Capitolo IV - Inès

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Ormai è quasi una settimana da quando tutti i pomeriggi, dopo le lezioni, io e Grant ci ritroviamo tra i rami di quest'albero, abbiamo abbassato un po' il muro, iniziamo a conoscerci meglio, anche se ancora fatichiamo a fidarci completamente, lui è ancora freddo con me ma sento che con lui posso essere me stessa e non devo nascondermi dietro la maschera che indosso tutti i giorni. Gli ho raccontato del progetto Stark e mi incoraggiata a partecipare, non so perchè ma la sua opinione conta.

- Sei impegnata domani sera? Cressida da una festa e mi ha detto di portare chi voglio, se ti va possiamo andare- rompe il silenzio che ci circonda, non mi aspettavo questa domanda pensavo che i nostri incontri si limitassero ad un ritrovo segreto su un albero, non credevo volesse uscire pubblicamente tantomeno credevo volesse farsi vedere da Cressida Clark.

- Per il momento la mia agenda è libera - rispondo io mentre le mie guance prendono fuoco sotto il suo sguardo

- Allora scrivi appuntamento con Grant Ward

"Appuntamento", ha davvero detto appuntamento oppure sto sognando?

Si è fatto tardi, come ogni pomeriggio mi accompagna a casa per assicurarsi che non mi capiti nulla. Non vedo l'ora di tornare a casa e chiamare Giorgia devo chiederle consigli per la festa di domani sera, voglio che mi aiuti a scegliere dei vestiti. Per il momento non le parlerò di Grant, ora è presa dalla sua relazione e non voglio opprimerla con i miei problemi.

- Non mi hai mai convocata per un'emergenza vestiti cosa succede? - mi chiede Giorgia aprendo la porta della mia camera ancora incredula della mia chiamata

- Domani sera vado ad una festa e ho bisogno di consigli.

Tiriamo fuori dall'armadio tutti i vestiti che ho, li provo ma con nessuno mi sentivo a mio agio. Dopo mille prove troviamo un vestito rosso, la gonna che arriva sopra al ginocchio e una scollatura sobria, abbiamo deciso: questo è il vestito giusto.

Sono le sette in punto di sabato sera, non voglio che i miei sappiano con chi esco stasera quindi ho detto loro che vado con Giorgia in centro, mi hanno creduta, sono brava a mentire, soprattutto a loro. Vedo Grant arrivare da lontano, mi precipito giù dalle scale e gli corro incontro, non deve avvicinarsi troppo a casa mia altrimenti scopriranno le mie bugie. Ward mi guarda con aria stupita, sta molto bene stasera, ha optato per un jeans nero, camicia bianca e giacca di pelle nera è uno stile che gli dona molto. Mi osserva mentre mi avvicino a lui, mi guarda sempre fissa negli occhi.

-Sei bellissima Ecìja- mi dice con un sorrisetto alquanto fraintendibile.

-Non male Ward- gli rispondo mentre afferro il braccio che mi ha offerto in sostegno, con questi tacchi un aiuto è sempre ben accetto. Camminiamo per qualche isolato e arriviamo a casa Clark, la porta è già aperta quindi ci intrufoliamo e troviamo il nostro angolo dove possiamo osservare tutti gli altri e giudicare i loro comportamenti, è strano ma con lui non mi vergogno ad esprimere i miei pareri. Ci stiamo guardando intorno, e vediamo adolescenti ubriachi in ogni angolo, molti si stanno baciando, altri si nascondono dietro ai cespugli, non è difficile immaginare cosa stiano facendo; mentre mi guardo intorno vedo due ragazzi che si stanno baciando, mi soffermo a guardarli perché mi sembra di conoscerli. Appena si girano li riconosco uno è Pablo e l'altro il suo migliore amico Martin. Appena mi vede il mio fratellastro sgrana gli occhi, non riesce a credere che io sia lì, e se potesse cancellerebbe la mia memoria, non sapevo che fosse gay, non lo avevo nemmeno immaginato, suo padre potrebbe ucciderlo per questo. Pablo scappa dalla festa e Martin lo segue, non ho voglia in questo momento di preoccuparmi per lui, non sarò di certo io a fare la spia con Josè. Non ho nemmeno il tempo di pensare al mio fratellastro che vedo Cressida dirigersi verso di noi furiosa, ignora Grant e mi inizia ad urlare contro -cosa ci fai alla mia festa sfigata? Nessuno ti ha invitata- con la coda dell'occhio vedo lo sguardo del mio accompagnatore diventare buio, sembra assente, da un'altra parte, non ho nemmeno il tempo di risponderle che Grant, prendendomi la mano e nascondendomi dietro di sé, come per proteggermi, assume subito le mie difese - mi hai detto di portare chi voglio e io ho scelto di portare lei Cressida- lei ancora più furiosa e gelosa si scaglia contro il ragazzo - potevi portare tutti ma non una sfigata come lei, nel caso non te ne fossi accorto hai rovinato la mia festa con la sua faccia di merda, lo sanno tutti che lei e sua mamma sono due zoccole.

