Capitolo LXXXVII - Inès

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<<Sei davvero una pessima spia, siamo qui da tre settimane e non hai ancora completato la missione, mi chiedo come facesse lo S.H.I.E.L.D. a pagarti lo stipendio>> lamenta Loki entrando nella mia stanza, come sempre, senza bussare <<Alzati!>> 

<<Altri cinque minuti>> supplico girandomi dall’altra parte del letto. 

Lui non è molto incline ad accettare la mia richiesta, apre le tende e la forte luce invade la stanza. Metto un cuscino davanti alla faccia come se potesse nascondermi dalla vista del mio amico. 

<<Abbiamo un incontro con il Gran Maestro tra meno di venti minuti>> dice lui guardandomi dall’alto del suo piedistallo, esita un attimo nel vedere il mio letto pieno di fazzoletti ed i miei occhi gonfi per il pianto poi continua con tono saccente <<Forse tu speri ancora di tornare a casa ma io intendo rimanere qui e, per farlo, devo ottenere la sua fiducia. Renditi presentabile>>.

<<La missione l’ho completata il primo giorno>> replico sbadigliando mentre mi alzo dal letto.

<<E cosa ci fai ancora qui?>>

<<Cerco un mezzo per raggiungere la terra, assieme alla mia missione.>>

<<Un umano>> osserva con un ghigno sul viso pensando di aver scoperto un dettaglio rilevante.

<<Ti dispiace?>> gli indico di girarsi mentre mi cambio. 

Indosso i miei abiti nuovi, molto simili a quelli degli abitanti del posto; sono un regalo del Gran Maestro. Sembra avermi accolto bene nella sua cerchia ristretta di amici, ma ha ancora qualche riserva su Loki, anche se lui cerca in tutti i modi di conquistarlo.  

<<Riuscirai mai a superarla?>> chiede il principe continuando ad osservare il muro davanti a sé.

<<Sono pronta, andiamo>> rispondo io, ignorando la sua domanda. 

Supero Loki dirigendomi verso la porta, in questo momento non ho la forza per voltarmi. Guardare i suoi occhi di ghiaccio farebbe crollare il poco autocontrollo che mi è rimasto. So che vorrebbe una risposta ma la mia ferita è ancora troppo sanguinante e parlare di Grant sarebbe come buttarci sopra del sale. Il principe non si scompone e non lascia trapelare la delusione per il mio silenzio. Esco dalla stanza e lui mi segue rimanendo un passo indietro. 

Oggi siamo invitati ad una festa a casa del Gran Maestro e dopo andremo a vedere lo spettacolo nell’arena. Mi è giunta voce che stasera il campione combatterà contro un contendente, sono proprio curiosa di vedere la faccia di Loki quando vedrà Hulk. Fino ad oggi non si sono mai incontrati. Al contrario, tutti i pomeriggi, passavo a far visita al bestione verde.

Dovevo conquistare la sua fiducia ed inoltre non volevo abbandonare un amico. Non potrò mai dimenticare l’aiuto di Banner quando è nato CJ ed, ora, è giunto il momento di ricambiare il favore. 

Ricordo ancora il primo giorno in cui ho portato Chris alla Stark Tower; nessuno degli Avengers, oltre mio padre e Bruce, sapeva della mia gravidanza. Steve guardava la carrozzina come se al suo posto ci fosse un fantasma, Natasha è quasi svenuta per lo shock e Clint era troppo felice per farsi domande, anche lui aveva appena avuto un bimbo e sognava che i nostri figli diventassero grandi amici, come noi. Falcon è stato il più esilarante, pensava che avessi rapito un bambino solamente per fargli uno scherzo, ed ammetto che questa è una cosa che potrei aspettarmi da lui. 

Chiudo gli occhi per un istante e vengo colta da un senso di rammarico e nostalgia. Mi torna alla mente Grant che culla nostro figlio e gli parla con estrema dolcezza. Mi si scioglieva il cuore ogni volta che li vedevo insieme. Mi è stato detto che il tempo cura le ferite e che piano piano la mia vita tornerà normale. A me sembra una menzogna. Giorno dopo giorno diventa sempre più difficile vivere ed il vuoto che ha lasciato è una presenza troppo ingombrante nel mio cuore. Non so se riuscirò a trovare il coraggio di affrontare tutto senza lui. Inizio a pensare che non abbia senso compiere grandi imprese se poi torno a casa e non c’è lui ad ascoltare le mie avventure.

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