Capitolo XCII - Inès

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Korg e gli altri combattenti sono già scesi sul pianeta per aiutare il popolo asgardiano a difendersi dai soldati di Hela. Da questa distanza è possibile vedere che si muovono come zombi ed i loro occhi sono composti da una strana luce verde fosforescente. Al centro della battaglia vedo Hulk che sta lottando con un grosso lupo nero, anche lui ha quello strano colore negli occhi ma almeno non è uno scheletro.

<<Li ha risvegliati lei, con la fiamma eterna>> dice Loki avvicinandosi al finestrino da cui osservo la scena. <<È molto potente, è rischioso affrontarla.>>

Girandomi per guardarlo lo trovo a fissare il suo elmo con le corna, adora quell'oggetto fatto d'oro. Lo porta con sé ovunque ci sia una battaglia da affrontare. Non lo ammetterà mai, ma, stavolta, non è preoccupato solo per se stesso. Forse non lo è mai stato. Metto una mano sulla sua, fermando il suo incessante movimento di lucidatura.

<<Loki, so cosa provi ed ho paura anche io. Ma non posso rimanere in disparte mentre quelle persone sono in pericolo. Non sarebbe corretto.>>

<<Non temo per me, io sopravvivo sempre in un modo o nell'altro, ma non voglio farlo da solo.>>

<<Non ti libererai facilmente di me.>> Sorrido al mio amico e lui ricambia.

Indossa il suo elmo e si posiziona davanti al portellone d'ingresso aspettando l'arrivo vicino al ponte arcobaleno. <<Il vostro salvatore è arrivato!>> Urla rivolto al suo popolo.

Trattengo una risata e vengo fulminata da una sua occhiataccia.

<<Vi sono mancato?>> chiede mentre ci addentriamo nella folla. <<Forza, tutti a bordo. Svelti!>>

La sua voce è piena di energia e per un attimo sono riuscita ad immaginarlo come un buon re.

<<Bentornati a casa. Vi avevo visti arrivare>> dice Heimdall quando ci avviciniamo al centro della battaglia. Korg è poco più avanti intento a sparare gli strani zombi in avvicinamento.

<<Ovviamente>> commenta sarcastico Loki.

<<Sta soccorrendo i feriti, la trovi in fondo al ponte>> dice il guardiano girandosi verso me.

<<Va' da lei>> Loki incrocia il mio sguardo <<Qualcuno deve proteggerli, qui ci pensiamo noi.>> Abbraccio Loki per ringraziarlo, entrambi ci pietrifichiamo, stupiti dal mio gesto sconsiderato. Mi chiedo come mi sia venuto in mente fare una cosa del genere sul campo di battaglia. Mi giro di scatto tenendo lo sguardo sul ponte e volo con la mia armatura nella direzione opposta rispetto al palazzo per raggiungere la cupola dorata.

<<Mamma? Mamma?>> sussurro all'ingresso per accertarmi che lei sia ancora qui.

<<Tesoro, aiutami, sono qui!>>

Entro nella sala e trovo mia madre accovacciata accanto ad un corpo immerso in una pozza di sangue. Appena alza la testa mi accorgo che le lacrime stanno rigando il suo viso, abbasso lo sguardo e riconosco il volto di Bert. Mi faccio avanti calpestando il liquido scarlatto ed abbraccio mia madre nel tentativo di consolarla. Bert per lei era come Edwin Jarvis per mio padre: un uomo al pari di un padre. Tony mi ha parlato spesso del maggiordomo di Howard, avevano un rapporto speciale; quando mio nonno era impegnato per lavoro, quindi ogni minuto della sua vita, il signor Jarvis e sua moglie, Ana, si prendevano cura di lui. Loro non avevano figlie e quando vennero a mancare mio padre soffrì molto per la perdita. Mi sarebbe piaciuto conoscerli, dai racconti di mio padre sembrano bravissime persone.

<<Dov'è Agatha?>>

<<Sono qui>> mi giro seguendo la voce flebile di mia nonna e la trovo appoggiata al muro, con una mano si tiene una ferita. Mi precipito al suo fianco.

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