Senza nemmeno darle il tempo di prendere fiato la spingo, le avrei fatto molto male se non fosse finita in piscina, possono offendere me ma non devono toccare Marta, lei ha sacrificato la sua vita e la sua felicità per me. Grant mi prende in braccio e mi trascina via dalla festa, prima che Cressida esca dalla piscina stiamo già correndo via, ho tolto i tacchi così posso correre più veloce, ad un certo punto ci fermiamo e scoppiamo in una violenta risata. Non credo di essermi mai divertita così tanto. Non voglio andare a casa, sembra che nemmeno Grant abbia intenzione di rincasare così presto, Pablo avrà già spifferato che ero alla festa con un ragazzo, non voglio affrontare le conseguenze.

- Hai fame? Non hai mangiato niente alla festa

- No, ho mangiato prima di uscire. - non devo essere molto credibile perché mi porta a prendere un cheeseburger, un'altra cosa in comune adoriamo lo stesso panino.

- Si è fatto tardi, se non ti riporto a casa i tuoi mi verranno a cercare con il fucile. - mi dice lui interrompendo le chiacchiere di circostanza che stavamo facendo, guardo l'orologio ed effettivamente si era fatto parecchio tardi, lui mi accompagna fino a casa, sto camminando a piedi scalzi per la città, le scarpe non mi danno tregua.

Quando arrivo davanti alla porta di casa Grant mi saluta, con mia grande sorpresa mi abbraccia, sento il mio cuore che inizia a battere più veloce e le farfalle che iniziano a rincorrersi nel mio stomaco, affondo la testa nella sua spalla mi sento protetta qui, ha un profumo buonissimo, una stretta così calda, ma si è fatto tardi e devo rientrare.

Sull'altalena che abbiamo in giardino vedo che Pablo mi sta aspettando, ha nascosto i suoi capelli biondi in un cappello e mi fa cenno di sedermi accanto a lui.

Prima che possa dire qualsiasi cosa prende parola lui - ti prego non raccontare a nessuno quello che hai visto, mio padre non capirebbe. Se tu mantieni il mio segreto io non rivelo il tuo, nessuno saprà da me che eri alla festa con Ward.

Ci penso un attimo, io non ho intenzione di dire a nessuno quello che è successo questa sera -Pablo, non dirò a nessuno quello che è successo questa sera a prescindere da quello che farai tu con le informazioni che hai su di me. - fino ad oggi non mi ero mai resa conto della fragilità del mio fratellastro mi sento in dovere di dirgli altro.

- Ricordati comunque che la scelta di fare coming out spetta solo a te, nessuno ti può imporre niente, non sarò sicuramente io a farlo, ma non devi vergognarti per ciò che sei ed ogni volta che avrai bisogno avrai un'amica qui che ti difenderà sempre. Adesso andiamo in casa prima che Josè ci venga a cercare.

- Grazie Inès, lo stesso vale per me. Partecipa a quel corso te lo meriti, sei la migliore in tutte le materie. Potresti anche vincere il premio delle Stark Industries.

Stasera senza rendermene conto ho trovato un fratello.

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