-Non farti spezzare il cuoricino...-

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Mi butto sul letto a pancia in giù, facendone traballare sommessamente le doghe. Mi scoppia la testa e non ho la più pallida idea di come comportarmi. Sono persino arrivata a mettere da parte il mio solito orgoglio, chiedendo consiglio a Nicole e Josephine, ma nessuna delle due pare essere molto propensa ad aiutarmi.
Il punto è che non so proprio che atteggiamento assumere nei suoi confronti!
Rodrick è stato fin troppo chiaro: non conto abbastanza da fargli smussare il suo radicale modo di vedere le cose.  Non conto abbastanza da fargli mettere da parte un, a quanto pare, traumatico passato. Eppure, evidentemente, sono abbastanza perché lui mi ami. Ed è questa la cosa che più mi manda nel pallone. E che mi fa venire le farfalle nello stomaco al solo pensiero, ma quello è assolutamente un altro discorso...
Forse dovrei cercare di capirlo, aiutandolo a fidarsi ed ad aprirsi con me.
Ma, in fin dei conti, se nemmeno lui sa cosa vuole, per quale motivo dovrei continuare a corrergli dietro come un fedele cagnolino?
"Magari perché lo ami, testina di ca...". NO! No coscienza, non mi sembra per nulla un motivo sufficientemente valido... Che poi, lo amerò sul serio? Potrebbe anche trattarsi soltanto di una stupida infatuazione del momento, forse ho solo voglia di avventurarmi nella sua bocca, fra i suoi vestiti, e che lui faccia lo stesso con me...

Ok Alexis, basta! Così non andiamo da nessuna parte.
Tengo il cellulare fra due dita, facendolo dondolare da una parte all'altra.
Potrei chiamarlo e chiedergli di vederci, oppure potrei direttamente andare al ristorante stasera e fargli una, non so quanto gradita, sorpresa. E se, invece, per una volta evitassi di essere così sottona e gli facessi solo uno squillo per sapere come sta? 

"E ciò ti farebbe, per caso, apparire come meno strisciante ai suoi piedi? Coerenza top, Alexis..."

Fisso il soffitto e prendo un gran respiro, rassegnata.
Digito il numero ed attivo il viva-voce.

-Pronto?-

-Ti disturbo-

-Tu non mi disturbi mai-

Sorrido, passandomi una mano sul viso ed ottenendo come unico risultato quello di sbavarmi la quantità industriale di matita nera che avevo messo sotto gli occhi. Non sono ancora abituata a tutto questo trucco...

-Poche scene. Ti va di passare?-

-I tuoi?-

-Dal medico con Brandon-

-Non eri tipo in carcere e sotto il loro perenne controllo? Sei la solita melodrammatica-

Storco il naso, essendomelo sentito dire già due volte nel giro di poche ore.

-Vieni o no?-

-Dammi tregua bellezza, il tempo di tirarmi un secondo insieme-

E detto questo chiude la chiamata.
Lascio cadere il telefono accanto a me, infilo gli auricolari e ne approfitto per fare un pisolino. Fino a quando non sento il campanello trillare.
Con gli occhi assonnati scendo le scale lentamente, rischiando un gran capitombolo. Mi sento tutta intorpidita e le lenti a contatto mi si sono incollate alla pupilla, facendomela bruciare da morire. Prima di aprire il portone lancio un'occhiata all'orologio nel salone.
Sono passati 50 minuti dalla chiamata!

-Meno male che doveva essere un secondo.- bofonchio, palesandomi sull'uscio.

-Guarda qui invece di lamentarti.-

Il bel pelato regge in mano un sacchetto di plastica variopinto, contenente, con ogni probabilità...

-GELATO!!!!- esclamo, risvegliandomi di botto.
Il ragazzo scopre la fila di denti bianchissimi in un sorrisone, passando una mano sul capo tatuato. Chiamarlo è stata decisamente la scelta migliore che potessi fare.

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