiazzata, fissandolo con tanto d'occhi. Questo... questo è il padre di Rodrick? Un uomo così caloroso e sorridente è stato davvero in grado di generare un figlio tanto scorbutico?
Mi volto verso di lui per cercare una conferma, ma i suoi occhi glaciali fissano con aria persa un punto indefinito alle mie spalle.-È... è un vero piacere conoscerla...- borbotto, imbarazzata dal suo entusiasmo.
-Oh, non vedevo l'ora che succedesse. Rodrick mi ha parlato molto di te...-
Mi volto di scatto, osservando il suddetto interessato. Immagino già il mostro per cui mi avrà fatto passare...
Finalmente l'uomo libera la mia mano dalla sua possente stretta, dirigendosi con un mazzo di chiavi verso il portone a vetrate.-E' molto più simpatico di te - sussurro, una volta ritrovatomi il ragazzo accanto.
-Vedi di tacere- mi sibila, infastidito.
Una volta entrata nel locale la prima cosa che faccio e compiacermi del tepore che vi alleggia, incurante degli sguardi trucidi da parte di Rodrick alla vista delle impronte fangose che ho lasciato sul pavimento. Se fossimo stati solo io e lui me ne sarei fregata altamente di scusarmi, ma vista la presenza del mio presunto datore di lavoro...
-Signor Anderson, mi dispiace se ho sporcato un po' in giro; è che sono stata per tanto tempo sotto la pioggia e...- esclamo, con il tono più angelico che mi viene in mente e lanciando occhiate di sottecchi al mio collega evidentemente scocciato.
-Punto primo, diamoci del tu e, punto secondo, non è certo un problema, anzi, mi scuso personalmente per il ritardo. Purtroppo un amico di Rodrick ha av...-
-PAPÁ!- sbotta il ragazzo, prima che l'uomo possa concludere: -non ricordi cosa ci siamo detti?!-
-Oh, giusto figliolo. In ogni caso mi scuso ancora...puoi ripetermi il tuo nome, mia cara?-
-Alex...-
-Alexis, giusto! Rod, pulisci il pavimento e poi mostra alla nostra signorina dove potersi cambiare...-
-In verità io non ho portato nessun abito di ricambio...- borbotto, imbarazzata.
Vedo sul viso di Rodrick stendersi un sorrisetto ironico, poco prima di recarsi a recuperare il necessario per le pulizie.
-Oh, nessun problema. La porta subito a destra dopo le cucine è un deposito, lì dovresti sicuramente trovare qualcosa da mettere.-
-La ringrazio molto signor...-
-Patrick mia cara, chiamami Patrick-
E, detto questo, mi stringe nuovamente la mano, per poi sparire in una delle tante salette adiacenti a quella principale.
-Allora io vado a cambiarmi...- esclamo, rivolgendomi al ragazzo intento a pulire. Quello sembra farmi un cenno di assenso, non degnandosi neanche di sollevare la testa dal cellulare che tiene nella mano libera dallo straccio.
Senza aggiungere altro mi dirigo verso le cucine, provocando altre orme per tutto il percorso. Non ci faccio troppo caso; immagino ci penserà il precisino a pulire.
Ciao a tutti ragazzi! Forse sono un po' ritardo, ma vi chiedo di perdonami, la scuola mi sta uccidendo. So che è tardi ed il capitolo è un po' corto e di passaggio, ma vi chiedo di supportarmi!!!
Vi amo tantissimo.
Continuate a darmi i vostri pareri, sono sempre qualcosa che mi scalda il cuore.
Buonanotte a tutti.❤️❤️
Aurora
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A Strange Girl
Teen Fiction"Alexis Delany, tu sei senza dubbio la ragazza più strana che abbia mai conosciuto" Chiunque pronunci questa frase ha, secondo Alexis stessa, incredibilmente ragione. Lei è, infatti, la prima a definirsi in tale maniera ed il suo unico scopo è far i...