-No Jusy, preferisco la mia vendetta.-

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Mi sveglio piuttosto rintronata, tanto da impiegarci un bel po' ad accorgermi che le coperte nelle quali mi sono arrotolata non sono quelle del mio letto.
Balzo a sedere, riuscendo con fatica a mettere a fuoco la stanza.
Come capisco di trovarmi a casa di Elliot, quanto successo la notte scorsa mi torna improvvisamente in mente.
Frugo con la mano sul comodino del ragazzo, alla ricerca degli occhiali e del telefono sequestrato. Mentre quest'ultimo procede lentamente all'accensione, fisso con occhi vacui la parete di fronte a me, nel tentativo di mettere in ordine tutti gli avvenimenti di ieri. Certo che quel sonnifero doveva essere davvero forte...
Ed eccole lí, prime nella lista delle notifiche appena scaricate: due chiamate perse da Walker. Con un unico nome ogni tessera di questo complicato puzzle torna al suo posto, compresa quella raffigurante il coglione che ieri sera mi ha dato buca.
Al solo pensiero vorrei scaraventare il telefono contro il muro per la rabbia ma, in quell'esatto istante, la porta si spalanca, inondando la stanza di luce e salvando il mio iPhone ancora nuovo di zecca. Regalino dei miei genitori per tentare di compensare il fatto di non esserci mai.

-Buongiorno principessa. Ecco la tua colazione.-

Fisso stranita il ragazzo, ma quest'ultimo non si fa minimamente intimorire, saltellando allegramente fino al letto ed appoggiandovi ai piedi un vassoio pieno di cibo dall'aspetto davvero invitante.

-A cosa si devono tante premure?-

-Ho pensato che qualcosa da mangiare ti avrebbe "addolcita". Immagino che tu sia furiosa...-

-Mhh...- borbotto, addentando la brioche che mi porge.

-Cos'hai intenzione di fare?-

-Penso lo perdonerò...- mormoro, prendendo un sorso del mio amato caffè.

Elliot strabuzza gli occhi, fissandomi con furia omicida.

-Come sarebbe a dire che lo perdonerai?! Ti ha mentito, è uno stronzo, un bugiardo...-

Per un attimo rimango stupita dalla reazione forse un po' eccessiva del mio amico, ma subito dopo scoppio in una fragorosa risata.

-El calmati! Secondo te, conoscendomi da anni, lascerò mai correre un torto del genere?! Ti ricordi gli ingredienti scambiati nell'esperimento di Melodie?-

Il ragazzo si rilassa, accennando un sorriso.

-Non penso che qualcuno se lo dimenticherà mai tanto facilmente-

Mi siedo sul letto, iniziando a sciogliere la miriade di treccine disordinate rimastemi in testa da ieri.

-Pensi di replicare la cosa? Spero tu sia consapevole che il preside, a questo punto, ti butterebbe sicuramente fuori...-

-Proprio per questo agirò nell'ombra ed in solitudine, come un ninja.-

Detto questo salto fuori dalle lenzuola, ruzzolando per terra e mettendomi in piedi dietro la porta.

-Tu non hai visto niente.- sussurro al ragazzo, posandomi un dito sulle labbra.

A questa mia scenetta Elliot ride di gusto ed io continuo ad armeggiare con le alghe che mi ritrovo al posto dei capelli con un sorriso soddisfatto. Farlo ridere è sempre stato compito mio e, dopo tutto quello che ultimamente ha fatto per me, trovo che questo sia diventato, per ora, uno degli obiettivi più importanti.

-Bene, ed adesso datti una mossa stronzetta. Tra pochissimo la stanza deve essere linda e pinta per accogliere una ragazza...-

Alzo gli occhi al cielo. Come non detto...
Mi dirigo svogliatamente verso il bagno dove, dopo una doccia calda, indosso nuovamente i vestiti preparati apposta per quel maledetto appuntamento. Se solo penso a quanto tempo ho impiegato per sceglierli mi monta una rabbia quasi incontrollabile.
Lego i capelli in due chignon piuttosto cadenti e chiamo Josephine, chiedendole se sia possibile organizzare un veloce pranzo a casa sua insieme a Nicole.

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