Capitolo LVIII - Inès

47 6 2
                                    

<< Sono due mesi che sei chiusa qui dentro. Pensi di uscire prima o poi? >> mio padre preme il pulsante per aprire le tende ed una luce accecante entra nella mia stanza, mi copro il volto con il cuscino, lui si avvicina e si siede sul bordo del mio letto.

<< Ancora cinque minuti papà >> sbadiglio mentre allungo i muscoli.

<< Sono due mesi che non esci dalla torre, è arrivato il momento di tornare a lavoro >> altri due mesi senza avere notizie di Grant, due mesi senza chiamate dallo S.H.I.E.L.D., due mesi senza vedere Nathaniel, due mesi senza andare in ufficio.

<< Tuo padre ha ragione, Inès >> Steve entra nella mia camera.

<< Capitano non volevo disturbare il tuo sonnellino >>

<< Dovevi far costruire i muri più spessi, Stark >> si stringono la mano, fra di loro ci sono sempre punzecchiature ma infondo si vogliono bene.

<< Cosa succede qui? >> Natasha si unisce a noi.

<< D'accordo mi alzo, non chiamate anche Sam per favore >> manca solo Falcon alla riunione che si sta svolgendo nella mia stanza.

<< Qualcuno mi ha chiamato? >> Adesso siamo al completo, Wilson entra mangiando una ciotola di latte e cereali, è persino riuscito a strapparmi un sorriso.

<< Non è possibile avere un po' di privacy in questa casa? >> mi viene da ridere quando sento questa parole di mio padre, è stato lui il primo ad invadere il mio spazio.

<< Dai usciamo tutti, è un momento padre figlia questo >> Steve coordina la squadra.

<< Aiutami a capire cosa posso fare per te, non mi piace vederti così. Forse sarebbe più facile se avessi tua madre vicina >> mio padre è preoccupato.

<< No, lei deve aiutare Pablo con il matrimonio, mancano solo tre mesi. Io sto bene >>

<< Non mi sembra >> prende da sotto il letto una scatola di pizza, probabilmente è lì da un paio di settimane << vestiti che usciamo. Chiamo anche la disinfestazione per farti ripulire la stanza >> ha una faccia schifata, ed un po' mi vergogno delle mie condizioni di vita.

Dopo aver fatto una lunga doccia scendo in cucina, c'è già la mia colazione preferita che mi aspetta sul tavolo, uova e bacon ma non ho molta fame quindi mangio poco solo per non offendere mio padre che l'ha preparata con tanto amore, usciamo a fare una passeggiata.

Mentre siamo immersi nel verde ricevo una chiamata anonima, la ignoro, sto chiacchierando con mio padre e non voglio rovinare il momento, ne ricevo un'altra ma rifiuto anche quella, dopo alcuni tentativi squilla il telefono di mio padre.

<< Forse è una cosa importante se chiamano anche me, dovresti rispondere >> mi passa il suo cellulare, ha subito intuito che la chiamata fosse per me.

<< Signorina Stark, finalmente >> è Coulson.

<< Pablo, è un piacere sentirti >> devo dissimulare per non insospettire Tony, lui non sa che aiuto lo S.H.I.E.L.D. e che Phil è vivo.

<< Abbiamo bisogno del tuo aiuto, ti mando la posizione di un laboratorio dell'HYDRA, stanno facendo esperimenti su degli inumani, ci vediamo lì >>

<< Calmati, arrivo subito >> guardo mio padre e gli sorrido << emergenza in pasticceria, devo correre in soccorso >> è la prima scusa che mi viene in mente.

Entro di corsa in casa, indosso l'armatura e chiedo a J.A.R.V.I.S. di condurmi nel punto indicato da Coulson, non so cosa mi aspettarà laggiù ma sono sicura che non mi avrebbero chiamato se non avessero bisogno di me.

Stark UndercoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora