-Sono lucidissima e lo sai meglio di me-

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Nicole.

Sto bene. Sto meravigliosamente bene.
Mi sento solo un po' stordita, ma nemmeno in modo esagerato; riesco ancora a ragionare con una certa lucidità. Modestamente, reggo l'alcol meglio di chiunque altro; in particolar modo non penso possa esserci alcun paragone tra me ed i ragazzi tra i quali mi ritrovo seduta.
Colin ed Elliot continuano ad ondeggiare avanti ed indietro, canticchiando una canzone che non riesco a riconoscere.
Forse una di quelle hit rap che normalmente adorerei.
Mi ritrovo anch'io a seguire l'incessante movimento in quanto il biondo mi sta tenendo ancorata a lui, cingendomi la vita con un braccio.
Sono impassibile alla cosa; sono perfettamente consapevole che lo fa soltanto in quanto ubriaco marcio.

Il primo ad essere riaccompagnato a casa sano e salvo dalla santa Josephine è Austin: barcolla leggermente quando scende dal sedile accanto al guidatore ma sembra stare sostanzialmente bene.
In fondo non ha bevuto più di tanto, è solo un po' brillo.
Condizioni molto diverse rispetto a quelle in cui, invece, sembra trovarsi Colin.
Il ragazzo si è, infatti, dato alla pazza gioia scolandosi in una sola sera molte più birre di quante Alexis ne abbia mai bevute in tutta la sua vita.
Devo ammettere che Jusy sta dimostrando una pazienza davvero straordinaria, seguendolo il ragazzo in questione addirittura fino alla soglia della sua dimora.
Restiamo, così, solo io ed Elliot, quest'ultimo addormentatosi di botto sulla mia spalla.
Tento di perseverare nella mia indifferenza, ma è soltanto quando mi accorgo di un improvviso rallentamento della mia amica, dovuto probabilmente all' avvicinarsi presso Casa Robinson, che decido di mandare tutto, ma proprio tutto, a puttane.

-Scendo anche io, Jusy-

-Cooosa?!-

-Si, domani il biondino si sentirà una merda vista la quantità di bicchieri che ha ingurgitato; c'è bisogno di qualcuno che si occupi di tenerlo sotto controllo.-

-Come i suoi genitori, ad esempio...?-

-Josephine, a volte la tua scarsa memoria mi spaventa. Sono fuori città, non ricordi?-

-A dire la verità...-

-Perfetto, scendo a casa sua.- affermo con un sospiro falsamente scocciato.

-Nicole, sei assolutamente sicura di quello che mi stai chiedendo? Hai anche tu bevuto fin troppo...-

-Sono lucidissima e lo sai meglio di me. Questo deficiente domattina, ricordando poco e nulla tenterà di scacciare il senso di smarrimento fumandosi la milionesima canna delle ultime settimane. Noi non vogliamo questo, vero Jusy? Noi non vogliamo compromettere l'armonia che regna nell'universo con una tale malvagità...-

La ragazza sbuffa, ma so di aver gatto centro.

-D'acccordo, ma promettimi di non compiere nessuno dei tuoi gesti scellerati-

Non rispondo, facendo in modo che la domanda si perda nel silenzio.
Mollo, al contempo, uno strattone al ragazzo, facendolo svegliare di soprassalto.

-Ho segnato?!- esclama, spalancando gli occhi.

-Si Robinson, è stato un match fantastico...-
borbotto ironicamente. È troppo ubriaco per farci caso.

Scendiamo insieme dall'auto. Grazie al cielo riesce a camminare da solo senza problemi; per me, che sono piuttosto bassa, sarebbe impossibile reggere in piedi un bestione del genere.

-Va bene se resto a dormire da te, Elliot?- domando, mentre estrae dallo zaino le chiavi dell'abitazione.

-Certo tesoro, nessun problema!- mi assicura a voce un po' troppo alta, spalancando il portone.

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